Associazioni Cattoliche, ddl su omofobia vieterà persino di dire che una donna ha il ciclo e fa figli

Associazioni Cattoliche, ddl su omofobia vieterà persino di dire che una donna ha il ciclo e fa figli
di Franca Giansoldati
Lunedì 13 Luglio 2020, 14:11 - Ultimo agg. 21 Luglio, 13:09
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Città del Vaticano – Una cinquantina di associazioni cattoliche, attive a livello nazionale, hanno iniziato una mobilitazione permanente contro il disegno di legge sulla “omofobia” al vaglio della Commissione Giustizia della Camera, un testo piuttosto controverso che, se passasse così, rischia di punire persino chi asserirà che una donna è biologicamente un essere sessuato che mestrua e si può riprodurre. Praticamente una ovvietà.

In pratica potrebbe capitare quello che già avviene nel Regno Unito, in Canada, e in alcuni Stati americani dove le donne che non accettano di condividere i loro spazi (per esempio i bagni o gli spogliati in palestra) con persone di sesso maschile ma identità di genere femminile vengono ingiuriate, processate, talvolta licenziate con l’accusa di transfobia. 

Domani, martedì 14 luglio, alle ore 17,30 presso il Palazzo Maffei Marescotti, a via della Pigna 13 oltre 50 associazioni organizzano, con il rigoroso rispetto delle misure di prevenzione Covid, un seminario di presentazione del libro “Omofobi per legge?”, edizioni Cantagalli, in libreria dal giorno successivo.

Si tratta di una iniziativa di un ampio spettro del mondo associativo per offrire un dialogo con le forze parlamentari e culturali di tutto il Paese. «Nessuno scontro. Solo confronto. Perché in ballo non c’è affatto – come si afferma surrettiziamente- la lotta a forma di violenza (che tutti vogliamo combattere), ma il malcelato tentativo di imporre con il codice penale l’ideologia “gender” a tutto il popolo. In ballo c’è la stessa libertà di opinione» spiega l'organizzatore Domenico Menorello.

Il mondo cattolico non contesta tanto una legge che tuteli da aggressioni e violenze le persone omosessuali e transessuali, magari inasprendo le norme già presenti nel Codice, quanto il tentativo di introdurre una norma che finirebbe per negare la specificità femminile. 

Il caso del linciaggio mediatico della scrittrice Rowling è il caso più eclatante. Tuttavia anche nel resto d'Europa si moltiplicano i casi di donne offese e bullizzate per aver affermato che le donne biologiche e le trans, non solo hanno vissuti diversi, ma si differenziano perchè le prime possono riprodursi.

Intimidazioni si sono verificati anche in Italia, tanto che Arcilesbica Nazionale ha lanciato una raccolta di firme per espellere alcuni gruppi dal circuito Arci. La 'colpa' di Arcilesbica - già attaccata in passato per essersi opposta a utero in affitto, e altre forme di mercificazione femminile - è stata quella di contestare l’equiparazione fra sesso e genere.

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