Comunali 2021, il voto non scalfisce Draghi: avanti sulle riforme con l'incognita Quirinale

Elezioni, preoccupa il fronte del centrodestra

Comunali 2021, il voto non scalfisce Draghi: avanti sulle riforme con l'incognita Quirinale
Comunali 2021, il voto non scalfisce Draghi: avanti sulle riforme con l'incognita Quirinale
di Francesco Malfetano
Martedì 5 Ottobre 2021, 09:27 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 19:16
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Vince il Pd, crollano Lega e Forza Italia, e annaspa il Movimento 5 stelle. A guardare i dati del primo turno delle comunali 2021 con gli occhi di Mario Draghi il quadro potrebbe sembrare drammatico. Una porzione consistente della maggioranza ha incassato risultati tremenendi alle urne, con il rischio di generare squilibri incredibili nell'esecutivo. Con le rispettive basi che fremono perché la coabitazione governativa ne ha frenato l'input populista. «Il sovranismo non funziona più» potrebbe essere la sintesi degli ultimi mesi. Insomma gli ingredienti sono quelli di una potenziale esplosione. Eppure il voto non pare aver affatto intaccato la solidità del premier, anzi. L'ex Bce tira dritto e cggi, nel giro di tre ore, si presenterà alla cabina di regia e al Consiglio dei ministri con l'intento di andare avanti sulla delega fiscale. Il messaggio è chiaro: chi vuole sfilarsi, lo faccia sulle riforme, perché la linea di Palazzo Chigi non cambia

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Gli occhi sono chiaramente puntati su Lega e M5s che però, prima di rilanciare e strutturare una reazione organica ai pessimi risultati raccolti, avranno bisogno di tempo. Mettersi a battagliare all'interno del governo ora, più che rinnovarne il vigore rischia di logorare ulteriormente gli animi. Usare un'eventuale opposizione a Draghi per serrare le fila nei partiti, questa volta non gli consentirà sciogliere i nodi interni per il semplice fatto che le posizioni sono molto distanti (Di Maio-Conte-Grillo nei cinquestelle potrebbero fare del Movimento una guerra tra bande ma attenderanno di avvicinarsi alle elezioni per farlo, e lo stesso vale per il duello Salvini-Giorgetti/governatori nel carroccio). E allora il mirino finisce per puntare il Quirinale. La corsa per il Colle diventa quindi il principale motivo di instabilità, ma anche il puntello che tiene in piedi l'esecutivo. 

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A preoccupare di più è il fronte del centrodestra. Già delicato per la collocazione all'opposizione della Meloni, con la sconfitta di Salvini finiscono nuovamente sul tavolo anche le intenzioni di voto della Lega, fino ad ora date per acquisite.

Il carroccio studierà nuove mosse e non è detto che non puntino a spaccare la maggioranza per insidiare FdI nella coalizione. Dal canto suo la Meloni continua nel suo sistematico tentativo di bruciare il nome di Draghi al Colle o, nella versione alternativa, ottenere elezioni subito e monetizzare il più possibile il tesoretto di voti accumulato in questi mesi di opposizione (e sfruttare la debolezza leghista).

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Nulla di particolarmente nuovo in pratica, solo che l'ineluttabilità dei dati usciti dalle urne non consente più ai leader di far finta di nulla. In altri termini per il governo cambierà poco nelle prossime settimane, se non che i progetti per l'immediato futuro dei partiti "in bilico" diventeranno sempre più votati alla ricerca del consenso più che alla definizione delle riforme. 

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