Green pass al via ma non per tutti: i “buchi” della legge. Le norme poco chiare penalizzano gli italiani all’estero

Green pass al via ma non per tutti: i “buchi” della legge. Le norme poco chiare penalizzano genitori e italiani all’estero
Green pass al via ma non per tutti: i “buchi” della legge. ​Le norme poco chiare penalizzano genitori e italiani all’estero
di Francesco Malfetano
Mercoledì 30 Giugno 2021, 21:52 - Ultimo agg. 1 Luglio, 14:34
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Da oggi, in Europa, è finalmente più facile viaggiare. Entra infatti in vigore il tanto atteso Digital Green Certificate dell’Unione o, come è stato rinominato, il Green Pass. Ovvero il documento che viene rilasciato a chi è stato vaccinato da due settimane contro il Covid, a chi ha ottenuto un risultato negativo ad un test molecolare/antigenico nelle 48 ore precedenti al controllo oppure a chi è guarito dal Covid nei 6 mesi precedenti. Un lasciapassare nato per evitare la babele di regole sui viaggi già introdotte dai singoli Paesi ma che, purtroppo, ancora oggi fa i conti con un’applicazione disomogenea tra i 27.

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Green Pass, manca omogeneità tra i paesi

In concreto il Green Pass è un Qr Code.

Cioè un codice a barre a due dimensioni (che è meglio non condividere sui social per evitare usi impropri), che va presentato in forma cartacea o digitale dai viaggiatori una volta atterrati nel paese di destinazione. Come accennato però sulle regole d’ingresso, dal numero di dosi al tipo di vaccino, manca però omogeneità tra i paesi. Un esempio per tutti: in Croazia, ad oggi, è possibile entrare con una sola dose. 

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Non solo. Basta la prima anche in Italia dove, peraltro, il certificato è usato anche per regolare altre situazioni. Nel senso che il pass è già esteso a ricevimenti ed rsa (presto alle discoteche). Una formula che però potrebbe cambiare a breve, portando a 2 le dosi necessarie, per i timori legati alla variante Delta. In generale però dovrebbero aumentare le situazioni in cui il pass è richiesto, o almeno dovrebbero farlo per la Ue e il commissario alla Giustizia Didier Reynders: «Raccomandiamo a tutti gli Stati membri di usarlo non solo per garantire la libertà di movimento» nell’Unione «ma anche per altre situazioni, come per andare ai concerti, ai festival, a teatro o al ristorante».

 

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1. COS’È IL DG

Grazie al Qr code addio a tamponi e quarantene

Il Digital Covid Certificate è il lasciapassare sotto forma di Qr Code (una sorta di codice a barre) che da oggi i cittadini europei possono usare per spostarsi nella Ue senza essere soggetti a quarantene. Uno strumento fondamentale per il rilancio del turismo che si ottiene a 14 giorni dalla seconda dose (in Italia la prima) o sottoponendosi con esito negativo a un test molecolare o antigenico nelle 48 ore precedenti al controllo oppure, per 6 mesi, dopo la guarigione dal Covid. In alcuni Paesi, ad esempio l’Italia, è già utilizzato anche per altre necessità (come accedere alle rsa o a ricevimenti e feste private), ma l’Unione europea chiede che venga esteso anche ad «altre situazioni, come per andare ai concerti, ai festival, a teatro o al ristorante».

2. COME FUNZIONA

Si scarica  dal sito, dall’app o dal medico

Ottenere la certificazione è semplice. I cittadini vaccinati, guariti o che si sono sottoposti ad un tampone con esito negativo riceveranno un’email o un sms dal Ministero della Salute in cui gli si notifica la disponibilità del proprio documento. Una volta ricevuta basta accedere al sito dgc.gov.it, inserire i dati (tessera sanitaria o identità digitale e un codice inserito nella notifica), e scaricare il certificato in formato cartaceo o digitale. Lo stesso iter è valido per l’app Immuni. Mentre per quanto riguarda l’AppIO basta accedere nella propria area utente e il pass si trova già senza dover fare altro. Non solo. Lo si può anche richiedere al medico di base, al pediatra o in farmacia usando la tessera sanitaria. Per i dubbi è attivo il numero verde 800.91.24.91.

3. IL DOPPIO CANALE

Documento Ue e italiano: quali differenze?

La Certificazione verde nazionale e il Digital Green Certificate della Ue sono due strumenti inizialmente distinti ma ormai sovrapposti. La prima infatti è servita a preparare il terreno al secondo che, appunto, da oggi entrerà in vigore. Tutte le diverse funzioni sono infatti confluite nel medesimo Qr Code che, quindi, ora permette ai cittadini italiani in possesso dei requisiti noti, tanto di accedere ad rsa, feste di matrimonio e (presto) discoteche, quanto di spostarsi liberamente per trascorrere le proprie vacanze in un altro Paese dell’Unione Europea senza dover sottoporsi a quarantene o altre restrizioni che ne limiterebbero gli spostamenti.

4. I NODI

Guariti, vaccinati all’estero e bimbi ancora in dubbio

Dubbi restano per chi, fuori dall’Italia per studio o lavoro, è stato vaccinato all’estero con un farmaco tra quelli riconosciuti dall’Ema. Per ottenere la convalida e il pass dovrebbero rivolgersi agli Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) o all’ambasciata italiana ma queste pratiche al momento sono bloccate. E bloccati sono anche coloro che, guariti da più di 6 mesi, hanno fatto solo una dose di vaccino per completare il ciclo. Il loro pass contempla una sola dose e dunque non viene accettato fuori dall’Italia. Poi c’è la questione minori. Sotto i 2 anni non c’è obbligo di pass. Tra i 6 e i 12 si può fare un tampone, sopra i 12 anche un vaccino. Che succede però ai genitori che viaggiano con bimbi tra i 2 e i 6 anni? Per ora non è chiaro.

5. LA QUESTIONE DELLE DOSI 

In Italia (per ora) basta  la prima ma in Europa serve già il richiamo

Uno degli aspetti più spinosi del Pass è la scarsa uniformità delle regole. Nonostante gli appelli arrivati dalla Ue infatti, diversi Paesi ne fanno un utilizzo diverso. In primis l’Italia che ne consente l’utilizzo 14 giorni dopo l’inoculazione della prima dose. E lo stesso vale per Croazia, Austria e Repubblica Ceca. L’indicazione però in Italia potrebbe cambiare presto. L’avanzare della variante Delta, che viene fermata solo dalla doppia dose di vaccino, sta spingendo le autorità nostrane verso la possibilità di adeguarsi a gran parte degli altri Paesi.

6. I PAESI PRONTI: Le vacanze con il certificato non partono ovunque: sette (su 27) sono in ritardo

Stando alle indicazioni presenti sul sito ufficiale dell’Unione europea ben 7 Paesi non hanno risolto in tempo alcuni guai tecnici e sono stati costretti a far slittare la partenza del Green Pass comunitario. Si tratta di Cipro, Ungheria, Malta, Irlanda, Paesi Bassi, Romania e Svezia. Se però buona parte di questi dovrebbero riuscire a sistemare la pratica già nei prossimi giorni, ad essere più in difficoltà c’è invece l’Irlanda, i cui database del sistema sanitario nazionale sono stati compromessi da un attacco hacker. 

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