Via i decreti Sicurezza firmati Salvini e porte aperte al Mes. Sì alle modifiche dei decreti sicurezza, «ni» al Mes, no al rimpasto. Nel day after del voto su Regionali e referendum a parlare è Giuseppe Conte. E il premier appare subito consapevole del fatto che il voto è una medaglia a due facce: da un lato lo rafforza, dal'altro gli affida la non facile mission di districarsi tra il pressing del Pd e un M5S ai limiti dell'implosione. «Non ero in bilico ieri, non sono inamovibile oggi», predica calma il presidente del Consiglio.
Regionali, Pd primo partito: cede M5S ma area di governo al 57%
Conte e Zingaretti, il tema del Mes
Rinviando, ancora una volta, il «nodo dei nodi»: il Mes. «Il sì o il no al fondo è una questione pregiudiziale su cui non mi pronuncio. Se e quando si porrà il problema lo affronteremo con il Parlamento in trasparenza», spiega il capo del governo. Le sue parole arrivano in un pomeriggio in cui, in una manciata di minuti, si alternano le dichiarazioni alla stampa di Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Del resto, se l'esito dell'Election Day ha scongiurato l'ipotesi della spallata del centrodestra non ha, di certo, rassenerato il cielo sopra Palazzo Chigi. Il Pd ora vuole dettare la linea. Iv non si tirerà certo indietro. E il M5S, alle prese con la tempestosa preparazione del congresso, corre sul filo della scissione. «Gli amici del M5S non credo che si aspettassero brillanti risultati alle Regionali ma hanno motivo di che consolarsi con il referendum», è la carezza che, non a caso, Conte affida ai pentastellati.Gentiloni, la sfida dei prossimi mesi sarà su tempi rimozione aiuti
Zingaretti: Dl sicurezza nel primo cdm utile
Poco prima del premier a parlare è Zingaretti. «Al primo Cdm utile sui dl sicurezza si può procedere, nel governo va aperta una fase nuova», è la linea del segretario Pd. Che ricorda come, dopo le Regionali, le forze del governo siano al 48,7% e quelle del centrodestra al 46,5%. È un fiume in piena, Zingaretti. Chiede «più gioco di squadra» nell'elezione del successore del presidente Mattarella, chiede di andare avanti con la legge elettorale e lancia un testo di legge per il superamento del bicameralismo perfetto. Ma sul rimpasto il segretario Pd non forza. «Non rivendico un posto al governo e il Pd non pone il tema rimapasto, è una valutazione che spetta a Conte», spiega ZIngaretti. I due sembrano giocare di sponda. Conte, pochi minuti dopo, si dice «soddisfatto» della squdra di governo e chiude a modifiche. «Non sento l'esigenza di un rimpasto e il Pd non pone il tema», sottolinea il capo del governo. Eppure l'idea del rimpasto circola nei corridoi del governo e delle sedi di partito come non mai. In tanti lo vorrebbero, sebbene il momento non sia idoneo.USA: Mnuchin, serve altro piano aiuti
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— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) September 22, 2020
E Matteo Renzi, che rivendica i risultati di Iv, si spinge al placet a Zingaretti nel ruolo di vicepremier: «se lo vuole, assolutamente sì».
Elezioni, Zingaretti e Di Maio vice: il nuovo incubo di Conte
"Conte non commenta i risultati", fanno sapere da palazzo Chigi. Anche perché dopo aver evitato per settimane di infilare la testa dentro la tagliola delle urne, il presidente del Consiglio aspetta di capire come Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio intendano spendere il "capitale" raccolto nelle urne.