Si viaggia col Green Pass, ma all'Europa non basta: utilizzarlo per gli eventi

Si viaggia col Green Pass, ma all'Europa non basta: utilizzarlo per gli eventi
Si viaggia col Green Pass, ma all'Europa non basta: utilizzarlo per gli eventi
di Francesco Malfetano
Mercoledì 30 Giugno 2021, 06:05 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 20:08
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«Il Green pass digitale faciliterà la vita dei cittadini europei». Quattro mesi fa, il primo marzo, così Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, annunciava su Twitter l'intenzione del governo comunitario di lanciare una sorta di passaporto vaccinale. Un certificato che consentisse a quasi mezzo miliardo di cittadini, una volta vaccinati o comunque sottoponendosi ad un tampone, di dire addio a quarantene e restrizioni per andare in vacanza. Quattro mesi dopo, con una campagna vaccinale finalmente decollata e i nuovi timori dettati dalla variante Delta del Sars-Cov-2, l'Eu Digital Covid Certificate è davvero pronto ad unire nuovamente il Vecchio Continente.

Green pass, vaccini e tamponi

Tra 24 ore infatti, dal primo luglio, il Green pass entrerà in vigore e permetterà ai cittadini Ue di tornare a viaggiare in libertà se vaccinati, guariti dal Covid oppure in possesso dell'esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti.

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LE POLEMICHE
In realtà però, anche ad un passo dall'adozione ufficiale del Pass, non mancano le polemiche. In primo luogo, come ha già fatto notare anche il premier italiano Mario Draghi a margine del Consiglio Ue della scorsa settimana «c'è una grande varietà di comportamenti». In sostanza mancano regole uniformi come ha dimostrato la decisione della Germania di vietare in toto l'ingresso alle persone provenienti dal Portogallo, considerato un Paese dove la variante Delta è dominante. Una scelta che non è andata giù a Bruxelles, che non la vede «in linea» con quanto stabilito insieme agli Stati membri nei mesi scorsi. Al punto che i commissari Didier Reynders, Thierry Breton e Stella Kyriakides hanno deciso di mettere nero su bianco il proprio disappunto in una lettera inviata ai Ventisette per chiedergli di coordinarsi il prima possibile in modo che tutte le misure per gli spostamenti sul territorio europeo (dalle classificazioni sulle zone ad alta incidenza per le quali sarebbero previste quarantene, all'obbligo di test per i minori) garantiscano la libertà di viaggiare senza ostacoli e limitazioni.

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Un invito al rispetto degli accordi che vede al centro anche la differente interpretazione delle indicazioni sulla validità della profilassi. Se generalmente per i Paesi Ue la vaccinazione è considerata completa passati 14 giorni dalla seconda dose di vaccino (o dose unica per i monodose come J&J, anche se per la Francia il tempo è raddoppiato a quattro settimane), per alcuni Stati compresa al momento l'Italia ma le cose potrebbero cambiare a breve - la copertura vaccinale può bastare anche dopo la prima dose. È il caso della Croazia oppure dell'Austria. Ma differenze si riscontrano anche sulla validità del certificato di guarigione con la Grecia che ad esempio lo accetta per nove mesi a partire dal 20esimo giorno successivo al primo risultato positivo mentre la Spagna tra l'11° a 180° giorno dal primo risultato positivo.

Inoltre diversi Paesi non hanno neppure ancora completato la propria piattaforma e quindi l'adesione al Pass: Cipro, Ungheria, Malta, Irlanda, Paesi Bassi, Romania e Svezia.


RIAPERTURE
Una babele che ovviamente non può piacere alla Ue. Unione che però non apprezza neppure lo scarso coinvolgimento del Pass nel processo di riapertura in corso nel Vecchio Continente. Se in Italia il documento (prima nella versione di Certificato verde nazionale e dal 18 giugno in quella Ue) viene ad esempio già usato per i matrimoni o l'accesso alle Rsa e presto lo sarà per le discoteche, in molti Paesi il Green non è utilizzato se non per consentire l'accesso dei turisti stranieri senza quarantena. Così ieri la commissaria Ue per la Cultura, Mariya Gabriel, presentando le linee guida per la riapertura coordinata del settore culturale europeo, ha invitato «gli Stati membri ad utilizzare i nostri strumenti come il certificato Covid digitale per facilitare la riapertura». Ovvero di estendere a musei, mostre, teatri, eventi o qualunque altro luogo di cultura l'uso del Pass.

 
 

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