Bonafede e i boss scarcerati: la rete di Colle e premier per blindare il ministro

Bonafede e i boss scarcerati: la rete di Colle e premier per blindare il ministro
di Emilio Pucci
Sabato 9 Maggio 2020, 11:46 - Ultimo agg. 12:33
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È vero che i renziani la mozione di sfiducia del centrodestra targata Salvini difficilmente la voteranno ma visto che Bonafede non è un ministro qualunque Pd, Leu e M5s provano a far quadrato. Martedì nell'informativa che il Guardasigilli terrà alla Camera ci sarà una difesa d'ufficio', così il giorno successivo al Senato, anche se i dem hanno consigliato il ministro della Giustizia di rinviare l'appuntamento a palazzo Madama. Troppa la tensione sul caso Di Matteo e soprattutto sulla storia delle scarcerazioni dei boss.

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Il Quirinale si tiene lontano dalla prima questione. Ma per quanto riguarda la seconda c'è la convinzione che Bonafede agirà nel solco della Costituzione, visto che non si può intervenire con legge sulle ordinanze o sulle sentenze della magistratura perché verrebbe meno il principio di separazione dei poteri.

Nessun warning' e non c'è intenzione di intervenire su un provvedimento che spetta al governo preparare. Del resto gli uffici legislativi del ministero della Giustizia sono a conoscenza dei limiti costituzionali che il dl non può oltrepassare. Tra l'altro il Colle ha ben chiaro che le scarcerazioni sono dovute a ordinanze della magistratura, che quella decisione non è in capo al ministro, spetta solo ai giudici.

La misura in elaborazione prevede una sorta di tribunale del riesame', che i giudici di sorveglianza possano disporre una nuova valutazione (resta quindi l'insindacabilità delle scelte dei magistrati che non potranno in alcun modo essere annullate) entro il termine di 30 giorni. Ma la questione resta complessa, in quanto molti giudici gia' hanno fatto sapere che dovra' essere il Dap ad assumersi la responsabilità, garantendo le condizioni sanitarie per chi è fuoriuscito dal carcere. Un rompicapo' giudiziario (in realtà nell'elenco di quelli che sono stati scarcerati solo 3 sono al 41 bis) che rischia comunque di creare un incidente in Parlamento.

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A sminare il terreno non sarà solo il varo del dl che dovrebbe approdare sul tavolo del Cdm prima o parallelamente al dl sulle misure economiche. Per blindare il capo delegazione M5S si è mosso direttamente Conte. «Basta scontri», su un tema che riguarda gl italiani, chiederà il premier che sta tessendo una tela' di protezione. Già due giorni fa ha chiesto alla delegazione di Iv di non fare scherzi. Per fortuna del governo si è mosso anche Salvini.

SCONTRO A DESTRA
«Nella direzione sbagliata», dicono molti moderati di FI perplessi sulla strategia della mozione di sfiducia. «Così abbiamo compattato la maggioranza», la tesi. Del resto ieri lo scontro era tra il Capitano e i ministri renziani, con il Pd che interpreta l'attendismo di Renzi sulla mozione di sfiducia come un bluff. «Non farà mai cadere il governo», il refrain'. Anzi c'è chi tra i dem e M5s scommette che presto l'ex premier cambierà schema. Se dovesse incassare il sì al piano sulle infrastrutture «si vestirà da responsabile per cercare di risalire nei consensi», il ragionamento. In una querelle' che è diventata tutta politica martedì l'azzurro Costa lancerà un appello nell'Aula di Montecitorio: ì«Voltiamo pagina. Superiamo gli steccati dei partiti e stringiamo un patto a prescindere dalla durata del governo». La riforma della giustizia insomma come la riforma della legge elettorale.
 

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