Lega, strappo con il governo sulle nuove misure anti-Covid? I delicati equilibri in vista del 24 gennaio

Lega, strappo con il governo dopo le nuove misure anti-Covid? I delicati equilibri in vista del 24 gennaio
Lega, strappo con il governo dopo le nuove misure anti-Covid? I delicati equilibri in vista del 24 gennaio
di Mario Ajello
Giovedì 6 Gennaio 2022, 16:27 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 19:16
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Lo strappo della Lega contro Draghi, sui nuovi provvedimenti anti-Covid, non avrà conseguenze sul governo, assicurano esponenti del Carroccio, ma dalle parti del segretario c’è chi dice: “Ormai è chiaro, il Pd è il partito del premier e gli dice sempre di sì. Ma Draghi non è l’Infallibile e ha bisogno dei nostri paletti, sennò si monta la testa....”. Comunque, nessuno sfracello, nessuna uscita dal governo - ma figuriamoci, con l’elezione presidenziale alle porte! “ - da parte dei salvinisti che alla fine sono soddisfatti della mediazione raggiunta sul decreto anti Covid anche se non avrebbero voluto l’obbligo vaccinale over 50. L’attenzione vera ormai è sulla corsa al Colle. Lo strappo con Draghi consumato e rattoppato non schiera affatto Salvini contro la possibilità - che ormai è quella principale - che anche la Lega partecipi all’operazione in corso ma molto all’inizio, tra il Pd, parte dei 5 stelle, Renzi, i centristi, per portare Draghi nel ruolo di successore di Mattarella. 

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I delicati equilibri in vista del 24 gennaio

“Salvini ha accettato lo schema di Letta, serve un accordo su due fronti: Quirinale e governo”.

Un dirigente dem bene informato sintetizza così la novità che sarebbe maturata in queste ore, frutto di colloqui anche tra lo stesso segretario e il leader della Lega. Salvini si sarebbe deciso anche dopo l'avviso del segretario Pd sulle conseguenze che avrebbe sul governo una forzatura sul nome di Silvio Berlusconi al Colle. Neanche la Lega si può permettere, una crisi, viste le pressioni dei ceti produttivi del nord, zoccolo duro dell'elettorato del Carroccio. E del resto, anche fonti leghiste confermano che la linea è di “cercare un accordo complessivo”, come dice un dirigente del partito. Anche perché le vicende e le baruffe sul decreto anti Covid hanno confermato ai leghisti  che Draghi è un osso duro e averlo a Palazzo Chigi nell’anno pre elettorale 2022 sarebbe fonte di continue tensioni anche perché, ribadiscono a via Bellerio, Milano, “Draghi e Letta ormai sono due cuori e una capanna, si muovono e si muoveranno sempre più compattamente  e sarà dura per noi confrontarci di fronte a quel muro. Finiremmo per sbatterci contro ogni volta”. Quindi? Salvini vuole Draghi al Colle anche per allontanarlo da Palazzo Chigi dove andrebbe un premier politico frutto di un accordone? 

Il problema da superare è l'ostinazione del Cavaliere, che sarebbe convinto di poter contare sui 505 grandi elettori necessari a partire dalla quarta votazione. Una determinazione che verrà verificata al vertice del centrodestra della prossima settimana, quando gli alleati chiederanno al leader di Fi di dire una parola chiara almeno durante la riunione, perché magari pubblicamente per motivi tattici si prenderà ancora tempo per annunciare la decisione. E al Pd sono convinti che in quell'occasione riemergeranno le tensioni fra Lega e Forza Italia.

Nella Lega, i più non hanno  dubbi: "Salvini sarebbe contento di avere Giorgetti premier, vorrebbe dire avere la Lega alla guida di Palazzo Chigi". Ma c’è anche chi crede l’opposto: “Salvini vivrebbe come uno smacco l’eventuale arrivò di Giorgetti alla guida di un governo largo e pluripartisan sul modello di quello che c’è adesso ma con premier politico espresso dai partiti”. 

Lo scontro nel governo e tra i partiti del governo sulla vaccinazione obbligatoria e sul resto insomma indeboliscono l’esecutivo che c’è ma paradossalmente favoriscono la tentata intesa tra le forze politiche per una scelta condiva sul Colle e la carta Draghi sembra la più giocabile per ora, anche se con tutte le sue criticità. Di sicuro, il Pd è pronto alle barricate per stoppare l'eventualità del Cavaliere al Colle. Letta ripete che con una forzatura sul suo nome il governo cade, “ci sarebbe un big bang, la maggioranza non reggerebbe”, dicono al Nazareno. E lo sanno anche nella Lega. 

Di Maio, che sta tenendo colloqui con tutti e che è il vero punto di riferimento del mondo M5s per gli altri partiti, è convinto di poter sostenere anche una salita di Draghi al Colle, perché il nuovo governo che verrà lo vedrebbe tra i ministri in campo. E sono diversi i nomi dei candidati a sostituire l'ex presidente della Bce come premier. Non solo tecnici, anzi soprattutto politici. Ma chi? Guerini, Di Maio, Giorgetti, Brunetta? Si sta cercando una quadra su tutto, sia Colle che Chigi, ma siamo ancora all’inizio e tutte le ipotesi in campo potrebbero essere sostituite da altre.

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