Giorgia Meloni, ecco la squadra per i voti della società civile: militari, medici, avvocati

Il piano della leader FdI per accrescere i suoi consensi tra le categorie del Paese. Una dozzina di fedelissimi, ognuno con la responsabilità di un settore specifico

Giorgia Meloni, ecco la squadra per i voti della società civile: m ilitari, medici, avvocati
Giorgia Meloni, ecco la squadra per i voti della società civile: m​ilitari, medici, avvocati
di Mario Ajello
Martedì 6 Settembre 2022, 00:14 - Ultimo agg. 10:43
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Li chiamano scherzosamente «quella sporca dozzina». Ma sono anche più di 12 quelli che per FdI lavorano alla ricerca capillare, settore per settore, categoria per categoria, ambito dopo ambito, dell’Italia profonda e dell’Italia reale a caccia dei consensi che servono al boom del partito meloniano che si aspetta tantissimo, e i sondaggi confortano i desideri, nel voto del 25 settembre. La strategia di sfondamento elettorale che è stata scelta a via della Scrofa è di tipo militare e sono più o meno 12 quelli che sui vari campi di battaglia sovrintendono alla caccia al voto. Un esempio? Non il solito di Guido Crosetto che lavora per Giorgia ai rapporti economici e internazionali, cioè a creare simpatia e adesione di tanti mondi che contano alla prima donna in predicato di diventare capo del governo. C’è anche il territorio, gli ordini professionali, le categorie e l’infinita complessità reticolare della società italiana - compresi alcuni poteri forti come il Vaticano o la Rai - da intercettare. Meloni ha mobilitato anzitutto i diversi responsabili dei dipartimenti di FdI: il veneto Luca De Carlo (Agricoltura) incontra gli esponenti di Coldiretti; Salvatore Deidda (Difesa) tesse la tela con i rappresentanti dell’esercito; Marcello Gemmato (Sanità) è la sonda e la rete da pesca nell’universo degli ordini dei medici e degli infermieri; Alberto Balboni (Sicurezza) si occupa dei problemi e dei consensi nei sindacati di polizia; Andrea Delmastro, a sua volta una delle figure di massima affidabilità agli occhi della leader, cura le relazioni con le associazioni degli avvocati, magistrati e guardie penitenziarie. 

L’azione capillare

Nomi non altisonanti? Può essere, ma cruciali nella costruzione di una possibile vittoria e nel passaggio al 28 per cento (stima che in FdI non nascondono di poter toccare anche se per ora i sondaggi non la certificano affatto) di un partito che aveva il 4 e che non vuole essere aleatorio nel suo eventuale successo come lo sono stati l’altra volta i grillini nel 2018. «Da noi si lavora nel concreto della società e di tutte le sue pieghe», dicono gli uomini e le donne della Meloni.

C’è per esempio Isabella Rauti che da tempo cura tanti rapporti Oltretevere, organizza convegni sui temi etici e sulla famiglia ed è preziosa, come assicurano in FdI, per i «voti del cielo» ossia quelli del mondo cattolico, in cui una componente forte e potente è quella del Movimento della vita (vedi Massimo Gandolfini e il Family Day) considerato vicino a FdI.

E ancora: la figura di riferimento nel delicatissimo mondo Rai è Giampaolo Rossi, ex Cda di Viale Mazzini, uno delle menti pensanti del melonismo (è sempre stato soprannominato Bussola) che ai tempi del potere aziendale di Salini aveva un peso notevolissimo in azienda e che poi è stato estromesso dalla plancia di comando per faide interne al centrodestra. 
Adolfo Urso invece gli amici lo chiamano «il re delle spie». Perché è presidente del Copasir, ma anche perché tutto il mondo dei Servizi lo riguarda e lì dentro gode di stima trasversale e di considerazione il che è un vantaggio non da poco per il suo partito. Che lo ha candidato in Veneto e qui - in terra leghista dove FdI può svuotare il Carroccio: 28 a 18 secondo le previsioni - Urso sta vedendo tutti: da FederTerme a FederAlberghi, da Cna a Confindustria e via così. Non solo il presidente del Copasir potrebbe diventare sottosegretario a Palazzo Chigi con delega ai Servizi ma è anche quello che la prossima settimana sarà a Washington per un giro di incontri con i think tank atlantisti, vedrà senatori e avrà un meeting all’International Repubblican Institute (che tra i suoi padri anche Reagan). Una delle figure più conosciute e significative della destra, Andrea Augello, capolista nel proporzionale in tutte le province del Lazio, è quello - viene da Unicredit oltre ad aver già fatto più volte il senatore - che cura il capitolo interlocuzione e consenso con il ceto imprenditoriale e bancario di questa regione e della Capitale. Che sono l’obiettivo della seconda sperata vittoria di FdI dopo il 25 settembre, e cioè le Regionali del 2023.

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