Giorgia Meloni sorpassa Salvini: vola negli Usa dai Repubblicani, rinnega il sovranismo e fa il salto di qualità

Giorgia Meloni sorpassa Salvini: vola negli Usa dai Repubblicani, rinnega il sovranismo e fa il salto di qualità
Giorgia Meloni sorpassa Salvini: vola negli Usa dai Repubblicani, rinnega il sovranismo e fa il salto di qualità
di Alberto Gentili
Mercoledì 23 Febbraio 2022, 16:14 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 09:04
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Finora Giorgia Meloni aveva messo la freccia e sorpassato Matteo Salvini e la sua Lega nei sondaggi. Ora la leader di Fratelli d’Italia (FdI) piazza un altro colpo e sorpassa il segretario leghista anche nei rapporti con Oltreoceano, segnando un punto importante: Meloni da domani sarà ospite della Conservative Political Action Conference (Cpac) che si svolge quest’anno a Orlando, in Florida.

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Il debutto con i Repubblicani

La conferenza politica annuale dei conservatori Usa, inaugurata da Ronald Reagan nel 1974, non è un appuntamento qualsiasi. Alla Cpac partecipano attivisti conservatori e politici da tutti gli Stati Uniti e leader di vari Paesi. Meloni interverrà il 26 febbraio all’interno del panel “Cpac: The Whole World is Watching”, il tavolo riservato agli ospiti internazionali. Il viaggio della Meloni, arriva in un momento di grandi fibrillazioni legate in particolare alla crisi Russia-Ucraina. Nelle scorse ore, proprio sul tema la leader di FdI è intervenuta chiedendo di far prevalere la distensione, non senza ribadire che «Fratelli d’Italia sostiene l’appartenenza dell’Italia al blocco occidentale e alla Nato senza ambiguità, soprattutto di fronte a crisi di ampia portata come questa». Insomma, nessuna indulgenza verso la Russia di Vladimir Putin, con cui Salvini in passato ha intrattenuto rapporti costanti.

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L'upgrading

Il salto di qualità sul fronte internazionale grazie al nuovo legame con i Repubblicani Usa, nella strategia della Meloni serve a dare ulteriore visibilità a FdI in un’ottica di saldatura e rilancio dei rapporti Transatlantici. E questo mentre il centrodestra, dopo la partita per il Quirinale, è sempre più spaccato. E forse tramontato se, come molti partiti chiedono, si andrà verso una legge proporzionale. La prova della svolta atlantista con tanto di abiura sovranista, della competition con Salvini e dello sgretolamento dell’alleanza con Lega e Forza Italia, arrivano dalle parole spese la scorsa notte dalla leader di FdI: «Io leader con Salvini di una destra sovranista? Io mi definisco conservatrice e quindi le etichette che mi appiccicano addosso gli altri, francamente, non mi interessano. Dopo di che penso che assolutamente nel centrodestra nessuno ci abbia creduto tanto quanto Fdi». Ancora: «Siamo un partito che è sempre rimasto a presidiare il campo del centrodestra, che ha una sola possibilità di alleanza, in teoria, con i partiti del centrodestra, che non ha mai fatto accordi con gente di centrosinistra, che non ha votato un presidente della Repubblica della sinistra e che non ha votato proposte di legge elettorali della sinistra». Un partito che ha proposto al campo di centrodestra, anche un patto anti inciucio che, ha spiegato, non va a isolare Fdi, unica forza che non è al governo: «Non sto parlando di oggi», ha infatti spiegato Meloni, «del resto siamo agli sgoccioli della legislatura, ma parlo del futuro. Voglio capire se va bene l’opzione di Fdi di rappresentare quella maggioranza di cittadini con orgoglio. Alle prossime elezioni dirò agli italiani: volete un governo di centrodestra? Se votate Fdi sarete sicuri di averlo. Per gli altri non posso garantire».

I tentativi di Salvini

Da notare che il leader leghista aveva tentato di farsi accreditare come interlocutore di conservatori americani. E l’aveva fatto con Giancarlo Giorgetti nel ruolo di ambasciatore. Nell’ottobre scorso il ministro dello Sviluppo ha svolto un lungo viaggio negli States, con tappe ad Harvard e Washington. Ma si vede che l’esplorazione di Giorgetti non è bastata. I repubblicani americani alla fine hanno preferito la Meloni.

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