Green pass obbligatorio nei supermercati? Frausin (Federdistribuzione): «Regole chiare sui controlli»

«È fondamentale non chiudere e che le persone abbiano la possibilità di fare acquisti»

Green pass obbligatorio nei supermercati? Frausin (Federdistribuzione) «Regole chiare sui controlli»
Green pass obbligatorio nei supermercati? Frausin (Federdistribuzione) «Regole chiare sui controlli»
di Jacopo Orsini
Sabato 8 Gennaio 2022, 08:27 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 13:01
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Il compromesso è accettabile ed equilibrato, le misure del governo vanno nella giusta direzione. Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, l'organizzazione che rappresenta le aziende della grande distribuzione, chiede solo regole chiare e soprattutto omogenee a livello nazionale e si aspetta che i controlli sul green pass non vengano delegati alle imprese. «Sarebbe ingestibile», dice. «I prodotti di largo consumo incidono per il 22% del Pil. Se non teniamo i consumi vivi non avremo la ripresa del sistema. È fondamentale non chiudere e che le persone abbiano la possibilità di fare acquisti».

Presidente come valuta le misure varate dal governo?
«Ci sono sicuramente dei passi avanti nella giusta direzione per aiutarci a tenere aperto il sistema Paese. Sono assolutamente favorevole».
L'obbligo solo per gli over 50 è giusto o serviva per tutti?
«Credo che il compromesso sia accettabile, c'è equilibrio, non ci sono alternative».
Le nuove norme creeranno dei problemi di gestione ai vostri punti vendita?
«Non credo, anche se il nostro è un business suddiviso in tanti tipi di negozi. Ormai siamo preparati a gestire l'emergenza. Mi auguro che le nuove disposizioni portino il Paese fuori dalla pandemia».
Alcune norme tuttavia devono essere ancora definite.
«Sì questo infatti mi preoccupa di più».
Ci saranno negozi in cui senza green pass si potrà entrare per acquistare prodotti alimentari ma non il resto?
«Cosa succederà non è ancora stabilito. Ma una complessità di questo tipo creerebbe solo confusione e non possiamo permettercelo. Io mi aspetto delle regole di carattere nazionale molto chiare e molto facili da applicare che non abbiano poi interpretazioni diverse a livello locale. Le imprese della grande distribuzione sono presenti in tutto il territorio nazionale, vorrei evitare di trovarmi in situazioni in cui ogni singola autorità locale applicasse le norme in modo diverso».
Cosa teme in particolare?
«Per esempio nei centri commerciali, oltre a negozi di abbigliamento, calzature o cura delle persona ci sono anche gli ipermercati, i tipici grandi punti vendita di alimentari che però vendono anche prodotti di uso quotidiano. Non vorrei che ci si trovasse a dover gestire l'eventuale controllo del green pass in base alle diverse casistiche di cosa i clienti acquistano. Auspico insomma che non siano applicati sistemi che aggravino i costi e la complessità per le aziende, che sono già nella morsa tra aumento dei costi delle materie prime e dell'energia. È un momento in cui la distribuzione moderna non sarebbe in grado di assorbirli. Teniamo inoltre conto che nel 2021, alcuni settori come abbigliamento e calzature, sono ancora sotto a doppia cifra rispetto al 2019, il periodo prima del Covid».
Sarete voi a dover controllare il green pass?
«Mi auguro di no, ci sono gli organi dello Stato per i controlli.

Per noi diventerebbe più oneroso e complesso. Non credo che avrebbe molto senso, tantopiù che nei nostri punti vendita si entra e si fanno gli acquisti indossando sempre la mascherina. Ma ho fiducia che il governo capisca che creare nuove complessità non è un vantaggio per nessuno. L'obiettivo è uscire dalla pandemia e accelerare il processo di vaccinazione, che è la chiave fondamentale».

 


Insomma non spetta a voi.
«Non possiamo essere un Paese basato solo sul controllo. Se poi non si rispettano le regole, è giusto che ci siano le sanzioni. La stragrande maggioranza delle persone comunque si attiene alle regole».
I non vaccinati potrebbero creare difficoltà?
«Le cito due dati: la moderna distribuzione occupa molti giovani. Gli over 50 sono circa il 15% della forza lavoro e abbiamo aziende che hanno rilevato bassi livelli di mancanza di green pass, attorno al 3%. Incrociando questi due dati, la relativa presenza di over 50 e una stima di tasso di vaccinazione alto nel settore, ritengo che il tema dei non vaccinati sia sicuramente superabile. Sono più preoccupato dalle percentuali generali di contagio e dalle relative quarantene. In questo momento l'aspetto più delicato è questo. Le persone che non potranno andare a lavorare perché contagiate o in isolamento. Questo è quello che preoccupa di più nella gestione di alcuni punti vendita».
Quale sarà l'impatto del caro energia?
«Il rincaro dell'elettricità avrà un impatto molto grosso sul sistema, la luce è stimata raddoppiarsi in termini di costi, è evidente che ci sarà un incremento delle spese. Siamo riusciti fino ad adesso a contenere gli aumenti, ma in futuro sarà difficile. Purtroppo ci sarà un impatto sui prezzi. Ma la distribuzione moderna è attenta da sempre a tentare di calmierare questi meccanismi affinché l'impatto per il consumatore sia il più possibile contenuto».

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