Il monito di Mattarella: «L’unità rafforza l’Italia, bisogna unire e non dividere le energie»

Il Presidente a Brescia, capitale della cultura con Bergamo: ripartenza post-Covid

Il monito di Mattarella: «L’unità rafforza l’Italia, bisogna unire a non dividere le energie»
Il monito di Mattarella: «L’unità rafforza l’Italia, bisogna unire a non dividere le energie»
di Mario Ajello
Sabato 21 Gennaio 2023, 00:12 - Ultimo agg. 00:24
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Standing ovation di tre minuti per il presidente Mattarella. Lo applaudono 205 sindaci e un migliaio di presenti quando arriva al Teatro Grande di Brescia, per la cerimonia di apertura di Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura. L’inno di Mameli cantato da un coro di bambini, l’Inno alla Gioia che è quello della Ue e comincia la cerimonia. Nella quale, a leggere bene dentro le parole di Mattarella, si parla anche - non espressamente ma chiaramente - del tema dei temi sul piatto della politica attuale, ossia della questione dell’autonomia. Il Capo dello Stato insiste sul valore della cultura come vincolo, come legame, come mastice della nazione. E in tempi di autonomismo nordista, questa insistenza non passa inosservata. «E’ una forza dei campanili quella di saper unire e non dividere le energie. Voi raccogliete, nel Nord del nostro Paese, lo stesso testimone di Procida a conferma dell’unità che rafforza la patria». Parole molto esplicite, difficilmente condivisibili dai profeti e dai propagandisti dell’individualismo neo-regionalista. E ancora: «La cultura è anche coraggio di superare presunti antagonismi, di scavalcare muri, di uscire dagli schemi». Ed è strettamente connessa con la libertà, secondo il ragionamento di Mattarella: «La libertà di studio, di ricerca, di espressione del proprio pensiero. Ce lo ricorda la nostra Costituzione. L’esercizio che Brescia e Bergamo, Capitale della cultura, si apprestano a intraprendere è, quindi, un grande esercizio di libertà, cui guarderà l’intero Paese».

L’evento si tiene in contemporanea nelle due città, a Brescia e a Bergamo dove c’è il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e spiega in questa città che è stata martoriata dal Covid: «La cultura da sempre è il forte antidoto alla sofferenza e funge anche da forte spinta per il rilancio economico e sociale». 

«Brescia e Bergamo - incalza Mattarella - sono due esempi di virtù civiche di ieri e di oggi».

Colpite duramente dal morbo, «hanno saputo reagire, dando vita e alimentando con i loro valori quel modello di solidarietà che ha consentito di affrontare la crisi. Ma poi nell’anno trascorso abbiamo vissuto il sollievo della ripartenza. Le attività economiche, le espressioni sociali, la vita quotidiana, hanno ripreso ritmi più consueti. Bergamo e Brescia, tuttavia, non si erano fermate». E insomma, «innovare, guardare all’avvenire, confidare nella capacità dell’uomo di saper superare le avversità. Così si è dato vita a un percorso concreto che trova, oggi, ulteriore sanzione con l’avvio di un anno che vede Brescia-Bergamo Capitale della cultura». 

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LA TENACIA

La cultura, nel discorso di Mattarella, è uno scrigno di valori. E qui il ragionamento coinvolge la questione ucraina. «Siamo consapevoli - osserva il Capo dello Stato - che nella costruzione di una pace giusta la cultura, nella sua dimensione universale, è chiamata a giocare un ruolo, nel colmare le distanze, nel ricostruire rispetto e coesistenza, nell’unire gli uomini». «La conoscenza e le arti in tempi così difficili come quelli che attraversiamo - incalza il Presidente - si ergono, ancora una volta, come irrinunciabili punti di riferimento. Stiamo rivivendo in Europa la tragedia della guerra ed è proprio il mettere la dignità, quella integrale della persona, al centro di ogni azione che ci porta a stare dalla parte di chi è aggredito, di chi lotta per l’indipendenza e per la libertà». 

E dunque spazia tra Italia e Europa il discorso mattarelliano. In cui viene sottolineata l’importanza nazionale e universale della cultura - bella la citazione da Marguerite Yourcenar dedicata a musei e biblioteche come «magazzini cultura» dove «ammassare riserve contro l’inverno dello spirito» - e messa in relazione con la solidarietà tra i popoli e dentro i popoli. Come quello italiano in cui la tenacia di ogni territorio nel creare cultura e nel volersi riconoscere in una cultura comune da Nord a Sud diventa fattore di forza e di crescita. Le virtù civiche e patriottiche di ogni parte della Penisola - anche se ieri il focus presidenziale è stato su Brescia e Bergamo - concorrono nel dare peso e reciproco riconoscimento a tutto l’insieme. Ecco, quello di cui parla culturalmente Mattarella è un Paese da salvaguardare nella sua interezza.

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