Ipotesi Conte bis, Fico o Cantone per Palazzo Chigi

Ipotesi Conte bis, Fico o Cantone per Palazzo Chigi
di Alberto Gentili
Mercoledì 14 Agosto 2019, 08:20 - Ultimo agg. 08:59
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Pur in vacanza alla Maddalena, Sergio Mattarella non ha atteso più di un'ora per stoppare l'ultima mossa di Matteo Salvini. Dall'entourage del capo dello Stato è uscito un chiaro altolà all'idea del leader leghista di votare, lunedì, il taglio del numero dei parlamentari così come chiedono i 5Stelle e poi di andare sparato alle elezioni. Secondo il capo dello Stato ciò che dice il vicepremier leghista non si può fare. Se il Parlamento approva una legge costituzionale che ne modifica la composizione, non ne può essere congelata l'applicazione per 5 anni, fino alla legislatura successiva. Insomma: prima di andare alle urne, a giudizio del Quirinale, sarebbe indispensabile attuare la riforma. Con passaggi tecnici e parlamentari che, fra i 3 mesi di attesa per la richiesta del referendum confermativo, i tre successivi per l'eventuale svolgimento della consultazione popolare, la conseguente riforma dei collegi e della legge elettorale, se va bene si arriva all'autunno del prossimo anno.

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TEMPI
E questo Salvini lo sa benissimo. Giovedì scorso, tre ore dopo aver presentato la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte e avere spalancato di fatto le porte alla crisi del governo giallo-verde, il vicepremier aveva dichiarato dal palco di un comizio a Pescara: «Se si fa il taglio dei parlamentari poi non si va più a votare». Eppure, nel giorno in cui in Senato si materializzata con ben 161 voti la maggioranza formata da 5Stelle, Pd, Leu, +Europa e peones vari contraria alle elezioni anticipate e potenzialmente in grado di formare un nuovo governo che farebbe evaporare le urne d'autunno invocate dalla Lega, Salvini ha tentato il colpaccio. Ha provato ad allungare la vita del governo giallo-verde fino all'autunno del 2020. Tenendosi il Viminale, scongiurando il nuovo abbraccio con Silvio Berlusconi, ed evitando di restare tagliato fuori dai giochi. Salvini però ha cercato di salvare la faccia confermando la voglia di elezioni e la sfiducia a Conte: «Se ritiro la mozione? Mica siamo al mercato del pesce». Ma una mossa, oltre al fatto che il vicepremier è tornato in Aula a chiamare «amico» Di Maio, è illuminante sull'intenzione di tirare avanti: il minacciato ritiro dei ministri del carroccio, dato per certo alle otto di sera, è evaporato nella calda notte romana.

BLUFF
Secondo il Pd e i 5Stelle quello di Salvini è «uno sporco bluff». «E' un disperato tentativo di restare aggrappato al governo», ha spiegato Matteo Renzi ai suoi, «il leghista ha capito che sta per restare senza governo e non avrà le elezioni. Dunque, si è inventato questa capriola grottesca. Vediamo se i 5Stelle ci cascano...». Luigi Di Maio & C. per il momento non ci sono cascati. La prova: la conferenza dei capigruppo della Camera ha fissato il dibattito sulla legge taglia-parlamentari giovedì 22 agosto, invece che a lunedì 19 come inizialmente proposto dl presidente di Montecitorio, Roberto Fico. Questo per disinnescare e stoppare la mossa di Salvini. E spingerlo allo scoperto: andare avanti alla luce del sole, magari con un Conte-bis. Oppure rinunciare ufficialmente alle elezioni: «Quella di Salvini è la mossa della disperazione, è in un cul de sac», ha detto Di Maio, «se votano la sfiducia a Conte non possono tagliare i parlamentari, se vogliono davvero tagliarli, non possono invece sfiduciare il premier». Questo perché il dibattito sulla sfiducia si svolgerà martedì 20 in Senato. E se il governo cadesse, la riforma costituzionale con il taglio dei parlamentari non potrebbe essere votata giovedì 22, visto che la crisi bloccherebbe i lavori parlamentari.
Di Maio ha però anche aggiunto una frase che fa pensare che l'ipotesi di un Conte-bis, semmai dopo un rimpastone di ministri, non è del tutto da scartare: «Il taglio dei 345 parlamentari è l'obiettivo della legislatura». Insomma, 5Stelle e Lega, nonostante gli insulti e la crisi dichiarata, potrebbero tornare assieme come se nulla fosse. Prodigi del populismo. La conferma: «Con il Pd non facciamo alcun governo», ha fatto trapelare in serata il capo politico del Movimento.
C'è da vedere se Fico e chi già lavorava all'esecutivo di legislatura con il Partito democratico, non riesca a fare cambiare idea al vicepremier grillino. Obiettivo: andare a un governo di legislatura presieduto dal presidente della Camera, pronto a lasciare il suo posto al dem Dario Franceschini. Oppure dall'ex presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone: «Se i grillini non vogliono tornare tra le braccia di Salvini e vogliono fare un governo con noi si fa, senza problemi», ha fatto sapere in nottata Renzi.

ATTESA
In questo caos, per il momento Conte sta a guardare. Da palazzo Chigi hanno fatto filtrare che per il «premier non cambia nulla». Che, appunto, martedì 20 sarà in Senato per le sue comunicazioni. E sicuramente, se nulla cambia nella prossime ore, non andrà a dimettersi al Quirinale come era già previsto. Aspetterà invece che si voti la sfiducia presentata dalla Lega per verificare se il ripensamento di Salvini è reale. «Conte è disposto a restare al governo insieme a Salvini? È presto per dare una risposta». Ma non è mancata una stilettata: «Il capo della Lega ha fatto questa mossa disperata per rientrare in partita e scongiurare un esecutivo formato da Pd e 5Stelle. Sa, infatti, di non avere più la possibilità di andare alle elezioni e rischia di restare fuori da tutto». Cosa realmente accadrà si capirà non prima di martedì. Proprio il giorno della sfiducia.
 

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