Anna Maria Bigon, chi è la consigliera del Pd che ha votato contro la legge sul fine vita (affossandola)

"Sono una mamma, un avvocato, ho due figli e sono sposata", così si presenta Anna Maria Bigon la consigliera che in Veneto ha votato contro la legge sul fine vita

Anna Maria Bigon, chi è la consigliera del Pd che ha votato contro la legge sul fine vita in (affossandola)
Anna Maria Bigon, chi è la consigliera del Pd che ha votato contro la legge sul fine vita in (affossandola)
di Monica De Chiari
Mercoledì 17 Gennaio 2024, 15:53 - Ultimo agg. 17:08
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Niente da fare per la legge sul fine vita in Veneto. Per un voto, considerato determinante, non è passata la legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito, la votazione finisce 25 a 25. Si trattava delle legge regionale, che avrebbe dovuto regolamentare quanto già stabilito dalla Corte Costituzionale, e cioè tempi e modalità con le quali un cittadino può esercitare il suo diritto a scegliere se morire, in presenza di quattro requisiti: patologia irreversibile, trattamenti di sostegno vitale; sofferenze fisiche o psicologiche insopportabili. Tre sono state le astensioni, due dalla lista Zaia e uno da parte della consigliera cattolica del Partito Democratico Anna Maria Bigon che ieri in Consiglio ha deciso di andare contro corrente rispetto alle direttive (e al voto favorevole) del suo partito. Piovono immediatamente le polemiche per un voto che da subito è stato considerato più dirimente degli altri.

Chi è Anna Maria Bigon

"Sono una mamma, sono un avvocato, ho due figli e sono sposata" cosi si presenta Anna Maria Bigon, 57 anni, vicepresidente della commissione sanità in consiglio regionale del Veneto.

Lo scorso anno è stata eletta vicepresidente provinciale del Pd a Verona, assumendo un ruolo di primo piano in una terra da sempre a vocazione bianca e dove il centrosinistra in passato aveva faticato. La consigliera proviene dal mondo cattolico e ha trovato un primo referente politico in Graziano Del Rio, di formazione dossettiana arrivato prima nel Partito Popolare e poi confluito nella Margherita. A Verona il peso della formazione cattolica in politica si fa sentire più che in altre realtà, in una zona dove sono molti attivi i movimenti Pro Vita che fin dall'inizio si sono battuti contro la legge in questione, minacciando ritorsioni contro la Lega di Zaia. Già dal suo intervento ante voto era chiaro come ogni sforzo di farla propendere per l'approvazione della legge, o di uscire dall'aula in modo da abbassare il quorum, sarebbe stato difficile. «Stiamo trattando uno degli aspetti più intimi della vita di un uomo, che ci grava di una grande responsabilità. Elemento indispensabile per garantire l’effettività dell’autodeterminazione di ogni persona è la disponibilità delle cure palliative, che vanno potenziate e che potrebbero ridurre le domande di suicidio medicalmente assistito», queste le parole della consigliera che hanno poi accompagnato il suo voto di astensione. "Non mi sono astenuta solo io e ci sono stati anche voti contrari. Non capisco perché il mio voto sarebbe stato determinante», ha commentato Bigon dopo il voto concludendo che "la competenza deve essere dello Stato. È un tema etico. Fa strano che ho votato con Fratelli d'Italia ma non lo è anche sottintendere che ci sarebbero stati accordi tra il mio partito e la Lega? Il voto va espresso con libertà di coscienza, una libertà che ci lascia il partito».

La risposta del Partito Democratico

Anna Maria Bigon ha smentito poi di aver ricevuto ordini, pressioni o indicazioni di alcun genere. Una ricostruzione leggermente diversa è quella fornita pubblicamente da Vanessa Camani, la consigliera regionale che è anche capogruppo del Pd. «Come Partito Democratico", ha spiegato Camani, "abbiamo sostenuto convintamente questa proposta. Siamo molto dispiaciuti per il voto espresso dalla consigliera Bigon, alla quale abbiamo riconosciuto piena legittimità e libertà. Detto ciò, il rammarico sta nel fatto che la consigliera, pur consapevole che il suo voto avrebbe fatto da ago della bilancia, cosa che le è stata ricordata, non abbia optato per una scelta diversa, dimostrando così un atteggiamento non rispettoso e che acuisce le distanze all'interno del gruppo». Critici anche dal Movimento 5 Stelle, la consigliera pentastellata Erika Baldin ha affermato: «I persistenti conservatorismi l'hanno avuta vinta, sia per la défaillance delle sedicenti voci liberali e moderate, che ormai sono acquattate sotto l’ombrello della destra più retrograda; sia per il voto della consigliera Bigon, la quale si è assunta la responsabilità di dividere il fronte progressista delle opposizioni». 
A novembre, quando la proposta di legge era approdata in commissione, Baldin aveva chiesto a tutti i partiti di opposizione in Veneto di rimanere compatti «a sostegno di una proposta di legge che segna un passaggio storico per il Veneto e l'Italia nella cultura dei diritti».
Dopo l'esito della votazione molti sono stati i commenti negativi sui social della consigliera «Che vergogna il mancato sostegno al trattamento di fine vita. Che delusione», «Lei si dovrebbe vergognare a prendere i voti di un partito laico e di sinistra per fare il gioco della destra", si legge. L'attuale segretario veronese del Pd Franco Bonfante ha annunciato: "A breve convocherò il direttivo provinciale del Pd, perché la storia non finisce qui".

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