Infanzia e povertà educativa, ​Napoli capofila per il rilancio dell’Italia

Infanzia e povertà educativa, Napoli capofila per il rilancio dell’Italia
di Enrica Amaturo *
Venerdì 19 Giugno 2020, 21:00
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Sono giorni importanti quelli che stiamo vivendo, in Italia e in Campania, sul versante delle politiche per l’infanzia.

In Campania, negli ultimi anni, grazie soprattutto all’impegno della Fondazione Polis, sono stati attivati numerosi progetti dedicati all’infanzia. La Fondazione, pur occupandosi precipuamente di aiuto alle vittime innocenti della criminalità e di valorizzazione dei beni confiscati alla camorra, ha constatato, anche attraverso lo studio quotidiano della rassegna stampa di settore, che, in particolare a Napoli, i clan di camorra sono guidati da giovanissimi di vent’anni o poco più. Cosa fare per intervenire su questi ragazzi, prima che sia troppo tardi? Come riuscire a determinare le giuste traiettorie di vita, soprattutto per coloro che nascono in contesti territoriali e familiari maggiormente segnati dal disagio? Le scienze sociali ci dimostrano che agire sulla primissima infanzia è la chiave per ottenere risultati. Investire sui bambini e le loro famiglie produce infatti effetti straordinari nel contrasto alle marginalità e alla povertà educativa, effetti che non si producono nell’immediato, ma diventano evidenti sulla distanza, quando i giovani proprio in virtù di una cultura assorbita da piccoli sapranno scegliere di stare dalla parte giusta, quella della legalità, sottraendo linfa alle fila delle organizzazioni criminali.

In forza di tutto ciò, nel 2016 la Fondazione Polis ha promosso dieci punti lettura per bambini da 0 a 6 anni nella città di Napoli. Un’esperienza di grande impatto, che ha ulteriormente qualificato il prezioso lavoro della rete Nati per Leggere e che la politica nei giorni scorsi ha elevato a dignità normativa, con l’approvazione unanime, da parte del Consiglio regionale, su proposta del consigliere Antonio Marciano, della legge che istituisce una capillare rete di punti lettura in tutto il territorio campano.

Si tratta di un’iniziativa straordinaria, non a caso dedicata alla piccola Noemi, rimasta gravemente ferita in un raid di camorra poco più di un anno fa. Un’iniziativa che dà speranza, che guarda al futuro. E che ben si innesta, non solo idealmente, con quanto proposto a livello nazionale dalla task force governativa guidata da Vittorio Colao, di cui ho avuto l’onore di far parte, che ha presentato nel programma per il rilancio dell’Italia diverse iniziative riguardanti l’infanzia e l’adolescenza: in particolare, il contrasto alla povertà alimentare minorile derivante dalla crisi economica attraverso il rafforzamento del servizio di refezione scolastica e l’aumento dell’offerta gratuita di cibo nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie e il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, attraverso un piano educativo di sostegno personalizzato, con azioni di presa in carico di minori in condizione di grave disagio economico, esclusi, o ai margini, delle reti educative e di welfare.

Nella stessa direzione va il documento - presentato su “La Repubblica” da Chiara Saraceno - stilato da nove reti e alleanze che comprendono oltre un centinaio di realtà del terzo settore, dell’associazionismo civile e del sindacato impegnate nel mondo della scuola, che chiede un investimento serio nell’educazione e benessere di bambini e adolescenti, avanzando cinque richieste, tra cui proprio l’attivazione, a partire dai territori svantaggiati, dei Poli educativi 0-6 anni previsti da un D.L. del 2017 e mai attuati né finanziati.

In definitiva, abbiamo davanti a noi anni importanti per provare a ripartire, in Campania come in Italia. I provvedimenti adottati a beneficio della primissima infanzia sono senza dubbio il miglior viatico per guardare al futuro e lottare, in maniera preventiva ed efficace, contro il dilagare dei fenomeni criminali, il bullismo e la piaga delle babygang.

* presidente Comitato Scientifico Fondazione Polis
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