Elezioni, fondazione Gimbe: «Nessun partito ha proposte strutturate sulla sanità»

Il report, pur evidenziando «un’attenzione estremamente variegata per i temi della sanità», afferma che nessuna formazione politica ha «sviluppato un vero e proprio piano di rilancio del Sistema Sanitario Nazionale»

Elezioni, fondazione Gimbe: «Nessun partito ha proposte strutturate sulla sanità»
Elezioni, fondazione Gimbe: «Nessun partito ha proposte strutturate sulla sanità»
Mercoledì 7 Settembre 2022, 18:53
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La fondazione Gimbe ha analizzato le proposte sulla sanità di tutti i partiti in vista delle imminenti elezioni politiche e il quadro che ne esce è «deludente». Il report, pur evidenziando «un’attenzione estremamente variegata per i temi della sanità», afferma che nessuna formazione politica ha «sviluppato un vero e proprio piano di rilancio del Sistema Sanitario Nazionale» e soprattutto che, «tranne isolate eccezioni, i programmi non riportano l’impatto economico delle proposte, né tantomeno le modalità per il loro finanziamento».

Sono questi gli elementi che più preoccupano Nino Cartabellotta, presidente della fondazione, che individua un'altra grave criticità nella mancanza di adeguate misure di contrasto al Covid-19. «L'Organizzazione Mondiale della Sanità ci invita a tenere sotto controllo la pandemia, ma nel nostro Paese non è ancora stato reso pubblico alcun piano di preparazione per la stagione autunno-inverno», ammonisce lanciando un appello anche al governo in carica: «In assenza di certezze su quando sarà pienamente operativo il nuovo esecutivo, corriamo per l’ennesima volta il rischio trovarci in pieno autunno a inseguire il virus».

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Misure e strategie

Un'enorme occasione per la sanità italiana sono i 20 miliardi di euro che verranno dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma anche qui il presidente di Gimbe invita alla cautela. «Le risorse sono commisurate agli obiettivi, ma essendo state programmate nel 2019 le Regioni lamentano, anche in ragione della crisi economica, che sono insufficienti». Al di là dei fondi, la piena riuscita del PNRR, nella sanità come negli altri ambiti, è condizionata anche dall'effettiva capacità di attuazione delle misure necessarie, che nel caso italiano risente delle «differenze regionali e della carenza di risorse umane che necessita di ulteriori investimenti».

Proprio nei giorni in cui 65mila studenti si sono misurati con il test d'ingresso alla facoltà di medicina, il leader della Lega Matteo Salvini è tornato a proporre l'abolizione del numero chiuso per far fronte alla carenza di medici negli ospedali.

Una misura che secondo Cartebellotta non risulterebbe però efficace. «Anche prevedendo lo sbarramento al secondo anno ci sono limiti di capienza degli atenei e disponibilità dei docenti. In secondo luogo, senza un parallelo incremento delle borse di studio per la specializzazione e per la medicina generale, si andrebbe a espandere il cosiddetto “imbuto formativo” che alimenta da un lato il lavoro a basso costo, dall’altro la fuga dei laureati verso l’estero».

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Timori e speranze

Nelle sue conclusioni il report dedica anche una nota preoccupata alla galassia di partiti minori che secondo gli esperti della fondazione propongono misure che «contrastano con il principio costituzionale di tutela della salute pubblica o sono apertamente anti-scientifiche». Queste idee rischiano di mantenere un presa forte su alcuni settori della società anche dopo la pandemia, specie nel quadro evidenziato di vaghezza e frammentarietà di visioni riguardo la gestione del sistema sanitario. Nonostante questo, c'è un elemento che restituisce una certa dose di fiducia al presidente Cartabellotta: «La convergenza dei principali partiti e coalizioni su riforma della sanità territoriale, potenziamento del personale sanitario e superamento delle liste di attesa».

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