Migranti, i 5Stelle stoppano la Lega sui super poteri a Salvini: ma alla fine tra gli alleati scatta l'intesa

Matteo Salvini
Matteo Salvini
Martedì 9 Luglio 2019, 21:53
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Prima lo scontro sui poteri del Viminale in materia di trasbordo dei migranti, poi l'accordo sull'inasprimento delle multe per le ong. Matteo Salvini prova a rilanciare sul decreto sicurezza bis con una raffica di emendamenti della Lega che hanno trovato il muro dei pentastellati anche se, alla fine di una lunga giornata, raggiungono un faticoso accordo con l'alleato che ha come perno proprio le pene per le organizzazioni non governative.

«Come gruppi siamo d'accordo su tutto», afferma la deputata di M5s Anna Macina sancendo così, a fine giornata, l'adesione totale dei pentastellati non solo all'impostazione del decreto sicurezza bis, ma anche al suo inasprimento, come chiedeva il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che però ha dovuto rinunciare ai superpoteri che la Lega sperava di attribuirgli.

I due gruppi di maggioranza, dopo le tensioni dei giorni scorsi, hanno infatti concordato gli emendamenti al provvedimento, che inaspriscono la guerra alle navi delle Ong. E anche da parte della ministra Elisabetta Trenta è giunto un aiuto a Salvini per il contrasto all'immigrazione clandestina. Curiosamente sempre da M5s è giunto uno sgarbo al presidente della Camera Roberto Fico, che aveva indicato una mediazione con le opposizioni per la querelle sulla mancata audizione della Sea Watch, chiesta dal centrosinistra e cassata da M5s e Lega.

Quanto alle minoranze il centrosinistra promette battaglia, mentre Fi è divisa. Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera si sono aperte con l'inatteso rifiuto dei due presidenti, Giuseppe Brescia e Francesca Businarolo, entrambe di M5s, del suggerimento del presidente Fico: far svolgere l'audizione della Sea Watch, come chiedeva il centrosinistra, «limitando rigorosamente l'oggetto dell'audizione», evitando che si parlasse del procedimento penale a carico della Rackete.

Nel frattempo, mentre le commissioni concludevano la discussione generale, in una riunione Lega e M5s hanno esaminato i rispettivi emendamenti, alla presenza dei sottosegretari Nicola Molteni e Simone Valente. Tensione altissima quando la Lega ha mostrato un emendamento che aumentava i poteri del Viminale, prevedendo che esso potesse bloccare non solo le navi delle Ong, ma anche i «trasbordo e l'approdo» dei migranti. Alla fine l'emendamento è stato ritirato, ma i due gruppi hanno concordato in quelli che innalzano il livello di contrasto alle Ong: ed ecco la supermulta da 250 mila euro a un milione (nel decreto sono da 10 a 50 mila), il sequestro e la confisca della nave sin dalla prima violazione, e non più dalla seconda.

Una misura che Carlo Sibilia addirittura rivendica a M5s e al ministro Luigi Di Maio. E poi anche l'obbligo di arresto del capitano della nave che non ottempera agli obblighi. In più, nel pomeriggio la Difesa ha fatto sapere che sta mettendo a punto un incremento delle capacità di sorveglianza e ricognizione sulle coste libiche con l'impiego di aerei e droni, per segnalare immediatamente la partenza di gommoni e barche alla Guardia costiera libica, che li riporterebbe indietro. Esattamente come auspicava il ministro dell'Interno.

M5s si troverà però ad affrontare una difficoltà che potrebbe metterlo in imbarazzo.
Le opposizione, da Leu a Fi, passando per Pd e +Europa, hanno presentato emendamenti che rafforzano i poteri del Presidente del Consiglio, che nel testo del decreto deve essere solo «informato» dal Viminale. Un emendamento del genere era stato predisposto dai pentastellati e non presentato vista la contrarietà della Lega. Che farà ora il Movimento? Voterà contro un maggior ruolo del loro premier Giuseppe Conte? Il Pd ha presentato 119 emendamenti dei 547 complessivi e con Gennaro Migliore promette opposizione dura per «evitare l'approvazione del decreto». Sulla stessa linea gli emendamenti di Roberto Speranza (Leu) e Riccardo Magi (+Europa) mentre Fi si è spaccata: Francesco Paolo Sisto ha attaccato maggioranza e governo, mentre Laura Ravetto e Giusi Bartolozzi hanno appoggiato in pieno il decreto. Una divisione che si intreccia con il dibattito precongressuale degli «azzurri».
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