In trattoria Di Maio, Conte e Salvini stringono sulle nomine Rai: Paterniti verso il Tg1 ma Matteo resiste

In trattoria Di Maio, Conte e Salvini stringono sulle nomine Rai: Paterniti verso il Tg1 ma Matteo resiste

di Mario Ajello
Martedì 23 Ottobre 2018, 07:25 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 15:45
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Il menù della cena a tre, Conte-Di Maio-Salvini, al ristorante da Sabatino poco distante da Palazzo Chigi, ha come piatto forte (oltre a antipasto, cacio e pepe e vino rosato) quello della Rai. Ovvero la lista Salini, con dentro i nomi che l'ad di Viale Mazzini vuole collocare sulle poltrone di direttore dei tiggì e delle reti. Le nomine si faranno probabilmente nel Cda Rai di giovedì, ma ancora dev'essere convocato, e intanto la cena, a quanto pare a carico del premier con Salvini che ha scherzato con i giornalisti sul fatto «di non aver mai visto manine e men che mai al ristorante a pagare il conto», serve a definire l'accordo politico sulle figure giuste e sul «questo dove lo metto».
Il premier Conte vuole dire la sua.
 

 

E i due vicepremier, i veri player di questa partita in cui comunque Salini ha messo molto del suo stile e del suo approccio più attento alle professionalità che ai profili politici, si confrontano fino a tarda notte sulle proposte e sulle caselle. Lo schema Salini prevede la scelta di interni - ma un esterno, Francesco Piccinini, direttore di FanPage, è in predicato di andare alla guida del settore web della Rai - e insomma il profilo dei papabili è quello di gente che conosce già la macchina della tivvù di Stato, perché ci sta dentro da tempo.

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La Salini's List al momento di sedersi a tavola aveva ricevuto l'ok di massima da parte di Di Maio. Mentre il leader del Carroccio nutriva ancora qualche perplessità. Lo snodo di tutto resta il Tg1. Su cui Salvini ha ancora insistito, dicendo che Gennaro Sangiuliano, attuale vice del telegiornalone, ha tutti i numeri professionali per poterlo guidare. E' troppo sovranista però, agli occhi di Di Maio, mentre Conte cerca di mediare. La partita è agli sgoccioli. E l'elenco del dg è questo: il Tg1 a Giuseppina Paterniti, Rai1 a Marcello Ciannamea: la prima gradita all'aera grillina, il secondo a quella leghista. Il Tg2 a Sangiuliano, Rai2 a Maria Pia Ammirati (vicino al centrodestra l'uno, avvicinatasi nei paraggi di M5S l'altra). Tg3, a Giuseppe Carboni (che finora ha seguito i grillini per il Tg2 e dai grillini è apprezzato), Rai3 a Stefano Coletta (confermato).

Questo lo schema di prima linea. Con la possibilità però che, nel caso Salvini riesca in extremis a strappare il Tg1 per Sangiuliano, Carboni possa finire al 2 e Luca Mazzà restare al 3 (o RaiNews). Con il beneplacito del leader leghista che ne apprezza l'equilibrio.

Una volta fatto il Tg1, è fatto tutto il resto, considerando anche che la potentissima TgR è già ipotecata al Carroccio con la sicura conferma di Alessandro Casarin (ora ha l'interim). Non è escluso che nella partita del Tg1 rientri anche Federica Sciarelli. Manca poco alla fumata bianca. Proprio per questo - oltre che per la questione Fazio che ha invitato in trasmissione il sindaco indagato di Riace, Mimmo Lucano, e che ieri è stata al centro di una telefonata preoccupata tra Salini e il presidente Foa - l'atmosfera non è rilassatissima. Anche perché tra Di Maio e Salvini i rapporti ormai sono molto deteriorati. La Paterniti, esperta di esteri e poco avvezza alla politica italiana, sarebbe arrivata in area M5S - così si racconta - tramite Chiara Ricchiuti: che ora è braccio destro di Rocco Casalino, e prima è stata vice di Fabiola Paterniti, sorella della giornalista attualmente alla Tgr. Il suo profilo al Settimo Piano piace, e anche a Di Maio. Ma il leader leghista, dopo l'affaire «manina», pur non considerando il Tg1 come una grande macchina di consenso di partito non è disposto a fare concessioni al rivale pentastellato. In cambio del Tg1 può però incassare la radio (con Ludovico Di Meo) che in aggiunta a Rai1, al Tg2 e alla TgR è un buon bottino.
 

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