Popolare di Bari, Conte corre ai ripari per evitare lo scontro aperto con via Nazionale

Popolare di Bari, Conte corre ai ripari per evitare lo scontro aperto con via Nazionale
di Marco Conti
Martedì 17 Dicembre 2019, 07:57 - Ultimo agg. 15:57
4 Minuti di Lettura

ROMA La crisi della Popolare di Bari e il suo salvataggio riportano a galla questioni mai risolte, come il complicato rapporto tra la maggioranza e Bankitalia, e lo stallo nel quale giace da mesi la Commissione Banche. Istituita per legge dal precedente governo, sono settimane che i 40 componenti scelti dai partiti non riescono a far partire i lavori della Commissione per il mancato accordo sul nome del presidente. Dopodomani è in calendario una nuova convocazione della bicamerale, i grillini premono, ma l'accordo ancora non c'é. Così come non c'è sui due vicepresidenti e i due segretari. Di Maio però in questi giorni l'ha rilanciata più volte, ma l'accordo con Pd, IV e Leu non è facile e nel M5S spuntano ogni giorno nuovi candidati anche se ufficialmente il Movimento resta su Elio Lannutti.

Popolare Bari, tensione nel governo. Conte: non tuteleremo i banchieri. Di Maio: «Chi vigilava?»
Popolare di Bari commissariata: scontro nel governo, salvataggio bloccato. Conte: «Non tuteleremo nessun banchiere»

IL CLIMA
Contro il senatore grillino, ex dipietrista, c'è però una sorta di veto del Pd e di Italia Viva che lo accusano di dare credito a teorie complottiste ed antisemite. Far fare un passo indietro a Lannutti non è però semplice, visto lo stretto legame che ha con Beppe Grillo incontrato anche di recente a Roma. Resta il fatto che Di Maio vorrebbe chiudere la questione in modo da far decollare la Commissione ed è per questo che sono cominciati a circolare nomi di altri possibili candidati. A cominciare da quello di Carla Ruocco che lascerebbe la presidenza della Commissione Finanze della Camera a Fabio Melilli (Pd). In pista i grillini mettono anche Raphael Raduzzi, deputato molto critico sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Visto che il Pd non sembra avere fretta, è quindi probabile che anche la riunione di giovedì non sarà quella buona.
 



A pesare sulle possibili scelte è il clima da scontro che si è riacceso con via Nazionale a seguito della crisi della Popolare di Bari e del decreto con il quale il governo ha provveduto a salvarla. L'altra sera, durante il consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha provato a difendere l'operato di Palazzo Koch leggendo una lunga relazione - fornita dalla Vigilanza - nella quale si faceva sintesi dei ripetuti interventi sulla banca di Bari. Malgrado ciò ieri al Senato i grillini hanno continuato ad attaccare e se si sommano le critiche di Giorgia Meloni (FdI) e quelle del giorno prima di Italia Viva e della Lega, il fronte comincia ad avere una certa consistenza anche se gli obiettivi finali sono diversi.

Un anno fa la Commissione Banche venne istituita con l'argomento che sarebbe servita per completare il lavoro della Commissione presieduta da Pierferdinando Casini. Ovvero la creazione di nuove figure penali in grado di sanzionare meglio i responsabili dei crac e dare a Bankitalia gli stessi poteri investigativi che ha la Consob compreso il possibile uso della polizia giudiziaria. Ora però il clima si è surriscaldato e, mentre la riforma delle Popolari del governo Renzi è ferma, c'è il rischio che prevalgano logiche ritorsive in grado, come teme il Pd, di screditare Bankitalia e, di conseguenza, il Paese. A febbraio la legge istitutiva della Commissione rimase un mese ferma al Quirinale e la firma venne accompagnata da una lunga lettera del Capo dello Stato e da un incontro che Sergio Mattarella ebbe con i presidenti delle Camere Fico e Casellati. I poteri attributi alla Commissione, equiparabili a quelli della magistratura, la durata legata alla legislatura (e non di sei mesi come la precedente) e il perenne clima da campagna elettorale, rischiano di trasformare il lavoro della Commissione in una sorta di clava su un sistema bancario non proprio stabile.

LA CAUTELA
E' per questo che palazzo Chigi si muove con estrema prudenza ed è pronto a sollecitare i partiti di maggioranza alla cautela anche in vista di un nuovo pacchetto di nomine che dovrebbero fare a breve i vertici di Bankitalia. Da gennaio l'attuale direttore generale Fabio Panetta rappresenterà l'Italia nel direttorio della Bce. Il fuoco di sbarramento di questi giorni si spiega forse anche nel tentativo di condizionare in qualche modo le scelte del governatore Ignazio Visco e coloro che danno quasi per scontata la nomina a direttore generale dell'ex Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco, e la nomina nel direttorio di Piero Cipollone. già consigliere economico di Giuseppe Conte.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA