Governo, crisi in diretta. Giuseppe Conte lontano da quota 161 (l'Udc si sfila), deputato lascia Iv. Renzi: «Italia Viva decisiva»

Governo, crisi in diretta. Pd: prezzo che paghiamo è immenso. Renzi: «Italia Viva decisiva»
Governo, crisi in diretta. Pd: prezzo che paghiamo è immenso. Renzi: «Italia Viva decisiva»
Sabato 16 Gennaio 2021, 13:41 - Ultimo agg. 23:33
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Crisi di governo, quale sarà lo sblocco finale? I costruttori non crescono. Il gruppo di senatori che dovrebbe rimpiazzare il vuoto di Italia Viva e garantire una nuova stabilità al Conte Due stenta a decollare. Al Senato, il governo è ancora lontano dalla maggioranza assoluta di 161 voti. Intanto, però, nella 'contropartè, quella dei renziani, si avvertono scricchiolii. Insomma, i giochi sono ancora aperti ma oggi si respira meno ottimisto. Martedì a Palazzo Madama ci sarà la conta: con l'astensione annunciata di Italia Viva, al momento il governo è in grado di superare la prova. 

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L'Udc si sfila

La compagine dei costruttori si va delineando più per esclusione che per aggiunte.

L'Udc, che può contare su tre senatori, si è tirata fuori. Anche il sottosegretario agli Esteri Riccardo Merlo (Maie), fondatore del gruppo di Italia 2023 che dovrebbe raccogliere adesioni pro-Conte a Palazzo Madama, non ha nascosto le difficoltà: «Noi siamo ottimisti e la fiducia passerà - ha spiegato - ma sui numeri lo sapremo martedì. Ci sono dei colleghi che stanno riflettendo. Fino all'ultimo momento non sapremo». Al Senato, il pallottoliere della maggioranza al momento è fermo a 154, un cifra data dalla somma dei senatori del M5s (92), del Pd (35), del Maie-Talia 23 (4), di Leu (6) e delle Autonomie (8, sono 9 ma uno non vota). A questi si sommano i senatori a vita Renzo Piano, Liliana Segre, Carlo Rubbia e Mario Monti. 

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Caccia ai costruttori

E poi ci sono i costruttori: Sandra Lonardo (ex FI, moglie di Mastella), gli ex M5s Maurizio Buccarella e Gregorio de Falco, e poi Sandro Ruotolo (Misto). Il conto include anche Riccardo Nencini (Psi, che ha dato il simbolo a Renzi per formazione del gruppo al Senato), che però è ancora fra gli incerti. I costruttori non hanno perso le speranze di imbarcare anche gli ex M5S Lello Ciampolillo, Luigi di Marzio e Marinella Pacifico. Mentre non hanno ottenuto garanzie da altri due ex cinquestelle: Mario Michele Giarrusso e Tiziana Carmela Rosaria Drago. Insomma, i costruttori vanno a rilento. È cauto perfino un vecchio navigatore della politica, Clemente Mastella, che era riuscito a ritagliarsi un ruolo di reclutatore: «Mi chiamo fuori - ha detto - perché, dopo aver cercato di dare consigli su come risolvere la crisi, sono stato attaccato sul personale». Il suo pronostico è che ci sarà «un Conte ter con un rimpasto e un rientro di Italia Viva», e non «un governo Conte sostenuto da un'altra maggioranza con l'ingresso di responsabili». 

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Strappo in Italia Viva

Visto come si stanno mettendo le cose, per Italia Viva sarebbe una mezza vittoria. La rottura non ha infatti convinto tutti. «Avrei volentieri evitato l'aprirsi di una crisi al buio - ha scritto in un post il senatore di Iv, Eugenio Comincini, che ha chiesto «un patto di legislatura nel perimetro dell'attuale maggioranza». Ma c'è anche chi, fra i renziani, è andato direttamente allo strappo. Il deputato Vito De Filippo ha annunciato il suo ritorno nel Pd e che lunedì alla Camera voterà per il governo. 

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Lite Calenda-Mastella

In questo clima da compravendita, c'è stata anche una polemica fra Carlo Calenda e Mastella. »Anche io ho avuto l'onore di una telefonata del simpatico Clemente - ha scritto Calenda su Twitter - Una roba tipo tu appoggi Conte e il Pd appoggia te a Roma. Scarsa capacità di valutare il carattere degli uomini. O quanto meno il mio«. Mastella ha confermato la telefonata, smentendo la ricostruzione del leader di Azione: »Sei una persona di uno squallore umano incredibile«. Di riflesso, anche il centrodestra, che annunciano il voto positivo sia sullo scostamento di bilancio sia sul dl ristori, entra nella partita. Sia Matteo Salvini sia Antonio Tajani hanno parlato di parlamentari del M5s che avrebbero bussato alle porte di Lega e Forza Italia. Ma, viene fatto notare da qualcuno nelle opposizione, 'accoglierlì adesso sarebbe fare un favore a Renzi.

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