Fabio De Pandi, il piccolo principe:
la prefazione di don Tonino Palmese

Fabio De Pandi, il piccolo principe: la prefazione di don Tonino Palmese
di Don Tonino Palmese *
Lunedì 2 Agosto 2021, 18:02
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La storia di Fabio De Pandi è la storia della città di Napoli. Una città che uccide i suoi innocenti. E tra questi, i più innocenti tra tutti: i bambini.

Fabio aveva solo undici anni quando fu colpito mortalmente, il 21 luglio 1991, da un proiettile vagante al rione Traiano. Sognava, come tutti i bambini in estate, di andare al mare. E chissà quanti altri sogni avrebbe potuto e voluto realizzare, negli anni a venire.

A Fabio è stato impedito di essere grande perché probabilmente ai suoi carnefici è stato impedito di essere bambini. Ecco perché far memoria di Fabio, per noi della Fondazione Polis, rappresenta da anni non solo l’esperienza del ricordo dei tanti piccoli innocenti sottratti alla vita troppo presto, ma anche uno stimolo a intervenire sui potenziali carnefici.

Sei anni fa, proprio in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Fabio, pubblicammo un dossier. Si intitolava La strage degli innocenti. Ripercorreva le storie di Fabio e degli altri bambini uccisi dalla violenza criminale. Quel giorno, guardando gli occhi pieni di dolore e di dignità della mamma di Fabio, Rosaria, e del papà, Gaetano, avemmo la conferma che dovevamo e potevamo fare di più: dalla strage degli innocenti occorreva passare alla strage dell’innocenza, quella rubata ai bambini e ai minori che vivono in contesti talmente degradati da non avere alternative alla camorra e al malaffare.

La sopravvivenza al dolore di Rosaria e Gaetano sono la strada maestra da seguire affinché tutti i bambini di questa città possano sognare il mare, come stava facendo Fabio quella maledetta sera in cui rimase ucciso.

La compostezza di Rosaria e Gaetano sono l’antidoto migliore alla violenza e alle prevaricazioni.

Lo sguardo di Rosaria e Gaetano sono la testimonianza che Fabio continua a vivere: eternamente bambino, eternamente innocente.

L’omicidio di Fabio non avrà mai un senso. Ma certamente deve rappresentare, anche a distanza di trent’anni, un monito per tutti: istituzioni, realtà educative, cittadini. Fabio, Simonetta, Annalisa, Noemi e i tanti bambini violati, a cui la Fondazione Polis ha voluto intitolare i punti lettura presenti sul territorio campano, meritano l’impegno di tutti. Nessuno escluso. 

* presidente Fondazione Polis

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