Tutti hanno udito il tuo nome,
non possiamo non ricordarci di te

Tutti hanno udito il tuo nome, non possiamo non ricordarci di te
Lunedì 23 Settembre 2019, 01:00 - Ultimo agg. 01:16
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Liceo Pitagora di Torre Annunziata

ECCO TUTTE LE LETTERE A GIANCARLO SIANI

Ciao, Giancarlo, 

sì, questo è decisamente il più scontato degli inizi. Ma bisogna sempre partire da qualcosa di certo per arrivare a un progresso, no? Pertanto, permettimi di cominciare questa lettera in maniera prevedibile, poi le parole prenderanno il loro corso. 

Nella mia città si sente tanto parlare di te: tutti, almeno una volta nella loro vita, hanno udito il tuo nome. Dopo ciò che è accaduto, non possiamo non ricordarci di te. 

Mentre tornavo a casa dopo quattro ore di scuola, mi sono ritrovata a pensarti. Avevo nella mente l'immagine di te, seduto alla scrivania, intento a scrivere, senza smettere neanche un minuto, circondato da fogli accartocciati, articoli di giornale, un caffè e un taccuino su cui appuntare le cose più importanti... 

Sai cosa significa questo? Che tu, come me, sei affetto da cacoethes scribendi. È il nostro latino, e significa mania di scrivere, un desiderio insaziabile di prendere carta e penna e sfogarsi, liberare la mente. 

Le nostre però sono dipendenze diverse: io scrivo per lasciarmi alle spalle una realtà che, quasi sempre, mi soffoca. 

Tu, al contrario, avevi l'irrefrenabile bisogno di cercare la verità, la chiave che libera gli uomini dalla prigionia della menzogna, quell'arma a doppio taglio che può ferire sia chi la adopera, sia chi la ascolta. 

A tue spese hai imparato che le parole sono pericolose. 

Esattamente come cacoethes, che non significa solo mania, ma anche cattiva abitudine. 

Ecco, è così che tutti vedevano la tua dipendenza, e ancora oggi alcuni ragazzi che intraprendono la carriera giornalistica sono pesantemente ostacolati. Pur di scrivere di verità e giustizia, hai indagato su fatti che non avresti mai dovuto portare alla luce, e hai trovato un nemico più grande di te. 

Così un vetro rotto ha preso il posto di una macchina da scrivere, il sangue fresco si è mescolato con l'inchiostro, e quel sorriso dipinto sul tuo volto è svanito per sempre... 

Tutto questo mi porta alla mente il mito della caverna di Platone, un filosofo che ha basato tutto il suo pensiero sull'idea del Bene e della Giustizia. Se uno schiavo, incatenato e destinato a vivere in un'illusione sul fondo della caverna, riuscisse a liberarsi e a scoprire il mondo oltre le ombre che lo hanno ingannato, non tornerebbe più indietro, anzi, cercherebbe in tutti i modi di portare con sé i suoi compagni, che finirebbero però per ucciderlo pur di continuare a vivere nella caverna. 

Platone è vissuto duemilaquattrocento anni fa, eppure il suo pensiero viene ancora tramandato a noi studenti. E lo stesso vale per te: ormai non esiste arma capace di cancellare il tuo nome dal libro della storia, non sarà più possibile dimenticarsi della tua determinazione e del tuo coraggio. La camorra è un vero e proprio mostro, sanguinario e spaventoso. Ma in quanto tale si nasconde nel buio, la totale assenza di luce, e come tutte le cose e gli esseri di questo mondo, ha un opposto da cui nasce e che è il suo punto debole: la legalità, ciò per cui tu hai sempre combattuto. 

In un mondo dove la lotta tra il bene e il male sembra concludersi quasi sempre con un esito negativo, sono fondamentali le persone caparbie come te, che vanno a dormire con un sogno e si svegliano con un proposito. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la volontà, il coraggio di andare contro corrente per cambiare finalmente qualcosa, aggrapparsi a un sogno con tutte le proprie forze senza smettere mai di crederci. 

Ho deciso di ricordarti così, mentre, tornando a casa, ascoltavo Centuries dei Fall Out Boy. La mia parte preferita è il ritornello, che mi ha convinto a pensare «Sì, è proprio adatta a Giancarlo»: 

Some legends are told / some turn to dust or to gold/ But you will remember me / remember me for  centuries. «Certe leggende sono raccontate / alcune diventano polvere o oro/ Ma ti ricorderai di me / mi ricorderai per secoli».  

Lo so, fa venire i brividi, sia scritta che cantata, e credo sia un chiaro esempio di quanto le parole possano colpire. Sono certa lo avessi capito anche tu, che hai scelto di "buttare giù" parole perché era il tuo modo di buttare giù i muri imposti dalla società. E sì, forse non sei più tra noi, magari non ti incontrerò per le strade di Torre Annunziata mentre vai alla ricerca della notizia celata dagli altri... ma se c'è una cosa che ho imparato dalla Storia, è proprio che una persona continua a vivere attraverso i racconti degli altri, i ricordi delle persone care, quella Memoria che non ha significato solo oggi, ma anche domani. 

Grazie per non esserti mai arreso, Giancarlo, seguirò il tuo esempio senza perdermi d'animo. 

Farò sì che si ricordino di te. Domani, tra due giorni... e poi per secoli. 

Da un'aspirante scrittrice,  Jo 

Caro Giancarlo, 

Sono passati anni, ma la situazione non è cambiata per niente. In uno dei tuoi famosissimi articoli hai citato il mare super inquinato con una affluenza record di bagnanti e dato che si avvicina il periodo estivo, credo che la situazione sia peggiorata ancora di più. Con l'inquinamento che ormai riguarda non solo noi, ma tutto il mondo, la condizione ambientale continua a peggiorare giorno dopo giorno. C'è inquinamento ovunque: del mare, dell'aria, del suolo... Ormai stiamo cadendo a pezzi. Ovviamente il mare del nostro litorale, se nel 1984 era già in condizioni disastrose, figurati ora che ci troviamo nel 2019. Le acque sono sporche e contengono virus, germi, microplastiche, che ingerite dai pesci, i quali vengono serviti a tavola e rigorosamente mangiati, possono influire sulla nostra salute. Nel corso degli anni le spiagge sono sempre più affollate, soprattutto dal fatto che con l'inquinamento atmosferico il nostro pianeta si sta surriscaldando e le estati sono più calde del dovuto e ciò fa male sia a noi che all'ambiente. La situazione è tragica anche tra le nostre strade, sono mesi infatti che Torre del Greco vive una condizione di disagio senza eguali in quanto la città è diventata una discarica a cielo aperto…. E' una situazione davvero allarmante. Mi chiedo che futuro abbiamo noi giovani? Come possiamo costruire un futuro in questa situazione, dove la malavita preme sulla nostra quotidianità e l'inquinamento è il protagonista della nostra vita? Non so dove finiremo tra altri 35 anni, non so nemmeno se esisteremo ancora, se potremo camminare per le strade e respirare l'aria circostante, ma so che varie organizzazioni come Legambiente-Giancarlo Siani lottano per rendere la nostra città più pulita nel rispetto ecologico e ambientale e con varie azioni come Friday for the future e World Cleanup Day nella pulizia delle strade in tutto il mondo.. 

Alessia IIE 

Caro Giancarlo, 

In questi anni ho avuto modo di leggere alcuni dei tuoi articoli, ad esempio quello sulla "palestra fantasma" o quello in cui ha affrontato il problema dei giovani dipendenti dalla droga: e voglio cogliere quest'occasione per ringraziarti, perché grazie a te ho avuto la possibilità di scoprire dei pezzi di storia e degli aspetti spesso sconosciuti, o di cui si parla poco, della mia città, Torre Annunziata. Ma tengo particolarmente a scriverti questa lettera per un altro motivo: stavolta voglio raccontare io qualcosa a te. Voglio raccontarti di un aneddoto risalente all'estate scorsa. Luglio era ormai agli sgoccioli e già da un po' avevo saputo (oggi le informazioni viaggiano molto più velocemente) che in quei giorni ci sarebbe stata una grande eclissi lunare: la più lunga del secolo. La notizia mi incuriosì parecchio e così decisi che quella sera sarei uscito per poter ammirare quello spettacolo unico nel migliore dei modi. Era una serata mite e per le strade della città non c'era quasi nessuno. Arrivai sul lungomare: da li vidi una marea di ombre accalcate sulla sabbia. Anche lungo il muretto che separava la strada dalla costa si trovava un gran numero di persone. Mi sedetti lì anche io, con le gambe penzoloni. Alzai lo sguardo al cielo. E la vidi, cuore pulsante di una volta occulta: non avrei mai immaginato che potesse essere così ben visibile. Sembrava una serata magica. Il vento che tirava quella sera però era diverso dal solito. Non era quel soffio delicato di brezza che accarezza le membra, imprimendosi nella memoria in qualità di ricordo sensibile, continuando in questo modo a lambire il nostro corpo ogni volta che la mente viaggia nelle notti d'estate: quella sera esso sembrava spingermi a voltare lo sguardo, a osservare il mare, per destarmi dal sonno della ragione. Era lì: contro il mare, una marea di gente. E allora mi chiesi: “Ma perché è li?". Guardai di nuovo la luna infuocata. E quella macchia di rosso sanguigno nel cielo livido mi suggerì un non so che di tetro: per una notte la Luna, grande incanto, s'è privata del suo velo candido; per una notte Selene, occhi argento, s'è travestita da Marte il sanguinario. In quel momento capii: e fui preso da disgusto. Tutte quelle persone erano lì per vedere una luna "diversa"; persone che probabilmente non hanno mai ammirato, e di conseguenza mai apprezzato, la bellezza della luce argentea diffusa dall'astro nelle notti di plenilunio. La Luna "romantica”, simbolo d'amore, non ha mai destato in loro interesse; ma la Luna "insanguinata”, incarnazione della guerra, invece, li attraeva inspiegabilmente. E quell'immagine, così viva tuttora nella mia mente, generò questa riflessione: perché l'uomo è così attratto dalla violenza, dal sangue, e sembra invece quasi annoiato dal bene e da ciò che è giusto? È un aspetto dell'essere umano che si può cogliere in alcuni dettagli della quotidianità: ad esempio la predilezione (soprattutto da parte degli adolescenti) di film horror o di quelli in cui i personaggi si uccidono l'un l'altro a sangue freddo, o l'insistenza dei notiziari televisivi nel raccontare episodi di cronaca nera, i quali oscurano quelle poche notizie positive da essi divulgate. La luna brilla tutte le notti nel cielo, ma quasi nessuno sembra accorgersi della sua presenza. E la maggior parte delle persone che affollavano la spiaggia quella sera sembravano essersi accorti della sua esistenza nella volta celeste solo in quel momento, in cui essa pareva mostrare i segni di ferite e di violenza. La mia domanda dunque è questa: perché è necessario che ci sia un avvenimento tragico, un atto crudele, affinché si desti l'attenzione della gente? Perché è necessario che qualcuno debba chiudere i propri occhi, per aprire quelli degli altri (e per di più solo momentaneamente)? È una risposta che adesso non sono ancora in grado di trovare. Ciò che importa di più, però, è riuscire a trovare una soluzione a questa "stortura" del carattere umano. Ed è un rimedio che solo persone come te, libere da questa “malattia" e attratte dal segreto fascino del bene, possono conoscere. Purtroppo non nutro molte speranze di rinnovamento per gli adulti: e ad essere sincero, nemmeno per i miei coetanei. I bambini, però, hanno dentro di loro la potenzialità di cambiare le cose….I bambini amano leggere i fumetti. Sarebbe fantastico riuscire a trasmettere a loro, attraverso un semplice fumetto, i profondi valori che permeano i tuoi articoli. Dobbiamo imparare a far credere loro che il miglioramento è possibile: perché se continuiamo a pensare che sia difficile cambiare il mondo, allora non lo cambieremo mai. 

Giuseppe 5G 

Caro Giancarlo,

ti scrivo proprio oggi, proprio ora, un giorno qualunque mentre mi ritrovo sola per le strade di Torre Annunziata, con uno zaino sulle spalle e un giubbottino di pelle. Mi sto dirigendo verso casa di mia nonna, e guardandomi distrattamente intorno, in una strada di cui ormai conosco ogni dettaglio, ogni tombino ed ogni scritta sui muri, non faccio altro che pensare ad una frase che mi rimbomba nella mente: “Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita”. Non so perché, ma questa frase di Jim Morrison, anche conosciuto come il poeta maledetto, mi ha colpito particolarmente e ho voglia di parlarne proprio con te, Giancarlo, perché tu non avevi paura di denunciare, non avevi paura di dire la verità e non voglio averne nemmeno io. I ragazzi pur sentendo parlare, a scuola, in famiglia o con gli amici, di tutti i danni che la draga porta al nostro organismo, fin quando non vivono ciò sulla propria pelle, continueranno a considerare la droga come quel “biglietto per un mondo fantastico”. Ma di che mondo si tratta? La droga è quella sostanza in grado di cambiare il modo con cui il corpo e la mente funzionano. Sarebbe questo il mondo fantastico di cui parla la canzone di Jim Morrison? Un mondo fantastico che porta alla dipendenza, e che, a mio parere, equivale alla perdita di libertà. Solo quando vi sono dentro, i ragazzi capiscono quanto è brutto sentirsi imprigionati e quanto lo è ancora di più quando si è consapevoli di aver chiuso le porte della prigione con le proprie mani. La tossicodipendenza è una problematica molto presente tra i giovani, ed è destinata ad esistere per sempre finché regna l'indifferenza delle persone. Ma tu, Giancarlo, non eri una di quelle, tu non hai fatto vincere l'indifferenza... Purtroppo hai cercato di aiutare una cittadina limitata, che stenta a migliorarsi perché i suoi cittadini nonostante il tuo esempio hanno ancora paura di parlare e denunciare. Giancarlo io però vedo ancora un pizzico di speranza in questa città, sono ancora fiduciosa che qualcosa possa cambiare! Con affetto

Miriam Maddaluno quarta C

Caro Giancarlo, 

in questo giorno di primavera ti scrivo dalla mia terrazza che affaccia sul mare e osservando il paesaggio penso che dalla tua scomparsa molte cose sono rimaste immobili com'erano. Parlo della bellezza del mare che da sempre come dice il testo della canzone “ Torna a Surriento“ di Ernesto De Curtis "spira tanto sentimento” nell'animo di tutti coloro che si soffermano ad osservarlo. Alla mia destra vi è il Vesuvio, bellissimo anch'esso fin quando non penso ai tanti rifiuti che lo circondano e uccidono la flora e la fauna. Giancarlo, a malincuore, devo dirti che anche il fenomeno della criminalità organizzata, che hai tanto cercato di combattere, è rimasto immobile nel tempo, Parto dalla mia regione, anzi dalla nostra regione: da “Triangolo della morte " a "Terra dei fuochi”, come chiameremo domani la Campania? Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Non importa come indicheremo questa catastrofe ambientale, poiché la sua gravità resterà la stessa….Le discariche sono disseminate ovunque e una molto conosciuta sorge proprio nel parco Nazionale del Vesuvio….Indubbiamente come tu sai, alla base di tutto ciò vi è la camorra, ma non solo: colpevoli sono anche tutti i proprietari terrieri che hanno permesso l'interramento illecito di rifiuti e anche qualche politico corrotto….

Caro Giancarlo, di fronte a fatti di una certa gravità morale, la maggior parte delle persone non si sentono coinvolte personalmente. Invece noi tutti dovremmo ricordare che ciascuno di noi è un pezzo di quest'Italia che non ci piace, e dovremmo unire tutte le energie per attuare il cambiamento, proprio come hai fatto tu. 

Ti abbraccio,

Angela Paduano quarta C

Caro Giancarlo, 

inutile dirti che son passati trentatré anni. Son tanti trentatré anni; eppure io son qui, a scriverti. Vorrei dirti che Torre Annunziata è cambiata, vorrei dirti che la tua Torre è diversa, ma bravo a dir le bugie. Son tanti trentatré anni, ma non è stato fatto altrettanto in questi trentatré anni. Perché i "mini-corrieri", i "muschilli" che tu citavi il 22 settembre 1985, sono cresciuti, sono diventati grandi, hanno preso il posto di coloro a cui erano al servizio. Quel giorno sul Mattino ti sei chiesto: "Per loro quale futuro?" Eppure tu già sapevi come sarebbe andata a finire. Tu sapevi anche a cosa andavi incontro. Forse sei stato un pazzo, un folle, qualcuno ha pensato di metterti con le spalle al muro, qualcuno ti ha deriso, “perché tu credevi di poter cambiare qualcosa denunciando”. Qualcuno ha riso vedendoti morto, perché i morti non parlano. Eppure io son qui, a scriverti. Loro son tanti, troppi, ma non possono vincere. "Torre Annunziata è soffocata da violenza e droga" scrivevi. Torre Annunziata è ancora soffocata dopo trentatré anni. Son tanti trentatré anni, eppure la nostra Torre è malata, ma non è ancora morta, è soffocata, ma non ancora strangolata. "Oplonti punta sul tesoro" scrivevi in uno dei tuoi tanti articoli. Torre avrebbe molto su cui puntare: dal tesoro di Oplonti, di cui tu stesso parlavi, alla Marina del Sole, dalla tradizione della pasta alle acque termali, dal porto alle infrastrutture sportive. Il turismo, le tradizioni e le attività per i giovani potrebbero essere l'inizio della rinascita. Eppure posso assicurarti che per molti ancora oggi l'unico tesoro è il denaro sporco. Eppure io son qui, a scriverti; e con me oggi tante altre migliaia di ragazzi che come te, come me, come tutti noi, pensano che una speranza ci sia, nonostante tutto. Son passati trentatré anni, e Torre Annunziata è con te, dopo trentatré anni. 

Giuseppe Secondulfo IIE
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