In meno di 100 deputati ascoltano lo scenario non incoraggiante illustrato dal premier: «L'Italia è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo, anche se questa che stiamo vivendo si sta rivelando molto critica». Lo dice il premier Giuseppe Conte illustrando alla Camera il dpcm del 18 ottobre. Il discorso del premier ricalca quello pronunciato ieri pomeriggio in Senato, in cui sono state illustrate le misure anti contagio adottate dal Governo. «Ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione di bilanciamento tra diritti e libertà fondamentali, con l'obiettivo di individuare il punto di equilibrio che, nell'assicurare alla salute la tutela più intensa, comporti il minor sacrificio possibile degli altri diritti fondamentali pure coinvolti».
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Conte: «Pronti a nuova stretta»
«Saremo pronti a intevenire nuovamente se necessario»,assicura Conte mentre illustra l'ultimo dpcm con le misure anti-contagio.«I principi che muovono oggi l'azione del Governo nel contenimento del virus sono sempre gli stessi e sono quelli che ci hanno consentito di superare efficacemente la prima ondata della pandemia: massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità, nella prospettiva della prioritaria tutela della vita e della salute dei cittadini, che è - giova ribadirlo ancora una volta - presupposto per il godimento di tutti gli altri diritti.
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«Siamo ancora dentro la pandemia e il costante aumento dei contagi ci impone di tenere l'attenzione altissima: stavolta però, forti dell'esperienza della scorsa primavera, dovremo adoperarci, rimanendo vigili e prudenti», aggiunge Conte.
A proposito della scuola, Conta ha ricordato che le attività scolastiche continueranno in presenza. «Non possiamo permetterci che uno dei principali assi portanti del Paese - spiega il premier - dove sono riposte le migliori garanzie di un futuro migliore, possa subire ulteriori compromissioni, ulteriori sacrifici». «Lo dobbiamo - sottolinea - all'impegno sin qui risposto dai nostri dirigenti scolastici, dai nostri docenti e dal personale Ata, che pur in condizioni difficili hanno garantito la continuità didattica, sperimentando nuove e talvolta inesplorate attività di insegnamento. Lo dobbiamo anche alle famiglie. E lo dobbiamo, soprattutto, ai nostri ragazzi, che non possiamo lasciare privi del valore di un'esperienza irripetibile di formazione culturale e umana, che si realizza nella scuola, attraverso un'offerta didattica che presuppone e integra, quale tratto caratterizzante, la fondamentale relazione interpersonale».