Times, le 20 persone che potranno cambiare il mondo: c'è anche Giorgia Meloni

Times, le 20 persone che potranno cambiare il mondo: c'è anche Giorgia Meloni
di Ilaria Del Prete
Giovedì 2 Gennaio 2020, 12:40 - Ultimo agg. 1 Marzo, 21:09
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Giorgia Meloni inserita dal The Times nella lista delle venti persone che potrebbero cambiare il mondo nel 2020. La leader di Fratelli d'Italia si ritrova - tra gli altri - accanto all'attivista Jimmy Sham, portavoce della protesta dei giovani di Hong Kong, alla principessa Leonor di Spagna, il nazionalista neozelandese Christopher Luxon.

«Quando il video-parodia del discorso di Giorgia Meloni è diventato virale, in novembre, è nata una stella», si legge sul quotidiano britannico. Il video è quello in cui la Meloni ripete dal palco del comizio di San Giovanni, a Roma, "Io sono Giorgia. Sono una donna, Sono una madre. Sono Cristiana", ma «mentre chi lo ha creato aveva un intento ironico - continua il Times - la sua crescente legione di sostenitori lo ha adottato come inno». Il risultato? «Il partito Fratelli d'Italia - concude il Times - oggi è al 10%, superando il 4.4% ottenuto alle elezioni del 2018 e sottrando voti alla Lega di Matteo Salvini».

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Ecco tutti gli altri personaggi, più o meno mergenti nel panorama globale, che per il Times sono destinati a grandi cose nell'anno appena cominciato: Valérie Pécresse, presidente della regione Île-de-France; David Hogg, attivista  americano per il controllo dell'uso delle armi; Yegor Zhukov, attivista russo; il David Adedeji Adeleke, meglio conosciuto come Davido, cantautore e produttore di origine nigeriana; Gideoon Saar, il politico israeliano che ha sfidato Netanyauh; Yury Dud, vlogger russo con un futuro in politica; Shinjirō Koizumi, il più giovane membro di gabinetto giapponese; Amit Shah, l'attuale ministro degli affari interni indiano; il turco Ali Babacan; l'economista tedesca Isabel Schnabel; Mikuláš Minář, attivista ceco; Markus Söder, presidente della Baviera e leader della Unione Cristiano-Sociale; l'attrice Florence Pugh; il generale iraniano Qasem Soleimani. 

 
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