Il paradosso dei grillini in piazza

Il paradosso dei grillini in piazza
di Mario Ajello
Venerdì 7 Febbraio 2020, 10:26
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Rifondazione Comunista al tempo del governo Prodi 2 ma anche del primo governo del Professore andava in piazza contro l’esecutivo di cui faceva parte. Ora il bertinottismo è stato assunto da Di Maio e dai 5 stelle i cui ministri, ormai diventati piddini sotto mentite spoglie, vorrebbero sottrarsi ma non possono. E allora di malavoglia sfileranno a piazza San Silvestro in difesa dell’abolizione dei vitalizi e per dire a Conte (grillino diventato quasi e comunque non amato da Di Maio e Crimi si adegua) che non si torna  indietro da quella battaglia identitaria perfetta per mostrarsi puramente anti casta agli occhi del popolo che sta scappando via da loro.

Come forma di rispetto verso i colleghi, i ministri di un governo non dovrebbero manifestare contro il governo di cui fanno parete. Ma vabbè, è saltato tutto ormai  da tempo.  Basti pensare a quei ministri centristi che sfilavano nel Family Day, sempre durante il governo Prodi, contro i Dico che il Cdm guidato dal Prof aveva appena convintamente varato.

E forse ha ragione  l’ex ministro di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, a dire in queste ore: “La manifestazione Di Maio e gl altri grillini dovrebbero farla contro se stessi dopo aver polverizzato il consenso avuto poco meno di due anni fa. Avevano intercettato domande di cambiamento che stavano a sinistra, domande che restano. Ma il disagio ora guarda alla Lega”. E ci sarà da divertirsi il 15 febbraio a piazza Sam Silvestro a vedere l’imbarazzo di Patuanelli o di D’Incà o di altri membri del governo grillo-dem che si sentono ma non lo dicono più nazarenici che pentastellati, più filo Zinga che pro Giggino ma non si possono sottrarre a un evento identitario a cui si sentono obbligati ma ne farebbero volentieri a meno.
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