Battaglia sulla data delle elezioni

Battaglia sulla data delle elezioni
Battaglia sulla data delle elezioni
di Mauro Evangelisti
Sabato 10 Agosto 2019, 08:21 - Ultimo agg. 17:54
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Le date più probabili per il voto: il 20 o il 27 ottobre. Come si arriva a questo scenario? La nuova mossa della Lega è la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, presentata in Senato. Lunedì la conferenza dei capigruppo deve decidere i tempi del dibattito e del voto, ma il Partito democratico prova a mettersi di traverso, chiedendo di discutere prima la mozione anti Salvini.

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INTESE
Il leader leghista, prospettando la sfiducia a Conte, prova a tracciare il percorso parlamentare della crisi, che ieri è stata anche arricchita da toni accesi e accuse. L'alleanza Lega-M5S è finita, è esplosa: spazio ai veleni. Salvini, in pieno beach-tour, vede aleggiare lo spettro dell'inciucio dei grillini con i dem: «Sento che ci sono toni simili tra Renzi e Di Maio, il loro governo sarebbe inaccettabile per la democrazia. Orribile solo il pensiero di un loro governo insieme». E mentre l'ex leader del Pd replica con un lapidario «capitan Fracassa farnetica: meno mojito, più camomilla), dal Movimento 5 Stelle si rispolvera il vocabolario classico di ogni causa di divorzio: «Salvini è un giullare. Questa storia di Di Maio-Renzi è una fake news di Salvini per nascondere il tradimento del contratto di governo e del Paese».



IMPOSTE
Ma è sul tema dell'aumento dell'Iva, che preoccupa gli italiani, che si lanciano i piatti tra Lega e Movimento 5 Stelle. Timeline: «Prima si vota per un nuovo governo, prima si potrà lavorare alla manovra economica. Se qualcuno la tira per le lunghe avrà sulla coscienza un eventuale aumento dell'Iva» dicono i capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, capigruppo M5S, replicano: «Gravissima ammissione di responsabilità, senza vergogna, dichiarano che con elezioni autunnali ci sarebbe il rischio che aumenti l'Iva. È evidente che, scatenando la crisi di governo dalla spiaggia, Salvini abbia tradito gli italiani aprendo a questo pericoloso scenario». Ecco, ora è chiaro cosa ci aspetta nelle prossime settimane in questo «tutti contro tutti». Vale la pena cercare di comprendere la tempistica della crisi influenzata dalla ufficializzazione della mozione di sfiducia della Lega nei confronti di Giuseppe Conte. Poiché il regolamento del Senato non prevede una scadenza, la parola passa alla conferenza dei capigruppo convocata per lunedì dal presidente Elisabetta Casellati: a maggioranza i gruppi parlamentari decideranno quando si va in aula, il 19 appare come la data più probabile. Cosa imputano i leghisti al premier Conte? Si legge tra l'altro nella mozione: «L'esame in aula delle mozioni riguardanti la Tav ha suggellato una situazione di forti differenze di vedute, tra le due forze di maggioranza» e «il presidente del Consiglio non era presente in aula».

PARTITA A SCACCHI
E il Pd? Prima di tutto Zingaretti conferma che l'obiettivo è andare al voto, ma evitando che a gestire le elezioni sia Salvini da ministro dell'Interno. I Dem fanno sapere che il capogruppo in Senato, Andrea Marcucci, chiederà d'inserire nel calendario dei lavori d'aula prima della mozione di sfiducia della Lega al premier, quella a Matteo Salvini. Era stata depositata sia alla Camera, sia al Senato. In vista del dibattito al Senato, poi, c'è una partita a scacchi su regole e tempi: l'obiettivo del leader della Lega con la mossa a sorpresa della mozione è precedere la comunicazione alle Camere di Conte. Ma se prevarrà la tesi che prima debba parlare il premier, allora saranno le scelte di Conte a dettare la scaletta.

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