Trasporti, il nodo delle multe. I controlli (soft) sui bus e la falla delle sanzioni

L’Atac a Roma: per le multe serve un vigile. Il ministero: può farle il vostro personale

Green pass, i controlli (soft) sui bus. La falla delle sanzioni
Green pass, i controlli (soft) sui bus. La falla delle sanzioni
di Francesco Bisozzi e Francesco Pacifico
Lunedì 6 Dicembre 2021, 00:11 - Ultimo agg. 09:33
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Sbarca su bus e metro il Green pass, quello base, ma le aziende del trasporto pubblico locale arrivano all’appuntamento scariche di personale per verificare a bordo il possesso del certificato verde. Soltanto a Roma Atac - la più grande utility italiana del settore con oltre 11mila dipendenti - ha appena 250 controllori per 1.500 bus, sei linee di tram e altre tre di metropolitane. Ma le proporzioni non sono diverse in altre città italiane. Anche per gli uomini di polizia, carabinieri e vigili urbani non sarà semplice svolgere le stesse ispezioni alle banchine.

Insomma, le verifiche dei certificati verdi sui mezzi pubblici, al via oggi e per quanto a campione, rischiano di fare flop. Perché, spiegano dalla prima linea della romana Atac, «i nostri verificatori sono agenti di polizia amministrativa, non giudiziaria: possono multare un passeggero se non ha obliterato il biglietto, ma hanno le armi spuntate quando si tratta di Green pass.

Certo, possiamo chiedere la certificazione ai viaggiatori, invitarli a scendere dal bus se non ce l’hanno, ma se qualcuno si oppone dobbiamo chiamare le forze dell’ordine. E allo stesso modo dobbiamo attendere l’arrivo di poliziotti, carabinieri o vigili urbani per elevare le sanzioni dai 400 ai mille euro ai trasgressori». 

CONTROVERSIE

Per la cronaca il Mims, il ministero guidato da Enrico Giovannini, ribadisce che il personale delle aziende di Tpl, già autorizzato a multare chi non indossa la mascherina, può sanzionare anche chi non è in possesso del certificato verde. Le aziende del settore e i sindacati però insistono sul fatto che c’è poca chiarezza in merito alle competenze e che le nuove norme fanno riferimento ai controlli, non alle sanzioni. Inoltre, per effettuare le contravvenzioni, spiegano gli addetti ai lavori, andrebbero adeguati i palmari dei controllori. Risultato? In presenza di trasgressori, i verificatori chiameranno le forze dell’ordine: sia per elevare le sanzioni sia per costringere i passeggeri a scendere in caso di resistenza. In quest’ottica è utile ritornare sulla strategia messa in campo da Atac. Che farà girare a bordo di bus, tram e treni delle metro, il grosso dei suoi 250 controllori.

Un’altra parte, invece, sosterà davanti ai tornelli delle stazioni della metro per chiedere agli utenti la certificazione. Atac ha individuato 30 tra capilinea e metro da sorvegliare con maggiore attenzione. Ma come detto, in presenza di trasgressori, i verificatori chiameranno gli agenti. E veniamo alla forza pubblica: stando al piano congiunto di Prefettura e Questura a Roma saranno circa 800 gli uomini impegnati per fare le verifiche all’uscita dai mezzi, cioè ai capilinea, alle principali fermate e alle stazioni della metro. Ognuno dei 40 commissariati della città metterà a disposizione due pattuglie dedicate e altrettanto faranno le 24 compagnie dei carabinieri. Gli agenti si alterneranno su due turni della giornata: 8-14 e 14-20. Un altro centinaio di agenti li metterà in strada, o meglio su circa 40 capolinea, la Polizia locale. 

Numeri preoccupanti. Come se ne esce? La circolare del Viminale che disegna la nuova strategia dei controlli sul Green pass, in versione premium e standard, in realtà apre a una scorciatoia per quanto riguarda il Tpl. Nel testo inviato ai prefetti si suggerisce, tra le righe, di abbassare il livello dei controlli nelle ore di punta. Più nel dettaglio, si legge: «Sul piano operativo, si raccomanda che le modalità esecutive dei controlli, la cui flessibilità e adattabilità ai vari contesti trova conferma nella previsione che ne consente l’effettuazione anche a campione, non compromettano le esigenze di fluidità del servizio, soprattutto allo scopo di scongiurare, specie nel trasporto pubblico locale di superficie, possibili assembramenti ed eventuali ricadute di ordine pubblico». Tradotto, con ogni probabilità verranno controllati in media i Green pass di due o tre passeggeri su dieci al fine di non causare rallentamenti. E nelle ore di maggiore traffico non è escluso che la quota di certificati verificati possa scendere ulteriormente. 

LE SCUOLE

Rimane poi aperto il nodo degli studenti. L’accesso ai mezzi pubblici riservato solo a chi ha il passaporto verde, secondo le Regioni, rischia di penalizzare severamente gli under 18. Per questo la Conferenza delle Regioni ha chiesto una deroga per i ragazzi dai 12 ai 18 anni non vaccinati che da oggi, per salire su autobus, metro, scuolabus, corrieri, treni regionali, devono esibire il Green pass standard. Il governo però non ha fatto marcia indietro sulla scelta di rendere obbligatorio almeno il tampone per gli studenti maggiori di 12 anni. Come detto, saranno i controllori delle aziende di trasporto locali, coadiuvati da agenti di polizia e vigili urbani, a chiedere ai passeggeri di esibire, insieme al biglietto, il Green pass. 

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