Comunali, da Roma alle altre città: rischio rinvio (per Covid) al 2 ottobre del voto per il sindaco. Le grandi manovre dei partiti

Comunali, da Roma alle altre città: rischio rinvio (per Covid) al 2 ottobre del voto per il sindaco. Le grandi manovre dei partiti
Comunali, da Roma alle altre città: rischio rinvio (per Covid) al 2 ottobre del voto per il sindaco. Le grandi manovre dei partiti
di Mario Ajello
Mercoledì 3 Marzo 2021, 12:05 - Ultimo agg. 17:16
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Non è ufficiale ma ormai è chiaro a tutti, visto l’andamento dell’epidemia, che per elezioni amministrative - venti milioni di italiani chiamati al voto in primavera a Roma e in altre grandi città  - ci sarà uno slittamento a ottobre. Ammesso che il morbo lo permetta. Già si pensa a una data, il 2 ottobre. I partiti aspettano di sapere se davvero le urne si apriranno dopo l’estate e il rinvio sembra aiutare perché l’attuale stallo nelle scelte dei candidati sindaci avrà più tempo per essere risolto. Nessuno ammette pubblicamente che punta al rinvio, ma tutti sanno che la probabilità dello slittamento è altissima. Nei prossimi giorni si deciderà.

Elezioni comunali a Roma, Bertolaso: «Non mi candido»

La Capitale

Nel frattempo, per quanto riguarda Roma e la caccia al candidato di centrodestra, scende l’opzione del manager sportivo Andrea Abodi, voluto da Fratelli d’Italia ma non da Lega e Forza Italia, e sale di nuovo la carta Guido Bertolaso.

Che sta avendo grande visibilità come problem solver in Lombardia nella lotta al Covid ed è molto sostenuto per esempio dalle reti berlusconiane di Mediaset, a riprova di quanto il Cavaliere tenga a lui e lo consideri la persona giusta nella gestione delle emergenze e quella dell’amministrazione della Capitale e del suo necessario rilancio tra le emergenze nazionali - fatta salva naturalmente la primazia del contrasto al Covid - è una delle più urgenti. Sul versante del centrosinistra, molti nel Pd vogliono Zingaretti candidato sindaco: l’unico - si dice dalle parti del Nazareno - che vincerebbe in agilità contro la destra (solo la Meloni potrebbe batterlo ma Giorgia non sarà assolutamente in campo come candidata) e soprattutto spingerebbe (ma non è detto) Calenda a ritirarsi. Non solo. Considerando che alla regione Lazio sta per nascere il super-patto di governo tra Pd e M5S all’insegna dello zingarettismo, Nicola al secondo turno per il Campidoglio avrebbe con ogni probabilità una parte dei voti che al primo giro andranno alla Raggi.

La situazione

Si può fare? A Zingaretti converrebbe puntare su Roma, perché rischia nel frattempo di essere defenestrato da segretario del Pd in piena crisi congressuale e di indirizzo. Ma lui resiste ancora alla tentazione capitolina. E si continua, nel Pd, ad aspettare che si decida Gualtieri a fare il grande passo verso la candidatura a sindaco. Unica certezza è che, nonostante la Raggi, che al tentativo di bis non vuole rinunciare per nessuna ragione, tra dem e stellati in qualche modo anche a Roma, al ballottaggio, ci sarà convergenza e in alcune delle altre città l’intesa sarà anche prima. Sempre più vicina a concretizzarsi la candidatura di Roberto Fico a sindaco di Napoli, in chiave rossogialla, e quella di Claudio Marchisio - sì, lui, il calciatore - a Torino. 

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