Elezioni, Lollobrigida (Fdi): «Anche il Pd provò a cambiare la Carta. I valori fondanti non saranno toccati»

Elezioni, Lollobrigida (Fdi): «Anche il Pd provò a cambiare la Carta. I valori fondanti non saranno toccati»
Elezioni, Lollobrigida (Fdi): «Anche il Pd provò a cambiare la Carta. I valori fondanti non saranno toccati»
di Ernesto Menicucci
Lunedì 15 Agosto 2022, 08:06
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Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera, il presidenzialismo è una priorità della vostra azione di governo?
«Direi che è una priorità parlamentare, in un quadro di in una valutazione complessiva su Presidenzialismo, sussidiarietà, decentramento delle funzioni dello Stato anche con maggiore autonomia ai territori, se dall'altra parte ci sono meccanismi che tengono unita la nazione. È un processo che richiede un po' di tempo, per modifiche non così irragionevoli visto che da noi ad Atreju ne hanno discusso anche Sabino Cassese, Marcello Pera....».

Il Pd vi accusa di voler smembrare la Costituzione
«La riforma della Costituzione non si fa a colpi di annunci o di polemiche. È la nostra Carta fondante, il riferimento e l'arbitro per tutte le leggi.

Il tema è come rendere più efficienti certi meccanismi. Noi abbiamo una proposta, naturalmente ci possono essere delle differenze con gli altri partiti. Sottoponiamole agli elettori».

Un referendum?
«Non è nemmeno necessario che ci si arrivi. Ma è normale che ci sia un confronto tra forze politiche, magari con una Costituente che riapra i lavori del 48: lì si era in una fase storica diversa, era necessario garantire la democrazia attraverso anche una serie di pesi e contrappesi. Adesso forse una maggiore efficienza può essere cercata».

Difficilmente il Pd si siederà al tavolo con voi...
«Il loro atteggiamento è un po' strambo. Non ha proposto il Pd il Referendum per cambiare la costituzione, il 4 dicembre 2016, quando i cittadini votarono contro?».

Ma era il Pd di Renzi...
«Sempre Partito democratico era. Noi abbiamo sempre la stessa linea, che stiamo in maggioranza o all'opposizione. Mentre loro hanno posizioni intercambiabili. Oggi dicono che la Costituzione non si tocca, 6 anni fa hanno provato a farlo. Per noi invece il discorso è sempre lo stesso: i principi fondanti non si toccano, rendere la Costituzione più efficiente invece è un tema affrontato dai Costituzionalisti».

Siete i grandi favoriti per le elezioni, la cosa vi preoccupa?
«Il momento storico che stiamo vivendo è molto serio. Stiamo appena superando una pandemia, sperando che il Covid non abbia recrudescenze, c'è un conflitto internazionale di dimensioni uniche, l'inflazione che è tornata a galoppare. Ci conforta però la ritrovata compattezza della nostra coalizione. Mentre gli altri discutono, noi abbiamo candidati comuni, un unico programma».

Meloni ha però invitato i vostri alleati a non fare promesse roboanti
«Credo sia normale, in politica. È quello che noi facciamo da 10 anni ed è il motivo della crescita, graduale, di FdI: abbiamo sempre detto alle persone anche ciò che non si volevano sentir dire. Gli altri, penso a Renzi o a M5S hanno avuto impennate e poi grandi cadute proprio perché hanno lanciato suggestioni poi smentite dai fatti».

Vi preoccupa, specie sul voto dei moderati, la concorrenza del Terzo polo di Calenda e Renzi?
«No, intanto perché il campo dei moderati si è duplicato, con l'iniziativa di Toti, Lupi, Cesa e Brugnaro che hanno dato vita ad un movimento che può coprire una parte dell'offerta politica di Calenda e Renzi. E no perché quelli del Terzo polo vengono quasi tutti dal centrosinistra».

Le polemiche sulla Fiamma nel vostro simbolo?
«Quella non è la fiamma dell'ex Msi, visto che la scritta non c'è più. È la fiamma dei conservatori, di cui parlava anche Prezzolini. Una polemica sterile: Giorgia Meloni ha solidi rapporti internazionali, con Usa, Israele e tutti i Paesi mondiali, è stata molto più credibile di altri nell'appoggio all'Ucraina».

Letta, parlando in tre lingue e rispondendo proprio al messaggio di Meloni, non la pensa esattamente così...
«La cosa singolare è che Giorgia si è rivolta in inglese, francese e spagnolo alla stampa internazionale per spiegare cosa faremmo noi se andassimo al governo. Un messaggio in positivo. Letta invece lo ha fatto per demonizzare cosa sarebbe un governo italiano guidato dalla Meloni. E noi, all'estero, i governi italiani, da Draghi a Conte, li abbiamo sempre difesi».

Sarà lei il candidato di FdI alla Regione Lazio?
«Premesso che ognuno di noi è sempre a disposizione, la mia ambizione è proseguire il lavoro a Montecitorio fatto in questi anni».
 

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