Green pass a scuola, i presidi: «Obbligo anche per i genitori degli studenti»

Green pass a scuola, i presidi: «Obbligo anche per i genitori degli studenti»
Green pass a scuola, i presidi: «Obbligo anche per i genitori degli studenti»
di Lorena Loiacono
Mercoledì 4 Agosto 2021, 00:15 - Ultimo agg. 13:47
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Favorevoli al Green pass dal primo momento, i presidi tirano un sospiro di sollievo per la mediazione messa in campo dal governo. Ma già rilanciano: servono trasporti pubblici dedicati agli studenti, dicono, come nel resto del mondo, trasformando i pullman fermi per il crollo del turismo in scuola bus a prova di contagio. «Siamo a favore della certificazione per il personale scolastico - spiega Cristina Costarelli, presidente dei presidi del Lazio - deve valere però anche per chiunque acceda a scuola dall’esterno, come i fornitori e i genitori. Un percorso che ci fornisce delle garanzie, anche la possibilità di fare i tamponi a prezzi calmierati va in questa direzione. Viene chiesto il Green pass per accedere a diverse attività e non vogliamo chiederlo per la scuola, che rientra nei servizi essenziali?».

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L’obiettivo è tornare in sicurezza, per tutti: «La logica non è mai soggettiva - spiega Attilio Fratta, presidente di DirigentiScuola - e la richiesta di un certificato credo rientri nei provvedimenti logici e necessari. Non vogliamo correre certo il rischio di un nuovo lockdown». Intanto nelle regioni prosegue la conta dei docenti no vax, ferma al 15%, in attesa di sapere la percentuale precisa del personale scolastico che non ha ancora aderito alla campagna vaccinale. Maddalena Gissi, responsabile della Cisl scuola, assicura: «Credo che si tratti di un numero inferiore rispetto ai dati che abbiamo oggi a disposizione. In Sardegna, ad esempio, devono essere ricontati perché ce ne sono molti che hanno partecipato alla campagna ma non come docenti». A proposito dei dati, l’attacco hacker ai sistemi informatici della Regione Lazio sta scuotendo gli animi da giorni. Anche nel mondo della scuola: «In Regione ci sono molti dati che riguardano docenti e studenti - avverte Mario Rusconi, presidente dei presidi di Roma - siamo preoccupati e dobbiamo capire quali e quanti di questi dati sono saltati o meno. Ad esempio, parlando di vaccini, siamo ancora in grado di sapere quanti docenti non lo hanno ancora fatto?». Nei territori a rischio potrebbe riattivarsi la didattica a distanza: «E’ chiaro che - spiega Roberto Romito, presidente dei presidi della Puglia - elevare il numero delle vaccinazioni tra docenti ma anche tra gli studenti metterebbe le scuole al riparo da molti rischi.

Nel caso in cui i contagi dovessero risalire, la dad sarebbe l’unico strumento possibile». La Puglia ha vissuto mesi di polemiche perché la Regione ha deciso di lasciare alle famiglie la scelta di far rientrare i ragazzi tra i banchi o tenerli a casa: «Con tutte le difficoltà - continua Romito - non è stato semplice fare lezione da remoto. Non a caso la Puglia e la Campania, tra le Regioni con il maggior numero di giorni in dad, hanno avuto i peggiori risultati ai test Invalsi».

Allarme contagi - In Puglia, da mesi, i presidi e il mondo della scuola chiedono agli enti locali un potenziamento del trasporto anche utilizzando i bus turistici: «Sarebbe la soluzione ideale - assicura il presidente Anp Puglia - per i ragazzi ma anche per i pullman turistici che non lavorano da troppo tempo». Dello stesso avviso anche la Anp Lazio: «Le scuole superiori hanno studenti che provengono da diversi quartieri, ad esempio al liceo Newton - dove la presidente Anp Lazio è dirigente scolastica - abbiamo ragazzi che vengono da Ciampino così come da Roma nord. Credo quindi che si potrebbe pensare ad un servizio mirato che arrivi fino in Centro, nei punti strategici come la stazione Termini, il Colosseo o la via Nomentana». «Il trasporto pubblico non sembra in grado di riformulare se stesso, di fare delle corse dedicate alle scuole», sintetizza Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. «Ciò che in altri paesi si fa normalmente, da noi sembra impossibile eppure abbiamo avuto un anno e mezzo per fare degli interventi». 

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