Assegno unico per i figli e salario minimo, il governo tenta di rilanciare sul welfare

Assegno unico per i figli e salario minimo, il governo tenta di rilanciare sul welfare
​Assegno unico per i figli e salario minimo, il governo tenta di rilanciare sul welfare
di Luca Cifoni
Martedì 11 Febbraio 2020, 08:15 - Ultimo agg. 10:56
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Il governo tenta di rilanciare sulla famiglia: il tema è stato al centro della riunione di governo dedicata alla verifica del programma, la cosiddetta Agenda 2023, convocata ieri dal presidente del Consiglio. Al termine dell'incontro, dedicato ai temi occupazione e welfare, è stato lo stesso Conte a far sapere che il progetto noto come Family Act dovrà essere messo al centro dell'agenda. Operazione non semplice anche dal punto di vista procedurale, visto che al momento esistono due progetti diversi: il disegno di legge che ha come primo firmatario Graziano Delrio e quello, ancora non presentato, a cui sta lavorando la ministra della Famiglia Elena Bonetti. Nei prossimi giorni il precorso della verifica proseguirà con gli approfondimenti su questi quattro sottotemi: pensioni; salario minimo (altro nodo politico sul quale si tenta di accelerare), equo compenso e rappresentanza sindacale; occupazione, formazione e ammortizzatori sociali; sicurezza sul lavoro. Il confronto sulla previdenza si collega evidentemente con quello in corso con i sindacati.

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Sul tema famiglia, secondo quanto fatto filtrare da fonti di Palazzo Chigi, Conte ha sollecitato un approfondimento già questa settimana per definire «un percorso condiviso una strategia integrata che, pur attraverso due strumenti normativi, definisca un complessivo Family Act che incida concretamente ed efficacemente nella vita delle famiglie, favorendo in particolare quelle più numerose».In comune i due provvedimenti hanno soprattutto un obiettivo: rimettere ordine nell'attuale ampio catalogo di strumenti di sostegno per il nucleo familiare, in modo da rendere l'intervento più efficace e meno complicato per gli interessati. L'impegno politico è però garantire non solo la semplificazione (un solo iter al posto delle attuali domande e certificazioni da presentare) ma anche - per ciascuna famiglia - un vantaggio economico con il futuro schema rispetto alla somma degli attuali benefici. Il primo nodo da sciogliere riguarda proprio il percorso legislativo. Sul disegno di legge Delrio molto lavoro è stato fatto, tra dibattiti politici e audizioni tecniche. Ma la stessa legge di bilancio prevede un apposito disegno di legge collegato del governo, per cui bisognerà appunto decidere come integrare i due testi. Poi c'è ovviamente il nodo delle risorse: quelle che oggi finanziano i vari strumenti di sostegno (detrazioni, Irpef, assegni al nucleo familiare, bonus bebè e asilo nido e altri ancora) valgono circa 25 miliardi l'anno, secondo la valutazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Bisognerà decidere quali trattamenti in vigore cancellare e con quale tempistica. Un punto (che è anche politico) sembra essere assodato: il nuovo assegno non dovrà interferire con il reddito di cittadinanza voluto dal Movimento Cinque Stelle.

Quale sarà l'importo base del nuovo assegno? Al momento su questo punto sono ancora in corso molte simulazioni; nell'ambito del ddl Delrio era stata ipotizzata una somma di 240 euro al mese per ciascun figlio fino ai 18 anni, destinata a scendere a 80 tra i 18 e i 26. Ma questo sarà probabilmente uno degli ultimi aspetti a essere definito. Il progetto a cui lavora Elena Bonetti comprende comunque altri aspetti: la conciliazione dei tempi tra lavoro e famiglia e la riforma dell'istituto dei congedi parentali. In quest'ultimo ambito si lavora all'incremento dei giorni obbligatori per i padri (fino a 15) e all'introduzione di nuove finalità specifiche, come i colloqui scolastici per i figli.
 

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