Conte apre a Renzi su Recovery e rimpasto. Ma la crisi non è ancora esclusa

Conte apre a Renzi su Recovery e rimpasto. Ma la crisi non è ancora esclusa
Conte apre a Renzi su Recovery e rimpasto. Ma la crisi non è ancora esclusa
Sabato 9 Gennaio 2021, 19:59 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 08:19
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Martedì il Recovery plan, poi il tavolo per il patto di legislatura e un corposo rimpasto. Ecco l'offerta finale a Matteo Renzi. Giuseppe Conte la mette sul tavolo. Se Iv la respingerà - è il sottotesto - è pronta la sfida in Aula, in nome del «bene comune» e del servizio al Paese. Le posizioni restano distanti: a Italia viva le parole del premier non sembrano bastare, i renziani invocano «risposte» e restano pronti alla rottura, con le dimissioni delle due ministre Iv. Il Pd, ma anche il M5s e Leu, spingono per l'accordo, senza più rinvii. E provano a spuntare le armi al logoramento di Renzi.

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È l'ultima chiamata, sembra avvertire il premier in un lungo post su Facebook. Al centro Conte pone il piano vaccini («Siamo primi in Europa») per un Paese «sfibrato» e la cui «tenuta» è «a rischio». Arriverà già la prossima settimana in Cdm, annuncia, non solo un Recovery plan che è patrimonio «di tutto il Paese» ma anche un nuovo scostamento di bilancio - che dovrà essere votato a maggioranza assoluta in Parlamento - per finanziare un altro decreto ristori. La mano tesa è nel lavoro in corso per recepire le richieste dei partiti sul Recovery, con un rafforzamento del capitolo sanità (per sminare il Mes), ma anche di quelli scuola e digitalizzazione delle imprese. Ed è nella volontà dichiarata di «rafforzare la coesione delle forze di maggioranza e la solidità della squadra di governo» (i partiti leggono: rimpasto).

Sulla base del «contributo di tutti» i partiti il premier annuncia che sta preparando «una lista di priorità» per il prosieguo della legislatura da discutere con la maggioranza, per «superare le fibrillazioni». Ma poi c'è l'avvertimento: a chi gli chiede «pazienza», il premier dice di essere «impaziente» di lavorare «per il Paese». Se la condizione di Renzi è che il premier si dimetta per dar vita a un Conte ter, è una condizione ritenuta non accettabile. «Fino all'ultimo lavorerò per il bene comune e non per il mio utile personale e farò ogni sforzo possibile per assolvere questo delicato incarico con »disciplina e onore«», dice il premier con parole che - ricorda qualcuno - riecheggiano quelle dette prima di andare al Colle, dopo lo strappo di Salvini.

Sono le ore dei «pontieri», dei mediatori. Dario Franceschini e Graziano Delrio, in asse con il segretario Pd Nicola Zingaretti, inviano all'ex segretario un messaggio: con «buonsenso e buona volontà» è possibile «evitare una crisi in piena pandemia» e scrivere il nuovo patto di governo. Altrimenti, avvertono, Iv dovrà assumersi la responsabilità di bloccare Recovery e ristori. C'è tempo fino a lunedì sera (il Cdm potrebbe essere anticipato) o martedì per trovare l'intesa o Renzi sancirà la rottura. Non impedirebbe, secondo alcune fonti, di approvare il Recovery in Cdm e voterebbe anche lo scostamento di bilancio, ma con le dimissioni di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, aprirebbe la crisi. Non ci sarebbero stati contatti diretti tra il leader di Iv e il premier negli ultimi giorni. I due si sarebbero sentiti, a quanto viene riferito, solo via messaggio per gli auguri di Natale e Capodanno.

Poi a Renzi, sempre via messaggio, Conte avrebbe annunciato il 6 gennaio l'arrivo della proposta aggiornata di Recovery da parte di Roberto Gualtieri. Fine delle comunicazioni. Ma gli ambasciatori sono al lavoro e non si escludono contatti nelle prossime ore. Il leader di Iv intanto convoca un'assemblea dei suoi parlamentari: serra le fila e cerca di evitare defezioni (finora sempre negate), in vista del passaggio finale, decisivo. Dopo le tensioni al tavolo di venerdì sera a Palazzo Chigi, con un duro confronto tra Conte e Maria Elena Boschi, il senatore di Rignano rilancia su Twitter il Mes e la richiesta di lasciare la delega ai Servizi segreti.

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Gli spazi per il rimpasto, dicono gli ambasciatori, ci sono tutti: si tratterebbe su due ministeri di peso a Iv e il sottosegretario alla presidenza o la delega al Recovery al Pd. « Conte vuole andare alla conta sul Recovery e lo scostamento», resta convinto un dirigente renziano: «Ma i responsabili non ci saranno e nascerà un nuovo governo con un premier Pd o come Marta Cartabia o Mario Draghi», prevede un deputato di Iv. Intanto i renziani denunciano la caccia ai responsabili del premier, che sarebbe testimoniata dall'intervista in cui Ugo Grassi, senatore ex M5s ora leghista, racconta che Conte gli avrebbe offerto un incarico per non lasciare la maggioranza. Da Palazzo Chigi la smentita è secca e indignata: parole «false» e «diffamatorie» su un incontro risalente al novembre 2019. Ma Davide Faraone da Iv ricorda la presunta compravendita per cui fu incriminato Berlusconi: «Cercano nuovi Scilipoti?», domanda. Dal Pd replica Marco Miccoli: «Quando Renzi rafforzava la sua maggioranza, li chiamava responsabili...».

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