«Se siamo più prudenti adesso riapriamo bene in estate, se siamo imprudenti adesso in estate torniamo in lockdown. La nostra prudenza è legata al fatto che ci sono ancora dei rischi, dobbiamo fare presto su tutto, aiutare le imprese e i lavoratori che sono in difficoltà ma il 4 maggio riaprono una buona parte delle imprese, 4 milioni di persone vanno a lavorare, è un primo passo importante. Ma attenzione, nessuno aveva parlato del 4 maggio come il liberi tutti». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a La Vita in Diretta, il programma di Rai1 (visibile su raiplay.it) condotto da Lorella Cuccarini e Alberto Matano.
«Il malato Italia lo stiamo curando, sta meglio ma non è ancora in condizioni di poter uscire totalmente dal lockdown. In queste ore si stanno citando esempi all'estero per dire che dobbiamo fare come gli altri paesi – ha spiegato Di Maio - in queste ore è slittata l'apertura delle scuole in Francia, in Spagna il primo ministro ha detto che il 2 maggio si riapre ma se i dati sono confortanti, in Germania hanno riaperto e l'indice di contagio è salito, il cosiddetto R con 0 è arrivato a 1, quindi sono tornati allo stadio in cui una persona infettata ne può infettare un'altra. Noi siamo più giù del valore 1. Sono vicino a tutti i popoli europei che stanno avendo una grande difficoltà, però ciò che vorrei dire è che se il Presidente del Consiglio non ha ancora dato l'ok per il 4 maggio alla riapertura dei negozi e mercati ma ne ha parlato per il 18 maggio, è perchè abbiamo ancora dei rischi sanitari alti che non ci siamo inventati noi ma ce li certifica la comunità scientifica che abbiamo vicino», ha concluso il ministro.
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