25 aprile, «Questa festa rappresenta la vittoria dell'umanità sulle barbarie»: Mattarella e Draghi all'Altare della Patria

La celebrazione per il 25 aprile: Mattarella rende omaggio all'Altare della Patria con una corona d'alloro
La celebrazione per il 25 aprile: Mattarella rende omaggio all'Altare della Patria con una corona d'alloro
Domenica 25 Aprile 2021, 10:29 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 02:01
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Una corona d'alloro per il 76esimo anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio così all'Altare della Patria. Con lui, i presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico; del Consiglio, Mario Draghi; della Corte costituzionale Giancarlo Coraggio; il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il capo di stato maggiore della difesa, Enzo Vecciarelli.

Lo scorso anno, a causa del lockdown, la cerimonia non si svolse e il Capo dello Stato si recò da solo all'Altare della Patria, per ricordare comunque l'anniversario. A concludere la celebrazione di questa mattina il passaggio delle Frecce Tricolori.

 

Il discorso del Presidente della Repubblica

«Questa giornata, per gli italiani, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell'umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948». Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 76esimo anniversario della Liberazione. E continua parlando ai giovani. «Resistere allora significò combattere, rischiare di morire. Ma significò anche curare, accogliere perseguitati, testimoniare la propria umanità. Significò scrivere e parlare. Preparare con le idee nuove il tempo della libertà per tutti. Significò coraggio e speranza. Nel momento più buio e drammatico della nostra storia molti italiani, a prescindere dalle loro appartenenze politiche, culturali e religiose, risposero prima di tutto alla loro coscienza per opporsi alla violenza, alla dittatura, all'ingiustizia. In nome della libertà. Resistere fu anzitutto un'assunzione di responsabilità personale, talvolta pagata con la vita. Una disponibilità al sacrificio, una scelta rischiosa fatta come atto di amore per la Patria, per la propria comunità. Un regalo alle generazioni che sarebbero venute dopo».

 

Il fuori programma di Mattarella

Un fuori programma per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 76esimo anniversario della Liberazione. Dopo l'omaggio all'Altare della Patria, il Capo dello Stato si è infatti recato nel popolare quartiere romano del Quadraro, in piazza dei Tribuni, dove si svolse una delle pagine più tristi e tragiche e poco ricordate della storia della Liberazione. Qui ha deposto una corona di alloro davanti al monumento che ricorda il rastrellamento e la deportazione di molti abitanti del quartiere.


<div class="fb-post" data-href="https://www.facebook.com/andreaorlandosp/posts/3878945055532077" data-width="500" data-show-text="true"><blockquote cite="https://www.facebook.com/andreaorlandosp/posts/3878945055532077" class="fb-xfbml-parse-ignore"><p>Per il secondo anno festeggiamo la nostra #Liberazione purtroppo senza manifestazioni e feste di popolo. Con il Comune...</p>Pubblicato da <a href="https://www.facebook.com/andreaorlandosp/">Andrea Orlando</a> su&nbsp;<a href="https://www.facebook.com/andreaorlandosp/posts/3878945055532077">Domenica 25 aprile 2021</a></blockquote></div>
 

Mattarella ieri ha già mandato un messaggio chiaro

È il momento di saper ritrovare una spinta comune per ricostruire l'Italia così come avvenne nel dopoguerra,  Sergio Mattarella, dopo un periodo di silenzio meditato dalla nascita del governo Draghi, torna a far di nuovo sentire la sua voce richiamando politica e cittadini ad una piena comprensione dell'emergenza pandemica e della crisi sociale ed economica.

E lo ha fatto, ieri alla vigilia della festa della Liberazione. «Rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione Repubblicana furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese», premette il presidente della Repubblica in un messaggio inviato, in occasione del 76esimo anniversario della Liberazione, alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Ma lo spunto del passato viene quantomai attualizzato dal capo dello Stato: «Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell'Italia». Il presidente Mattarella ha voluto essere chiaro nel ricordo, quasi ad anticipare negazionisti che ormai da anni si manifestano intorno alla lotta di liberazione dal nazi-fascismo: «Dobbiamo ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, di quanti - ha sottolineato - furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta».

Il discorso del premier Draghi dal Museo della Liberazione

In occasione della Festa del 25 aprile, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è andato anche al Museo storico della Liberazione di via Tasso. Insieme al ministro della Cultura, Dario Franceschini, e accompagnato dal presidente del Museo, Antonio Parisella. Il premier ha dopo aver visitato l'edificio ha fatto il suo interveto. 

«Il linguaggio d'odio, che sfocia spesso nel razzismo e nell'antisemitismo, contiene sempre i germi di potenziali azioni violente. Non va tollerato. È una mala pianta che genera consenso per chi calpesta libertà e diritti - quasi fosse un vendicatore di torti subiti - ma diffonde soprattutto il veleno dell'indifferenza e dell'apatia.» Ed ha continuato «Il dovere della memoria riguarda tutti. Nessuno escluso. Assistiamo oggi, spesso sgomenti, ai segni evidenti di una progressiva perdita della memoria collettiva dei fatti della Resistenza, sui valori della quale si fondono la Repubblica e la nostra Costituzione. E a troppi revisionismi riduttivi e fuorvianti». Conclude dedicando un augurio ai giovani. «In un momento in cui anche i musei riaprono mi auguro che molti giovani abbiano l'opportunità di visitare queste stanze e conoscere le storie dei combattenti per la libertà e capire fino in fondo il senso del loro sacrificio e comprendere che senza il loro coraggio non avremmo la libertà e i diritti di cui godiamo. Libertà e diritti che non sono conquistati per sempre e non sono barattabili con nulla, sono più fragili di quanto si pensi». 

Le parole del ministro della Difesa

«Donne e uomini della Difesa, oggi ricorre il 76esimo Anniversario della Festa della Liberazione. In occasione di una ricorrenza tra le principali della nostra Repubblica, rivolgo a Voi tutti l'invito a continuare con la professionalità, il senso del dovere e il coraggio operoso che vi contraddistinguono da sempre, sulla strada fin qui percorsa al servizio del Paese, trovando forza ed ispirazione in tutti quegli italiani che, in un momento di ben maggiore difficoltà, non lasciarono spazio alla rassegnazione, combattendo valorosamente per riscattarsi come popolo e conquistare la propria libertà». Con queste parole inizia il messaggio del ministro della Difesa Lorenzo Guerini in occasione del 76esimo anniversario della Festa della Liberazione. «Il 25 aprile 1945 segnò la rinascita del nostro Paese. Il trascorrere del tempo non può cancellare la memoria di tutti coloro che hanno combattuto per la libertà e la Democrazia dell'Italia e dei fatti di cui si resero protagonisti. Rivolgo un sentito ringraziamento alle Associazioni combattentistiche, d'arma e partigiane, per l'opera meritoria di conservazione, consolidamento e diffusione dei principi e dei valori che ispirarono la nostra Resistenza. Buona Festa della Liberazione a tutti! Viva le Forze armate! Viva l'Italia!», conclude Guerini.

«Oggi, come allora sappiamo cosa significhi perdere la libertà»

«L'auspicio che desidero condividere con tutti voi in questa giornata speciale è che la libertà sia ancora una volta la cifra su cui costruire la ripartenza del Paese e l'uscita dall'emergenza. Libertà di abbracciarsi e di sognare, libertà di lavorare e scommettere sul futuro, libertà di vivere la bellezza e di riscoprire la nostra amata Italia». Queste le parole del presidente del Senato, Elisabetta Casellati, riportate da Adnkronos,  in occasione dell'anniversario della Liberazione. «Dal 1945 - ricorda la Casellati - abbiamo percorso un lungo cammino che ci ha visto crescere come popolo e come nazione. Eppure, è innegabile che questo 25 aprile ci vede in una condizione di grande fragilità. Forte è il grido di dolore dei tanti malati, delle famiglie in difficoltà, di chi ha perso il lavoro. Oggi siamo tutti al fronte, donne e uomini, nonni e bambini, tutti soldati di una guerra contro un nemico totalizzante che ci ha fatto sperimentare sulla nostra pelle cosa significhi perdere la libertà. Per tali motivi, questo 25 aprile - conclude la seconda carica dello Stato - è diverso, ma c'è un filo sottile che lo lega a quello vissuto 76 anni fa. Perché proviamo in prima persona, cosa significhi trovarsi improvvisamente privati delle nostre libertà. Di fronte a questa prova, però, ancora una volta il popolo italiano sta resistendo, oggi come allora, con armi diverse, come quelle della creatività, del coraggio, della solidarietà e della disciplina sociale».

«Torneremo ad essere liberi»

«Esattamente 76 anni fa eravamo finalmente liberi dagli orrori del nazifascismo. E torneremo ad essere liberi anche dalla morsa di questo maledetto virus. L'Italia e gli italiani hanno coraggio, passione ed energia per continuare a costruire il futuro». Lo scrive su twitter il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini.

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