Li chiamano scherzosamente «quella sporca dozzina». Ma sono anche più di 12 quelli che per FdI lavorano alla ricerca capillare, settore per settore, categoria per categoria, ambito dopo ambito, dell’Italia profonda e dell’Italia reale a caccia dei consensi che servono al boom del partito meloniano che si aspetta tantissimo, e i sondaggi confortano i desideri, nel voto del 25 settembre. La strategia di sfondamento elettorale che è stata scelta a via della Scrofa è di tipo militare e sono più o meno 12 quelli che sui vari campi di battaglia sovrintendono alla caccia al voto. Un esempio? Non il solito di Guido Crosetto che lavora per Giorgia ai rapporti economici e internazionali, cioè a creare simpatia e adesione di tanti mondi che contano alla prima donna in predicato di diventare capo del governo. C’è anche il territorio, gli ordini professionali, le categorie e l’infinita complessità reticolare della società italiana - compresi alcuni poteri forti come il Vaticano o la Rai - da intercettare. Meloni ha mobilitato anzitutto i diversi responsabili dei dipartimenti di FdI: il veneto Luca De Carlo (Agricoltura) incontra gli esponenti di Coldiretti; Salvatore Deidda (Difesa) tesse la tela con i rappresentanti dell’esercito; Marcello Gemmato (Sanità) è la sonda e la rete da pesca nell’universo degli ordini dei medici e degli infermieri; Alberto Balboni (Sicurezza) si occupa dei problemi e dei consensi nei sindacati di polizia; Andrea Delmastro, a sua volta una delle figure di massima affidabilità agli occhi della leader, cura le relazioni con le associazioni degli avvocati, magistrati e guardie penitenziarie.
L’azione capillare
Nomi non altisonanti? Può essere, ma cruciali nella costruzione di una possibile vittoria e nel passaggio al 28 per cento (stima che in FdI non nascondono di poter toccare anche se per ora i sondaggi non la certificano affatto) di un partito che aveva il 4 e che non vuole essere aleatorio nel suo eventuale successo come lo sono stati l’altra volta i grillini nel 2018. «Da noi si lavora nel concreto della società e di tutte le sue pieghe», dicono gli uomini e le donne della Meloni.
E ancora: la figura di riferimento nel delicatissimo mondo Rai è Giampaolo Rossi, ex Cda di Viale Mazzini, uno delle menti pensanti del melonismo (è sempre stato soprannominato Bussola) che ai tempi del potere aziendale di Salini aveva un peso notevolissimo in azienda e che poi è stato estromesso dalla plancia di comando per faide interne al centrodestra.