Gianluigi Paragone cacciato dal M5S: «Sono stato espulso dal nulla»

Paragone espulso da M5S. Di Maio: «Restiamo compatti, senza di noi restaurazione 2.0»
Paragone espulso da M5S. Di Maio: «Restiamo compatti, senza di noi restaurazione 2.0»
Mercoledì 1 Gennaio 2020, 16:40 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 08:40
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Gianluigi Paragone espulso dal M5S. Il Collegio dei Probiviri, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, a quanto si apprende, ha disposto l'espulsione dal MoVimento 5 Stelle di Gianluigi Paragone. L'espulsione è già stata comunicata all'interessato e, tra le altre cose, viene motivata anche con il voto espresso in difformità dal gruppo parlamentare sulla legge di bilancio.

«Sono stato espulso dal nulla. C'era una volta il 33%....ora..», scrive Paragone successivamente pubblicando su Facebook una foto in cui si trova questo messaggio scritto a penna su carta intestata del Senato.

Di Maio: restiamo compatti. Luigi Di Maio nel suo discorso di Capodanno ha invitato i 5 Stelle a serrare le fila in vista dei prossimi gravosi impegni che attendono il governo in questo inizio 2020. In particolare il leader M5S fa riferimento alla fuga dei parlamentari verso la Lega (e qualcuno anche verso il centrosinistra). «Noi dobbiamo credere in quello che stiamo facendo, il 2020 sarà l'anno degli Stati generali, dobbiamo attrezzarci per diventare determinanti. Negli anni '10 siamo stati protagonisti, nel 2020 dobbiamo essere determinanti e per esserlo dobbiamo essere più strutturati. E per farlo dovremo essere compatti. A breve avremo anche i facilitatori regionali e poi a marzo, verosimilmente, ci saranno gli stati generali dove scriveremo la nuova carta di valori del M5S». 



Di Maio: rischio restaurazione 2.0. «Veniamo da anni in cui il Movimento è cresciuto. Ora gli anni '20 dovremo essere determinanti per le politiche pubbliche del governo. Senza il Movimento aboliranno il reddito di cittadinanza, si ridaranno le pensioni d'oro. Senza di noi avremo una restaurazione 2.0». Lo afferma il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, in diretta su Facebook. «Per farlo dovremo essere compatti. C'è qualcuno che sale e cambia treno. Ognuno di noi sa che se entriamo in Parlamento lo dobbiamo al movimento. Chi dice che il movimento era troppo verticistico poi mi chiedeva un incarico, poi non l'ottengono e dicono che il movimento è troppo verticistico. Lo dico guardando al passato», aggiunge.

 

Di Maio insiste sul tema Autostrade

L'altro tema è che il percorso per la revoca delle concessioni ad Autostrade ormai è avviato. Parlando in diretta su Facebook, il capo politico del M5s sottolinea che «nel milleproproghe abbiamo inserito la norma sulle concessioni autostradali. Questo decreto dice finalmente che si avvia un percorso per alcune infrastrutture che ci permette di revocare le concessioni ai Benetton» i quali, ha sottolineato, «è giusto che perdano profitti».

L'avvio della procedura di revoca spetta di fatto al Mit, che - con una lettera ai concessionari, in questo caso Aspi - aprirebbe una fase di contraddittorio al termine della quale decidere sull'effettiva decadenza del contratto, da sigillare con un decreto interministeriale Infrastrutture-Mef. Al di là delle technicality e della norma del Milleproroghe che permette il conferimento ad Anas della gestione temporanea dei tratti interessati dalla revoca, l'intenzione di Di Maio sembra comunque essere più che esplicita. Ribadita peraltro dal M5S, che porta ad esempio il caso Spagna come utile precedente: da oggi alcune concessioni di Abertis (controllata proprio da Atlantia), scrive il Movimento sul suo blog, non sono state rinnovate, con il passaggio in mano pubblica della gestione di alcune superstrade e autostrade.


L'attacco del ministro arriva mentre Aspi deve fare i conti con le conseguenze politiche del crollo di parte della volta della galleria Berté sulla A26 tra Ovada e Masone, avvenuto il 30 dicembre. Convocata d'urgenza a Roma dal ministro alle infrastrutture Paola De Micheli nell'ultimo giorno del 2019, Aspi ha presentato un piano operativo di monitoraggio «della rete autostradale e delle gallerie, effettuato tramite società specializzate esterne». Aspi, in accordo con il Mit, vuole dare un immediato e ulteriore impulso al piano di controllo di tutte le volte della rete, controllo già affidato a un consorzio internazionale guidato dalla multinazionale Bureau Veritas. Il piano, secondo Aspi, «sarà fortemente accelerato e verrà concluso entro i prossimi due mesi». I controlli saranno affiancati anche dall'utilizzo di georadar. Tra l'altro, proprio nella riunione romana del 31 dicembre, è stata decisa la nascita di un osservatorio tecnico che si riunirà ogni 10 giorni presso la sede del Mit per fare in modo che venga rispettato il cronoprogramma delle verifiche su ponti, viadotti e gallerie. L'osservatorio sarà utile a evidenziare disfunzioni e criticità che potranno emergere dalle verifiche e a individuare le modalità di risoluzione dei problemi
». Intanto, Aspi ha concluso le attività di controllo su tutti i 1943 ponti e viadotti della rete mentre sta per terminare il programma di monitoraggi dei cassoni. Sulla base di tali monitoraggi, la concessionaria ha già avviato un programma di manutenzioni che consente di accelerare i cantieri sulle opere d'arte, con 500 interventi su ponti e viadotti per un importo di oltre 370 mln di euro. In materia di sicurezza comunque a partire da quest'anno verrà istituito presso il Mit un Osservatorio permanente di monitoraggio delle verifiche di sicurezza relative a tutte le strade e autostrade gestite in concessione, anche con il coinvolgimento di Ansfisa, l'agenzia per la sicurezza stradale e ferroviaria.
La situazione autostrade comunque resta sotto attenta osservazione in Liguria e desta notevole preoccupazione soprattutto quando il lavoro - specie in porto a Genova e a Vado - riprenderà a pieno ritmo
».

E mentre si predispongono i piani di sicurezza, anche nell'ultimo giorno dell'anno il cantiere sul Polcevera fa notizia: proprio il 31 dicembre, con la città che si preparava a festeggiare il Capodanno, un incendio ha distrutto la castellatura in legno della costruenda pila 13. Il rogo è scoppiato alle 5.20, innescato, secondo i vigili del fuoco, dalla scintilla di un flessibile che ha incendiato del polistirolo e successivamente ha riguardato il cassero, la struttura in legno che serve per dare la forma alle pile di calcestruzzo. Niente di grave, gli operai non sono stati coinvolti e il cantiere ha ripreso immediatamente il lavoro, ma questo incidente comporterà ancora un piccolo, ma fastidioso, ritardo.


Rischio restaurazione 2.0. «Veniamo da anni in cui il Movimento è cresciuto. Ora gli anni '20 dovremo essere determinanti per le politiche pubbliche del governo. Senza il Movimento aboliranno il reddito di cittadinanza, si ridaranno le pensioni d'oro. Senza di noi avremo una restaurazione 2.0». Lo afferma il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, in diretta su Facebook. «Per farlo dovremo essere compatti. C'è qualcuno che sale e cambia treno. Ognuno di noi sa che se entriamo in Parlamento lo dobbiamo al movimento. Chi dice che il movimento era troppo verticistico poi mi chiedeva un incarico, poi non l'ottengono e dicono che il movimento è troppo verticistico. Lo dico guardando al passato», aggiunge.

La stoccata ai parlamentari in fuga. «Qualcuno va al Misto, dicendo che c'è un problema di verticismo, ma sono gli stessi che venivano a chiedermi una carica, mi chiedevano e fare il commissario europeo, il presidente di Commissione, e non lo ottenevano». Lo dice Luigi Di Maio, nel corso di una diretta Facebook, parlando dei deputati e senatori che stanno lasciando il M5S. «Ma se lo ottenevi allora non era verticistico» il movimento, conclude Di Maio.
 

Di Maio insiste sulla revoca concessioni

«Nel milleproproghe abbiamo inserito la norma sulle concessioni autostradali. Questo decreto dice finalmente che si avvia un percorso per alcune infrastrutture che ci permette di revocare le concessioni ai Benetton». Lo ha detto Luigi Di Maio in una diretta facebook. «Tutti si sono scandalizzati perché è crollato il titolo di Atlantia, ma chi si è scandalizzato non lo ha fatto quando è crollato il Ponte Morandi. È crollato il ponte e non si sa di chi è la colpa, invece ogni dichiarazione sulle concessioni è diventata un attentato ad Autostrade».

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