Denunciare la corruzione si può, si deve. E adesso sarà un po' più semplice. Il governo Meloni è pronto al giro di vite: oggi in Consiglio dei ministri sarà approvato il decreto che recepisce la Direttiva europea sul whistleblowing (2019/2037). Ovvero l'atto Ue che chiede agli Stati membri di mettere in campo misure per tutelare e aiutare chi decide di denunciare reati contro la Pubblica amministrazione. Appalti truccati, truffe finanziarie, violazioni della sicurezza dei trasporti, dei prodotti alimentari, della salute pubblica. Con il recepimento (in calcio d'angolo: la scadenza è domani) della direttiva l'Italia prova a mettere un freno ai reati contro la Pa.
LA STRETTA
Come? Anzitutto prevedendo nuove tutele per il whistleblower.
Tra le ritorsioni sotto il torchio delle nuove multe non solo il licenziamento, ma anche il demansionamento o il trasferimento immotivato del dipendente. Una protezione, ha specificato il presidente dell'Anac Giuseppe Busia, che sarà garantita «solo a chi realmente la merita» e non dunque a chi «viene giustamente sanzionato dal proprio datore di lavoro». Con le regole nuove l'Italia non solo evita la procedura di infrazione, ma aggiunge un tassello chiave alle riforme necessarie per mettere a terra i fondi del Pnrr. Tra gare pubbliche e una miriade di autorizzazioni per sbloccare le risorse Ue, il rischio della corruzione è dietro l'angolo. Ora, forse, un po' meno di prima.