Simonetta Lamberti, mamma Angela ricorda la figlia uccisa dalla camorra

Simonetta Lamberti, mamma Angela ricorda la figlia uccisa dalla camorra
di Angela Procaccini*
Lunedì 6 Giugno 2022, 13:24
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«È ormai da molti anni che ho compreso l’importanza di parlare con i ragazzi e i giovani di molte città, dal Nord al Sud, di mia figlia di 11 anni, Simonetta Lamberti, uccisa in un attentato camorristico teso al padre magistrato. Spesso giovani stanchi, giovani annoiati o frenetici, ragazzi dimenticati, ragazzi solitari, ragazzi arrabbiati e sempre, quasi miracolosamente, dall’indifferenza iniziale nei miei confronti, piano piano qualcosa si risveglia in loro, ascoltandomi. Cominciano un po’ alla volta a guardarmi con maggiore attenzione, a seguire le mie parole con interesse più vivo, a trascurare il libro che hanno portato con sé e a fissare me, questa mamma “indomita”, e l’immagine di Simonetta che sempre porto da fargli vedere.

È l’immagine che ormai da anni scorre nell’Aula Magna di tanti Istituti e si riverbera nelle menti e nei cuori dei ragazzi.

E, sempre, questa immagine colpisce come un’icona, come una testimonianza, come un simbolo. Parlano di Lei i capelli lunghi e lucidi di sole, parlano i Suoi occhi di schegge gialle sull’iride verde, parla il Suo vestitino a quadretti bianchi e celesti, semplice e ridente, parla il Suo sorriso sereno, aperto, fiducioso e fidato.

Parla la Sua innocenza e la Sua serenità, quale si avverte evidente, quasi prorompente, la voglia di vivere di questa Creatura che ha disseminato gioia nel breve percorso di vita. Capisco allora perché uno dei suoi assassini non sia riuscito a superare lo strazio del rimorso. Troppo difficile continuare a dormire, mentre gli occhi e la bocca di Lei continuano a sorriderti e a parlarti di gioia di vivere e ti ricordano il misfatto commesso. Troppo complicato continuare una vita di violenza e di malvagità, quando si è seminata la morte fisica a Lei e quella morale alla famiglia. Così racconto a questi ragazzi annoiati, superficiali, spesso tristi o troppo dinamici, di Simonetta, che oggi sarebbe donna. Donna di Amore, di Pace e di Coraggio. E dico, sempre, di stringerla questa loro vita, di non lasciarsela scappare, di non gettarla via con scelte sbagliate o confuse. Perché la vita è sacra, perché è unica, e perché a Lei, Simonetta, mia figlia, è stata spezzata senza un perché.

A quei ragazzi che mi chiedono, finalmente interessati e coinvolti, come ho potuto superare la morte di una figlia, rispondo che hanno ragione. È vero, non si può superare la privazione di un figlio. Anche la lingua italiana respinge questo “oltraggio” alla natura: non esiste infatti un vocabolo che indichi un genitore privato del proprio figlio. Ma poi continuo, e supero il momento di dubbio, dicendo loro che io ci sono riuscita perché mi sono affidata a due grandi motivazioni: l’Amore per il prossimo, per i bambini e i ragazzi che hanno riempito la mia vita di lavoro, in particolare per quelli più difficili e provati, e la Memoria, che mantiene viva Simonetta Lamberti nelle coscienze di tanti ragazzi, che poi diventeranno adulti responsabili».

Ai bambini e ai ragazzi di ieri e di oggi ho dedicato il mio nuovo libro di racconti, «Il silenzio degli adolescenti» (Ed. Graus). Qui, con amore e affetto, seguo le dinamiche psicologiche e morali di bambini e ragazzi spesso incompresi, spesso silenziosi, spesso arrabbiati perché fragili.

*docente e madre di Simonetta Lamberti

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