«Lunga vita alla Fondazione Polis e a tutti quelli che l'hanno animata»

«Lunga vita alla Fondazione Polis e a tutti quelli che l'hanno animata»
di Salvatore Buglione
Martedì 28 Dicembre 2021, 11:26 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 21:45
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Dodici anni sono tanti. Certamente rappresentano un percorso significativo, sia sul piano umano che sul versante professionale. Lasciano il segno. A maggior ragione se vissuti con la Fondazione Polis, con la quale ho condiviso un'intensa ed emozionante esperienza, contrassegnata da tanti progetti, iniziative, incontri e fitte reti di relazioni. Con un grande e fondamentale obiettivo: dare voce alle vittime innocenti della criminalità e alle organizzazioni che gestiscono i beni confiscati alla camorra.

L'attività di comunicazione e sensibilizzazione, di cui ho avuto la fortuna di occuparmi in tutti questi anni, è stata orientata proprio a questo: proporre una narrazione non antagonista ma complementare a quella dominante, naturalmente caratterizzata dai tanti fatti di cronaca nera che purtroppo continuano a colpire il nostro territorio. Far conoscere il punto di vista delle vittime e dei loro familiari, in particolare, ci è sempre sembrato un atto di giustizia ma anche un'azione utile a raccontare nei dettagli tante storie che hanno a loro volta segnato la storia del nostro Paese. Dietro ai tanti omicidi di camorra, terrorismo e criminalità comune c'è un contesto sociale, e talvolta politico, che va approfondito per risalire alle cause del male. Ma ci sono anche sogni, passioni, aspirazioni, lacrime, dolore, ferite mai chiuse come quelle dei familiari delle vittime, che non possono essere relegate a un ruolo marginale. 

Lavorare con la Fondazione Polis, in sostanza, serve a comprendere che da un ricordo privato legato a un'azione violenta può germogliare il seme del riscatto, se questo stesso ricordo diventa patrimonio collettivo.

E quindi memoria. E ancora impegno, azione concreta a favore di chi ha subìto il crimine o prova a costruire una valida alternativa ad esso.

La Fondazione dà un senso istituzionale, arricchendone i significati, al valore della testimonianza dei familiari delle vittime e all’azione finalizzata a restituire alla collettività i beni sottratti alle mafie, trasformandoli, riprendendo il titolo di un nostro vecchio progetto, “da mostri a nostri”. Non a caso nasce ed opera per volontà della Regione Campania. E svolge un lavoro incessante, quotidiano, spesso lontano dai riflettori. Le tante iniziative pubbliche che abbiamo realizzato negli ultimi dodici anni hanno mostrato, in misura molto parziale, l'enorme mole di attività che abbiamo promosso nel corso del tempo. Pensiamo, per citarne alcune, al progetto Noninvano, alla Sala della Memoria con la Mehari di Giancarlo Siani al Palazzo delle Arti di Napoli, ai documentari de “Lo Stesso Giorno alla Stessa Ora”, alla promozione del lavoro svolto sui beni confiscati con la Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità, ai punti lettura per bambini “Nati per Leggere”, ma anche alla ricca produzione editoriale dedicata ai temi a noi cari.

C'è ancora tanto da fare. Ma possiamo dire con un una certa attendibilità che dal 2009 ad oggi, grazie alla notevole passione profusa da tutto il gruppo dirigente, a partire dai presidenti Paolo Siani e don Tonino Palmese, passando per tutti i consiglieri di amministrazione, i componenti del Comitato scientifico, il segretario generale Enrico Tedesco e il suo gruppo di lavoro, sono stati compiuti significativi passi in avanti. Oggi la narrazione delle storie delle vittime comincia ad avere un risalto mediatico che prima non c'era. Film, fiction e documentari che la Tv di Stato ha dedicato a Joe Petrosino, don Peppe Diana, Felicia Impastato, Giancarlo Siani, Marcello Torre, Angelo Vassallo e tanti altri sono lì a ricordarcelo. Forse, una piccola breccia in tal senso l'ha aperta proprio la Fondazione Polis.

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Lunga vita, allora, alla Fondazione Polis, e a tutti quelli che l'hanno animata e continuano a darle forma e sostanza. A ciascuno di loro va tutta la mia gratitudine per la stima e la fiducia ricevuta in questi lunghi e bellissimi anni, fatti di comunità e condivisione. Ideali che continueranno a farci sentire vicini, anche se da postazioni diverse.

Dodici anni sono tanti. Ma non sono troppi. A maggior ragione se vissuti con la Fondazione Polis. E se sono impreziositi dalla profonda dignità dei familiari delle vittime innocenti della criminalità. Una vera lezione che farà per sempre parte del mio bagaglio esistenziale.

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