G20 a Roma, Draghi in conferenza stampa: «Gettate basi per una ripresa più equa. Accordo non facile, summit un successo»

Le parole del premier al termine del summit: «Il successo finale viene formulato poi sulla base di quello che facciamo e non di quello che diciamo»

G20 a Roma, Draghi in conferenza stampa:
G20 a Roma, Draghi in conferenza stampa:
Domenica 31 Ottobre 2021, 17:13 - Ultimo agg. 1 Novembre, 00:08
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Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto in conferenza stampa per fare il punto al termine della due giorni del G20 che si è tenuto a Roma. Draghi: «Non è stato facile trovare un accordo», le prime parole del premier.

DRAGHI IN CONFERENZA STAMPA

«Non è stato facile raggiungere questo accordo, è stato un successo», ha detto Draghi nella conferenza stampa conclusiva del G20, ringraziando gli sherpa e chi ha partecipato all'organizzazione di un G20 «straordinario. Questo vertice mi rende fiducioso per la capacità che il G20 sembra aver ritrovato di affrontare le sfide epocali esistenziali, dal covid al clima». «Abbiamo gettato le basi per una ripresa più equa e trovato i nuovi modi per sostenere i Paesi nel mondo, 609 miliardi sulla base dei diritti speciali di prelievo sono dedicati per la prima volta ai Paesi più vulnerabili», ha aggiunto il premier.

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«Sul clima per la prima volta i Paesi G20 si sono impegnati a mantenere a portata di mano l'obiettivo di contenere il surriscaldamento sotto i 1,5 gradi con azioni immediate e impegni a medio termine.

Anche sul carbone i finanziamenti pubblici non andranno oltre la fine di quest'anno», ha sottolineato Draghi. 

«In cosa siamo riusciti? È un summit di successo nel senso di mantenere vivi i nostri sogni, impegnarci a ulteriori provvedimenti, stanziamenti di denaro, ulteriori promesse di riduzione. Negli ultimi mesi sembrava che i Paesi emergenti non avessero nessuna intenzione di prendere altri impegni». Ha detto il premier. «Il successo finale viene formulato poi sulla base di quello che facciamo e non di quello che diciamo. Impegno collettivo a essere più concreti e seri», ha aggiunto.

Sul clima «il senso di urgenza c'è ed è stato condiviso da tutti e si vede nel fatto che l'obiettivo dell'1,5 gradi è stato riconosciuto come scientificamente valido. C'è stato anche un impegno a non intraprendere politiche di emissioni che vadano contro il trend che tutti si sono impegnati ad osservare fino al 2030. Si può pensare che questo impegno venga mantenuto. Dopo Parigi le emissioni sono aumentate, soprattutto dopo il Covid. C'è una certa preoccupazione e occorre ora dimostrare credibilità attuando le promesse fatte».

«Papa Francesco è un alleato non solo del G20 ma per tutto ciò che concerne il clima e la conservazione della Terra». Ha spiegato il presidente del Consiglio rispondendo ad una domanda in proposito.

Al G20 abbiamo visto Paesi che si sono avvicinati alle posizioni degli altri con il giusto linguaggio. Ringrazio l'ambasciatore Mattiolo e tutti gli sherpa per il lavoro fatto. Qualcosa al G20 è cambiato, ossia che senza cooperazione non andiamo avanti e la cooperazione migliore che conosciamo è il multilateralismo, con regole scritte tanto tempo fa e ci hanno garantito prosperità. Le regole da cambiare si devono cambiare insieme». Ha sottolineato Draghi rispondendo ad una domanda sulle distanze di Paesi come Cina e Russia su alcuni temi chiave, come il clima.

«Dalla Cina fino a pochi giorni fa mi attendevo un atteggiamento più rigido, c'è stata la volontà di cogliere un linguaggio più rivolto al futuro che al passato». Ha aggiunto  Draghi rispondendo ad una domanda sul clima. «La Russia e la Cina hanno accettato l'evidenza scientifica degli 1,5 gradi, che comporta notevolissimi sacrifici, non sono impegni facili da mantenersi. La Cina produce il 50% dell'acciaio mondiale, molti impianti vanno a carbone, è una transizione difficile».

«Per la prima volta in un documento del G20 al paragrafo 30 troviamo una frase che parla di meccanismi per la fissazione dei prezzi del carbone - ha proseguito Draghi - Chiediamo ai vari componenti del G20 di agire in conformità ai propri mandati per conseguire questi obiettivi e un mix adeguato per economie con bassa emissione di gas serra fissando un obiettivo per i Paesi più poveri. L'aggancio che ha dato luogo al cambiamento è la consapevolezza che qualunque progresso rispetto al passato insieme alla promessa di aiuto da parte dei Paesi più ricchi ha un senso. È uno dei casi in cui sia la Cina che la Russia hanno deciso di cambiare posizione».

«È facile suggerire cose difficili, difficile è eseguirle - ha detto ancora il premier - Quello che ha fatto il G20 è un risultato straordinario che poteva essere raggiunto solo in un contesto multilaterale. Quello che stiamo facendo oggi è un passo avanti in situazione difficile». In molti contesti, «anche durante questo vertice, c'è stato il superamento di tante discussioni fatte negli anni della presidenza Trump».

«Si sarebbe preferito che tutti i Paesi avessero confermato» la deadline «del 2050» per le emissioni zero «ma secondo me gradualmente ci si arriverà», ha spiegato Draghi. «Rispetto alla situazione precedente, l'impegno è un pochino più verso il 2050 oggi nel linguaggio del comunicato. Non è preciso, ma prima era assente. C'è stato uno spostamento con un linguaggio più ricco di speranza anche da parte dei Paesi che fino ad oggi avevano detto no», ha detto Draghi rispondendo ad una domanda sulla deadline per le zero emissioni che il comunicato del G20 prevede «entro o attorno la metà del secolo».

«Auguro ogni successo alla Cop26 e a Johnson - ha concluso Draghi - Credo ci sia ancora margine per progredire su questi temi. Sicuramente avremo novità sul fronte del contributo che il settore privato potrà dare al finanziamento del clima. Sono numeri, da quello che abbiamo capito oggi, veramente stratosferici: 100 e passa, 120, 130, 140 trilioni di dollari. Questo richiede una risposta dei governi su come aiutare la transizione sapendo che il finanziamento non è un problema. Ci sono finanziamenti pubblici senza precedenti».

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