Figli e natalità, il governo vuole invertire la tendenza. Meloni: «La crescita demografica è una priorità»

Dal 2008 le nascite sono diminuite di 176.410 unità (-30,6%). Diminuiscono soprattutto le nascite all’interno del matrimonio, pari a 240.428, quasi 20 mila in meno rispetto al 2020 e 223 mila in meno nel confronto con il 2008 (-48,2%)

Figli e natalità, il governo prova a invertire la tendenza. Meloni: «La crescita demografica è una priorità»
Figli e natalità, il governo prova a invertire la tendenza. Meloni: «La crescita demografica è una priorità»
di Stefania Piras
Giovedì 29 Dicembre 2022, 16:21 - Ultimo agg. 16:50
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Natalità - Si è parlato molto di pensioni durante l'iter di approvazione della Manovra 2023 ma la previdenza è una questione dipendente dalla crescita demografica: se ci sono nuovi lavoratori si potranno pagare anche le pensioni a lungo termine, in caso contrario la spesa previdenziale non è sostenibile. Una legge spietata, quella demografica, ma imprenscindibile. Ecco perché nell'ultima legge di bilancio si cerca di invertire la tendenza e di incentivare le nuove nascite. La questione «demografica è per noi una priorità assoluta ed è quindi per noi una priorità economica. Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità e quindi anche la tassazione deve tenerne conto», ha detto la premier Giorgia Meloni nella conferenenza stampa di fine anno. 

Famiglia e natalità, le misure in Manovra

Nella legge di bilancio si rafforza l'assegno unico universale. L'assegno diventa più corposo per le famiglie numerose: da gennaio la maggiorazione mensile forfettaria per i nuclei con 4 o più figli sale a 150 euro. L'assegno diventa strutturale per i figli con disabilità. È prevista una maggiorazione del 50% per il primo figlio fino ad un anno e fino a 3 anni per i nuclei con almeno 3 figli (ma con tetto Isee di 40mila euro). Novità anche per il congedo parentale, che sale dal 30 all'80% e potrà essere usato in via alternativa anche dai papà. Nuovi fondi anche a sostegno della maternità delle atlete non professioniste. Vengono prorogate fino alla fine del prossimo anno le agevolazioni per l'acquisto della prima casa per chi ha meno di 36 anni e ritorna la possibilità di rinegoziare i mutui a tasso variabile, passando al fisso (ma per mutui fino a 200mila euro, Isee fino a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti).

Arriva anche il bonus (detrazione del 50% dell'Iva) sull'acquisto di case nuove di classe energetica A o B cedute dall'impresa costruttrice.

Sul fronte "Bollette" gli aiuti contenuti nella Manovra coprono il primo trimestre dell'anno e vanno dall'azzeramento degli oneri sistema in bolletta al rafforzamento del bonus sociale, per una platea più ampia di famiglie svantaggiate (l'Isee sale da 12 a 15mila euro). Confermata l'Iva ridotta al 5% per il gas. In chiave anti-inflazione arriva un pacchetto di misure che va dall'Iva ridotta al 5% su tamponi e assorbenti femminili e sui prodotti per l'infanzia alla sperimentazione del reddito alimentare, con un Fondo da 1,5 milioni per fornire pacchi alimentari a soggetti in povertà assoluta. 

Istat conferma crollo nascite: quest'anno già 6mila in meno

Vediamo cosa dicono i dati. Le proiezioni dei dati demografici per i prossimi anni rilevano una costante riduzione del numero della popolazione residente. I report dell' Istat ci dicono che nel giro di un anno siamo invecchiati di tre anni: si è passati da una età media di 43 anni a 46. «Se non si inverte la tendenza è evidente che non riusciamo neanche a pagare le pensioni», ha detto in un'intervista al Messaggero Maurizio Lupi. 

Da parte loro, le associazioni delle famiglie chiedono aiuti mirati, soprattutto fiscali. A cominciare dal tema della casa, del lavoro e a partire dalla nascita del primo figlio. Chiedono politiche di conciliazione lavoro-famiglia, chiedono asili. E poi chiedono politiche che sostengano la nascita del secondo figlio e dei successivi, per non dover rinunciare ad allargare la famiglia nel momento in cui si riduce inevitabilmente il reddito disponibile.

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Si nasce meno, si muore di più

Nel 2021 le nascite in Italia sono state 400.249, circa 4.500 in meno rispetto al 2020 (-1,1%). Anche nel 2021 - riporta l'Istat - c’è un nuovo superamento, al ribasso, del record di denatalità. Dal 2008 le nascite sono diminuite di 176.410 unità (-30,6%). Questa diminuzione è attribuibile per la quasi totalità alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (314.371 nel 2021, quasi 166 mila in meno rispetto al 2008). Si tratta di un fenomeno di rilievo, in parte dovuto agli effetti strutturali indotti dalle significative modificazioni della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra 15 e 49 anni. In questa fascia di popolazione le donne italiane sono sempre meno numerose: da un lato, le cosiddette baby-boomers (ovvero le donne nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta) sono quasi del tutto uscite dalla fase riproduttiva; dall’altro, le generazioni più giovani sono sempre meno consistenti. Queste ultime scontano, infatti, l’effetto del cosiddetto baby-bust, ovvero la fase di forte calo della fecondità del ventennio 1976-1995 che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995. A partire dagli anni duemila l’apporto dell’immigrazione, con l’ingresso di popolazione giovane – spesso derivante dei ricongiungimenti familiari favoriti dalle massicce regolarizzazioni - ha parzialmente contenuto gli effetti del baby-bust. Ma l’apporto positivo dell’immigrazione sta lentamente perdendo efficacia - scrive ancora l'Istat - man mano che invecchia anche il profilo per età della popolazione straniera residente. Nel complesso, a diminuire sono soprattutto le nascite all’interno del matrimonio, pari a 240.428, quasi 20 mila in meno rispetto al 2020 e 223 mila in meno nel confronto con il 2008 (-48,2%). Ciò è dovuto innanzitutto al forte calo dei matrimoni, che si è protratto fino al 2014 (con 189.765 eventi a fronte dei 246.613 del 2008) per poi proseguire con un andamento altalenante. A ciò va aggiunto che nel 2020 la pandemia ha indotto molte persone a rinviare o a rinunciare alle nozze al punto da sì che il numero dei matrimoni si sia pressoché dimezzato (-47,4%). La denatalità sembra destinata a proseguire nel 2022. Secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-settembre, le nascite sono diminuite di 6 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2021, poco più della metà di quanto osservato nei mesi gennaio-settembre del 2021 nel confronto con gli stressi nove mesi del 2020 allorché i concepimenti si sono significativamente ridotti a causa degli effetti delle ondate pandemiche.

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