Conte bis alla prova su Ue e manovra

Conte bis alla prova su Ue e manovra
Conte bis alla prova su Ue e manovra
di Mario Ajello
Giovedì 5 Settembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:24
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C'è chi lo definisce un governo giallo-giallo con una spruzzata di rosso burocratico. Ma non è così. Si tratta di un esecutivo, dal punto di vista cromatico, piuttosto equilibrato. Dieci pentastellati. Nove del Pd (più uno di Leu: per rosso burocratico s'intende il bersaniano Speranza alla Salute?). Però i dem hanno avuto la metà dei voti di M5S alle ultime elezioni, mentre nella compagine governativa hanno pareggiato in numero di ministeri. O addirittura vinto, visto che la battuta che circola tra i grillini è questa: «Conte? Ma Conte è uno del Pd!». Sarà per questo che gli hanno piazzato nel palazzo, per controllarlo meglio, il sottosegretario Fraccaro, occhiuto colonnello di Di Maio. In più, il super-ministro - quello del Mef - è piddino doc, Roberto Gualtieri.

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Zingaretti non si può affatto lamentare, ecco: ha riportato al governo il suo partito e ha dato una consistente impronta rosé alla squadra ibrida dei 21 ministri (più il premier e Fraccaro). Ma attenzione: l'ibrido potrà rivelarsi un vantaggio, se le affinità tra dem e stellati diventano elettive, se invece il giallo e il rosé non si fondono il rischio è quello di rivedere il caos giallo-verde. E comunque: erano 19 i ministri del SalviMaio, sono 21 questi del MaZinga e tre i tecnici di allora (Tria, Savona, Moavero) mentre adesso lo è soltanto la Lamorgese. A riprova che si è voluto dare una connotazione molto di partito, politicissima, alla doppia squadra in campo. Lamorgese al Viminale è però un segnale politico: ridare neutralità al ministero dell'Interno dopo la stagione hard di Salvini che va fatta decantare.

Il governo più giovane (oggi il giuramento) di tutti è questo: età media 47,4 anni (l'esecutivo Renzi era 47,8). E ci sono grandi rientri: occhio a Franceschini alla Cultura, per rilanciare la sua riforma dei musei che Bonisoli stava smontando. O elementi di continuità: Bonafede che succede a Bonafede e Costa dopo Costa. Cosa che non è riuscita alle uscenti Grillo e Lezzi e in generale non spicca l'esercito rosa (inteso come femminile). Solo 7 donne (33 per cento, la stessa proporzione che s'è avuta negli ultimi esecutivi) tra i ministri e non deve stupire: bastava vedere la sfilata di deputati e senatori durante le consultazioni, dove è comparsa una donna ogni tre uomini. Al tempo di Ursula - che sta puntando a un fifty-fifty nella commissione Ue - le proporzioni tra maschi e femmine dovevano forse essere più generose per quest'ultime. Anche considerando che l'elettorato femminile ha premiato particolarmente i due partiti del neo-governo. Dove in completo rosa c'è il renzismo: due su due sono donne quelle indicate da Matteo: la Bellanova e la Bonetti (più Guerini mezzo renzista).

La rappresentanza geo-politica dice questo: prevale, e assai, la provenienza meridionale dei ministri, come risulta dalla radiografia targata Dire. La Campania ne ha 4 (basti pensare a Di Maio ma anche a Spadafora); 3 la Sicilia, 2 la Basilicata e anche l'Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, il Piemonte e la Puglia. Provenienza Sud, è vero, ma analizzando le biografie dei personaggi non emerge per lo più un particolare impegno meridioonalistico.

I PESI
Se applichiamo il modello Cuccia (le azioni non si contano, si pesano), il Pd appare in leggero vantaggio (la Difesa a Guerini è un bell'acchiappo). In ogni caso la rinascita del consiglio di gabinetto, con dentro i capi delegazione dem (Franceschini) e stellati (Di Maio) sta a significare l'esistenza di una camera di compensazione dove i pesi dell'uno e dell'altro confronteranno la propria mole. Ad occhio, tra new entry ed evergreen, il tasso di esperienza del MaZinga parrebbe superiore a quello del governo precedente e valga per tutti un esempio clamoroso: fuori Toninelli e dentro la De Micheli, già sottosegretaria di lungo corso e attualmente vice-segretaria del Pd, ed è improbabile che qualcuno rimpianga i riccioli e gli occhialoni del Danilo Toninulla.

Ed eccoci ai segni zodiacali. Predomina il Cancro tra i prescelti. E per il 2020, questo è l'oroscopo per i cancerini: «Un nuovo ciclo si apre a voi! E' tempo di raccogliere le vostre ambizioni e di andare avanti con determinazione e fiducia». Se invece prevarrà la mollezza, torna Salvini.

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