«Quelle parole da dare per nominare il mondo»

«Quelle parole da dare per nominare il mondo»
di Tiziana Cristiani*
Lunedì 16 Ottobre 2017, 12:30 - Ultimo agg. 22 Marzo, 07:29
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San Giovanni, Pianura, piazza Ottocalli, l’Istituto minorile di Nisida, Forcella, Miano, Montesanto, la Sanità, Vomero-Arenella. I bambini e le loro storie, quelle che hanno imparato ad ascoltare, cercare, amare per voce di operatrici e operatori di Leggendo Crescerai. E a cui, nel tempo, si sono aggiunte le voci prima incerte e poi sempre più sicure di mamme e papà, e anche di qualche nonna e nonno. Inizia con un punto, anzi 10, Leggendo Crescerai, il complesso di azioni di promozione della lettura voluto e sostenuto dalla Fondazione Pol.i.s. insieme al programma nazionale Nati per Leggere e col contributo della RAI che, dall’inizio del 2016, ha seminato Punti Lettura “per le bambine e i bambini e le loro mamme” a Napoli. Una fitta rete di accoglienza e di cooperazione tra organismi del terzo settore, parrocchie, istituzioni, una trama di storie che attraversa la città ogni giorno e mette un Punto negli spazi in cui bambini, a partire dai primi mesi di vita, posso andare con i loro genitori ad ascoltare e leggere storie.

Perché le storie - che sono fatte di parole, immagini, relazioni, sentimenti - nutrono il cervello dei bambini e, ci dicono pediatri e neuroscienziati, agiscono sulla sua plasticità in particolare in quei primi tre straordinari anni di vita in cui (quasi) tutto accade. È il potere della lettura dialogica, quella particolare modalità di leggere insieme in un continuo rimando tra adulto e bambino che agisce sull’area della relazione oltre che su quella dell’apprendimento. È questo che i genitori “assorbono” seduti sul tappeto insieme agli operatori: una nuova modalità per stare bene insieme, ascoltare, dialogare, conoscere i loro figli attraverso il legame che una storia condivisa può tessere.

In un anno e mezzo sono stati allestiti 10 Punti Lettura, di cui uno a Nisida per i bambini dei giovanissimi papà detenuti, adesso ospitato in una suggestiva tenda yurta, la tenda dei popoli mongoli, grazie anche al contributo di Progetto Abbracci onlus. Ciascun Punto Lettura è stato dotato di circa 60 libri per bambini da 0 a 6 anni e qualcosa in più, scelti con accuratezza tra la migliore offerta editoriale per l’infanzia. Un allestimento essenziale e allegro, funzionale a connotare lo spazio lettura messo a disposizione gratuitamente dagli organismi ospitanti. Dieci operatori specializzati in lettura dialogica, editoria per l’infanzia e relazione tra adulto e bambino attraverso il libro; 4428 accessi da maggio 2016 a giugno 2017, 340 incontri, più di 500 libri acquistati e a disposizione nei Punti Lettura.

Leggere ai bambini insieme ai loro genitori, introdurre la pratica della lettura di relazione è un’azione di prevenzione e un dispositivo sociale potente, un’arma contro ogni disuguaglianza, un’opportunità che può cambiare le traiettorie di vita soprattutto di chi nasce in contesti di svantaggio. Non è potente il libro in sé ma la prodigiosa alleanza di segni, immagini, parole, storie, voci, sguardi che sottende l’atto relazionale della lettura condivisa. Leggere ai bambini fa bene, ma leggere con i bambini e i loro genitori, soprattutto nelle realtà più vulnerabili e più povere di strumenti, “fa molto meglio” e fa di più, perché produce cambiamento. Permette di immaginare e immaginarsi dentro percorsi differenti, perché le traiettorie di vita non sono storie già scritte. In territori poveri di risorse culturali e servizi per l’infanzia, dove i tassi di povertà educativa sono elevati e i fenomeni di criminalità e devianza dis-orientano vite giovanissime, seminare e dare continuità all’azione dei Punti Lettura è un atto di audacia. Come audace è perseguire ostinatamente l’idea che un bambino esposto alla lettura fin da piccolo sarà un adulto più consapevole, che pensa e agisce con la propria testa, “mai più schiavo”, come ci hanno insegnato Don Milani e Gianni Rodari interpretando il libro come strumento di emancipazione e di pensiero autonomo e liberante. È questo l’investimento sul capitale umano della nostra città scelto dalla Fondazione Pol.i.s. per sostenere percorsi di prevenzione del rischio sociale e promuovere la cultura della legalità: continuità, sviluppo, stabilizzazione di ciò che funziona e produce bene comune le parole chiave di un orizzonte progettuale che investe sui piccoli e guarda lontano.

I bambini sono lì, assetati di storie e di abbracci. C’è Vincenzo che all’inizio comunicava con pochi cenni del capo e che nel tempo ha imparato a regalare parole più ricche di emozioni e di contenuti. C’è Pablo, irruento e con una gran voglia di esprimersi, che adora le storie e che adesso si incanta quando a leggerle con lui è la voce della mamma. Ci sono i bambini della comunità romena, che scambiano con gli operatori parole in più lingue e insieme raggiungono terre lontane.

C’è Alessandro, che ha smesso di picchiare gli altri bambini durante il tempo della lettura e ha imparato ad ascoltare e a usare le parole, nonostante le ristrettezze linguistiche della sua famiglia, per esprimere le emozioni che ancora lo travolgono.

E c’è Tania, racconta un’operatrice «che che un pomeriggio mi ha salutata con un abbraccio fortissimo e indicando la locandina di Leggendo Crescerai mi ha detto: ‘Ringrazio sempre di aver visto quel foglietto’. Quel foglietto conteneva anche una promessa. E noi la dobbiamo mantenere».

*Coordinatrice Leggendo Crescerai, Fondazione Pol.i.s.

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