ROMA Un Bilancio del G20 è possibile tracciarlo anche se gli aerei con i leader non si sono alzati ancora in volo. L’Italia, e Roma in particolare, hanno fatto un’ottima figura per l’organizzazione e per essersi presentato all’appuntamento con una dose record di vaccinati invidiata da molti dei presenti. Siamo anche riusciti a presentarci di fronte al mondo potendo sfoggiare una leadership universalmente riconosciuta e in grado di poter guidare con autorevolezza il summit anche nei momenti più complicati.
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I due giorni di G20 sono stato anche l’occasione che molti leader hanno sfruttato, magari arrivando anche il giorno prima, per incontri e bilaterali che la pandemia aveva interrotto o trasformato in fredde videoconferenze.
La maggiore novità del vertice sta nel metodo che è stato rilanciato con forza da Mario Draghi e dal presidente americano Joe Biden e alla fine condiviso da tutti: il multilateralismo.
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I cambiamenti climatici vanno affrontati da subito anche se colpiscono soprattutto Paesi come Haiti, Zimbabwe, Isole Fiji, Sri Lanka e Vietnam. Poiché il mercato, lasciato libero, non è più in grado di riequilibrarsi occorre un nuovo modello economico ma soprattutto una guida al multilateralismo che permetta di superare antiche diffidenze.
Al summit di Roma Draghi ha svolto questo ruolo spendendo la sua ben nota autorevolezza e forse, proprio perché guida un Paese che ha il peso giusto per non suscitare gelosie, potrebbe farlo ancora per molto. Partiti italiani permettendo.
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