«Autonomia o a casa», l'altolà di Giorgetti, duello anche sulla Flat tax

«Autonomia o a casa», l'altolà di Giorgetti, duello anche sulla Flat tax
«Autonomia o a casa», l'altolà di Giorgetti, duello anche sulla Flat tax
di Diodato Pirone
Domenica 28 Luglio 2019, 10:51
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Domani il premier Giuseppe Conte aprirà il confronto con i sindacati sul tema del Mezzogiorno. Cgil, Cisl e Uil ci arriveranno con una piattaforma piuttosto agguerrita e già chiedono che l’esecutivo apra i cordoni della Borsa con l’obiettivo di creare nuove occasioni di lavoro.

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Non sarà facile per Conte indicare impegni precisi. La sua maggioranza, infatti, continua a essere impegnata in un estenuante muro contro muro. Ieri ad esempio è stata battaglia sul fisco con corredo di qualche punzecchiatura sul tema del salario minimo che piace tanto ai 5Stelle (ma finora senza una proposta dettagliata) e che non piace alla Lega. Ieri sera il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, è tornato a mettere sul tavolo il tema dell’Autonomia parlando ad una festa della Lega a due passi da Varese: «Il governo va avanti solo se i 5Stelle accettano l’Autonomia differenziata», ha detto Giorgetti scalfendo il suo tradizionale aplomb. 
Intanto sul fisco per il momento si capisce che si farà qualcosa ma gradualmente e con il primo obiettivo di semplificare il sistema, ha assicurato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nonostante il pressing della Lega.
«Sulla flat tax non c’è ancora un disegno definitivo, ma i criteri su cui concordiamo tutti sono la semplificazione e la riduzione della pressione fiscale. Sarà il tavolo al Mef delle prossime settimane a delineare gli ambiti di intervento. Sulle tasse, comunque, invece delle chiacchiere noi stiamo facendo cose concrete», ha detto invece oggi la vice ministro, sempre del Mef, Laura Castelli. 

«CI PENSO IO»
«Lasciate fare a noi. Grazie!» manda a dire il sottosegretario al Mef Massimo Biotonci (Lega) che aggiunge «leggo in questi giorni interviste fantasiose, da parte di chi non ha esperienza amministrativa, né professionale, persone che possono solo ‘copiarè e parlare per ‘sentito dirè». Il sottosegretario sottolinea che «l’unificazione Imu/Tasi» sostenuta dai M5s e illustrata dal viceministro Laura Castelli in un’intervista «è una proposta della Lega».
Castelli infatti delinea quella che dovrebbe essere la local tax annunciata dal leader del M5S, Luigi Di Maio: «Interverremo sugli enti locali - spiega -, nella manovra di bilancio verranno unificate la Tasi con l’Imu. E soprattutto una vera e propria rivoluzione, la tassa sugli immobili si pagherà in sede di denuncia dei redditi e non più con le solite scadenze due volte l’anno. Ma soprattutto sarà possibile compensare i crediti fiscali che emergono dalla denuncia dei redditi per pagare la nuova Imu-Tasi». In sostanza «nascerà una tassa unica comunale. Le sei tasse, dal suolo pubblico alla pubblicità ai canoni, verranno accorpate in una sola. Ne beneficeranno anche gli ambulanti che potranno pagare un tributo forfettario giornaliero e non più correre tra vari sportelli per pagare le varie imposte».
«Le dichiarazioni del Viceministro Castelli preoccupano sotto più aspetti» ribatte subito il presidente di Assopopolari Corrado Sforza Fogliani: «Il Paese ha bisogno di fiducia e questa non tornerà finché gli italiani non si vedranno restituire i miliardi di cui sono stati privati con la caduta dei valori immobiliari».
Anche se non c’è ancora un «disegno definito» e soprattutto condiviso all’interno dell’esecutivo gialloverde, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha tratteggiato le linee guida dell’intervento allo studio del governo alle parti sociali nel tavolo sulla riforma fiscale in attesa di quello sul Sud e di quello sul lavoro in programma per l’inizio della settimana successiva. Il calo delle tasse, rappresenta una priorità per tutto il governo anche se le ricette dentro la maggioranza restano appunto al momento distanti. Il ministro non ha mai fatto mistero di prediligere una riduzione delle aliquote, progetto abbracciato anche dal M5S, mentre la Lega continua a spingere per il 15% sui redditi fino a 50-60mila euro.
 

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