Gas dall’Algeria, il piano Meloni: forniture fino a 70 miliardi di metri cubi per diventare l’hub Ue

Più importazioni da Egitto, Libia e Algeria. E 4 nuovi rigassificatori

Gas dall’Algeria, il piano Meloni: forniture fino a 70 miliardi di metri cubi per diventare l’hub Ue
Gas dall’Algeria, il piano Meloni: forniture fino a 70 miliardi di metri cubi per diventare l’hub Ue
di Alberto Gentili, inviato ad Algeri
Lunedì 23 Gennaio 2023, 00:01 - Ultimo agg. 15:01
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Ha due obiettivi ambiziosi la prima missione di Giorgia Meloni in Africa. La premier italiana, sbarcata ieri pomeriggio nella capitale algerina insolitamente fredda e piovosa, punta a trasformare l’Italia nell’hub energetico dell’intera Europa. Un ruolo che darebbe al nostro Paese un «peso strategico importante». In più, come ha detto perfino nel suo primo discorso di programmatico in Parlamento per la fiducia, Meloni vuole «creare un modello virtuoso di collaborazione e crescita tra l’Unione europea e le nazioni africane», per realizzare uno «spazio di stabilità e di prosperità condivisa».

Meloni ad Algeri incontra l'equipaggio della nave Carabiniere: «Voi rendete l'Italia più libera, grazie per il vostro sacrificio»

È l’ormai famoso «piano Mattei per l’Africa». Con investimenti europei non ancora definiti. Ma che qualche settimana fa il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha quantificato in 10 miliardi di euro.

Due gli obiettivi. Il primo è alla luce del sole: migliorare le condizioni economiche e sociali del continente africano per «fermare all’origine» l’ondata migratoria che rischia di diventare, anno dopo anno, «sempre più massiccia». Il secondo invece corre sottotraccia: frenare l’espansionismo della Cina e della Russia in Algeria. Pechino ha stretto accordi sul fronte energetico e per la realizzazione di importanti infrastrutture, Mosca ha siglato lo scorso anno un contratto da 7 miliardi di dollari per fornire i caccia Sukhoi.

Insomma, il menu della visita di due giorni di Meloni ad Algeri è ricco. Nella partita energetica la premier, che oggi incontrerà Abdelmadjid Tebboune (negli ultimi due anni il presidente algerino ha ricevuto Giuseppe Conte e, per ben due volte, Mario Draghi a dimostrazione dell’importanza che Roma dà all’Algeria), è accompagnata da Claudio De Scalzi. Il capo dell’Eni firmerà con il colosso statale Sonatrach un nuovo accordo, per far lievitare «fino a 35 miliardi» di metricubi (ora sono circa 20) le forniture di gas all’Italia utilizzando il gasdotto TransMed.

Il piano italiano è corposo – se n’è discusso nell’ultimo Consiglio supremo di difesa con Sergio Mattarella in cui è stato svolto un focus sulla sicurezza energetica – e non riguarda solo il gas algerino. Per diventare l’hub dell’Europa e dunque assumere un’importanza geopolitica di rilievo in un settore rilevatosi strategico, Meloni intende raccogliere entro il 2024-25 (anche per affrancarsi del tutto dalle forniture russe) tra i 50 e i 70 miliardi di metricubi di metano all’anno. Per soddisfare il fabbisogno nazionale e per distribuirli nei vari Paesi europei: in primis la Germania, «molto interessata alle nostre forniture», come dice una fonte di governo che cura il dossier. Poi Austria, Ungheria e Polonia. 

Per raggiungere queste cifre il governo italiano vuole potenziare il gasdotto Tap che arriva dall’Azerbaigian, guarda alla stabilizzazione della Libia che potrebbe aumentare da 2 a 9 miliardi di metricubi le proprie esportazioni, punta al gas Egiziano trasportato via mare e progetta il potenziamento dei rigassificatori in Italia che dovrebbero passare dai tre attuali a sette. Inoltre, per il successo del piano, è considerato essenziale portare a pieno regime lo sfruttamento dei giacimenti scoperti da Eni davanti all’Egitto e le nuove forniture provenienti da Israele. 

Ruolo di primo piano in questa partita spetta comunque all’Algeria. Già ora il Paese nordafricano è il primo fornitore dell’Italia e copre il 40% del nostro fabbisogno energetico (era al 22% un anno fa), allentando la dipendenza dal metano russo. Intenzione di Meloni è però, appunto, quella di aumentare le importazioni. E soprattutto, nell’ottica dell’hub energetico europeo, al TransMed (che potrebbe fornire più metano grazie all’installazione di compressori) potrà essere associato il gasdotto Galsi (acronimo di Algeria-Sardegna-Italia: prima abbandonato e ora in via di ripescaggio), che dovrà collegare l’Algeria con la Sardegna e da qui arrivare a Livorno e poi in Germania.

IL PRIMO GIORNO

Ieri pomeriggio Meloni è stata accolta in aeroporto dal primo ministro algerino Aimen Benabderrahmane e dall’ambasciatore Giovanni Pugliese, con cui in serata ha partecipato a una cena ufficiale in un ristorante di un grande hotel della capitale. La prima tappa della visita, accompagnata dal potente ministro algerino dell’Energia Mohamed Arkab, è stata la deposizione di una corona di fiori al Monumento del Martire. Poi il saluto ai militari della Carabiniere, la fregata missilistica della Marina militare approdata ad Algeri in occasione della visita: «Grazie per i vostri sacrifici», ha detto la premier ai marinai, «il lavoro che fate è strategico: stiamo progettando prioritariamente l’Italia nel Mediterraneo in cui viaggia la stragrande maggioranza dei nostri interessi nazionali».
Questa mattina Meloni farà una tappa simbolica al Giardino Mattei, per rendere omaggio al fondatore dell’Eni. E incontrerà il presidente Tebboune in un pranzo ufficiale. Poi la firma di alcuni accordi tra cui il memorandum d’intesa tra l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Agenzia Spaziale algerina (Asal).

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