Scuola: lite sulle lezioni in presenza. Anche le Marche scelgono la didattica a distanza per le superiori

Un'altra regione preferisce chiudere le scuole superiori
Un'altra regione preferisce chiudere le scuole superiori
Sabato 31 Ottobre 2020, 15:49 - Ultimo agg. 16:09
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Dopo Campania e Puglia, Lombardia, Toscana e Umbria anche le Marche scelgono la didattica a distanza. Come preannunciato ieri, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha firmato oggi l'ordinanza n. 40 che prevede la didattica a distanza (Didattica digitale integrata) al 100% per le scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie a partire dal 3 novembre. «È un provvedimento che assumiamo con la consapevolezza di dover contrastare lo sviluppo della pandemia», scrive. La norma prevede la «possibilità di svolgere, in presenza, le attività laboratoriali previste dai rispettivi ordinamenti, le verifiche scritte, le lezioni per gli alunni con bisogni educativi speciali e per quelli che hanno difficoltà di collegamento telematico dal proprio domicilio». 

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Il provvedimento rimette in discussione la didattica in presenza: anche il premier Giuseppe Conte sta valutando questa misura. «La curva sta subendo una impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza, alcuni presidenti di regione lo hanno fatto, non è il nostro obiettivo, noi continuiamo a difendere fino alla fine la didattica in presenza. Ma dobbiamo mantenerci vigili per seguire e assicurare la tutela della salute de tessuto economico», ha detto il presidente del consiglio. Le regioni, visto il quadro nazionale dei contagi Covid in espansione, si stanno comunque muovendo verso la didattica a distanza come dimostra l'ultimo provvedimento firmato dal presidente delle Marche. 

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La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina non è d'accordo: «Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione.

Significa contrastare l'aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo. Ampliare il divario tra famiglie benestanti e famiglie svantaggiate è una responsabilità enorme. Dobbiamo esserne consapevoli. La scuola è futuro. Senza scuola il Paese diventa più debole».

Interviene anche la ministra dei Trasporti che parla di nuove restrizioni agli spostamenti, e quindi anche ai percorsi casa-scuola. «I dati peggiorano con grande velocità. Stiamo cercando di mettere in campo misure per ridurre gli spostamenti al fine di scongiurare il lockdown». Lo ha detto la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli intervenuta in una trasmissione dell'emittente bresciana Teletutto. «Saranno determinanti i prossimi giorni. Però i dati sono molto preoccupanti. I problemi non sono le terapie intensive, ma la gestione degli ospedali e una garanzia di cura che rischia di diventare molto difficile» ha detto De Micheli. «Non dobbiamo mettere in competizione salute ed economia. Dico no alle prese di posizione ideologiche su questi temi e non si possono prendere le decisioni sul sondaggio del giorno. Si esce tutti insieme da questa situazione».

Le scuole si possono riaprire solo se scendono i contagi, dice l'assessore alla sanità della Puglia, Pierluigi Lopalco. ​«Se le condizioni epidemiologiche non peggiorano riapriremo nei prossimi giorni le scuole iniziando dalle scuole elementari». Lo ha detto in una intervista a Radionorba Notizie. «Quando abbiamo preso la decisione di avviare la didattica a distanza - ha spiegato Lopalco - avevamo detto che si trattava di una misura provvisoria, adesso dobbiamo valutare come andrà la curva epidemiologica, che aveva dato segnali preoccupanti proprio in quella fascia di età, e come far rientrare gli alunni a scuola. Ovviamente la nostra priorità è per le scuole elementari, perché la didattica a distanza è meno efficace e perché comporta molti disagi alle famiglie che devono accudire i bambini piccoli a casa». L'epidemiologo ieri aveva postato su Facebook la notizia di un focolaio in una scuola piemontese commentando così: «Prevenire è meglio che curare», confermando e approvando così la sua scelta di chiudere le scuole. 

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