Letta: «Nessun allarme democartico se vince la destra». Inversione di rotta rispetto al comizio di ieri

Il segretario dem modera i toni della campagna elettorale, ma apre una nuova polemica sulla paternità dell'attuale legge elettorale

Letta: «Nessun allarme democartico se vince la destra». Inversione di rotta rispetto al comizio di ieri
Letta: «Nessun allarme democartico se vince la destra». Inversione di rotta rispetto al comizio di ieri
Mercoledì 7 Settembre 2022, 12:26 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 07:35
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«La democrazia non è a rischio se vince la destra». Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta corregge il tiro rispetto alle dichiarazioni di ieri, quando durante una videoconferenza con i candidati del Pd e poi nel comizio serale di Piazza Santi Apostoli a Roma aveva evocato un «evidente rischio di stravolgimento della democrazia del nostro Paese» in caso di vittoria della coalizione di centrodestra. Nel lanciare questo «allarme democratico» il segretario dem aveva attaccato soprattutto il meccanismo del Rosatellum, l'attuale legge elettorale, che «con il 43% dei consensi permetterà alla destra di avere il 70% dei seggi». Su questa scorta Letta aveva colto l'occasione per ribadire che eventuali voti al Movimento Cinque Stelle o al Terzo Polo di Calenda e Renzi sarebbero «un regalo alla destra», mentre «anche un più 4% a noi consentirebbe di tenere la destra sotto il 55% e quindi di riportare la partita nella contendibilità».

Le risposte di Centrodestra e Terzo Polo

Non si erano fatte attendere le risposte degli avversari. «Ma quindi Enrico Letta avete già perso? Che modo di fare campagna elettorale assurdo», aveva twittato poco dopo il leader di Azione Carlo Calenda, aggiungendo che sarebbe stato il suo partito a bloccare la vittoria della Destra al Senato.

Più aspre le repliche dei diretti interessati. «Non c'è nessun rischio per la democrazia perché il popolo è sovrano. Letta vive su Marte», aveva dichiarato il segretario della Lega Matteo Salvini. Giorgia Meloni aveva invece attaccato direttamente l'argomentazione dell'ex Premier: «Questa legge elettorale è stata scritta e imposta dal PD, con il voto contrario di Fratelli d' Italia.

Ma quanto fa ridere la sinistra italiana?».

La polemica sulla legge elettorale

Stamattina è arrivata la correzione di rotta: «il nostro sistema regge e reggerà, sono gli italiani che scelgono. Ma se il resto del campo è diviso e come centrosinistra veniamo privati di voti e diminuiti nella nostra forza la destra può arrivare al 70% dei seggi con meno del 55% dei voti». Subito dopo, però, Letta ha aperto un altro fronte polemico nel replicare alla leader di Fratelli d'Italia. «Ha ragione Meloni», quando dice che il Rosatellum lo impose il PD: «fu Renzi a imporlo pensando di prendersi il 70% del Parlamento, poi è andata come è andata», ha dichiarato nell'intervista di questa mattina a RTL, rinnovando gli attacchi al terzo polo e l'invito al “voto utile”.

Anche in questo caso la replica di Italia Viva non si è fatta attendere. «La legge elettorale su cui il Governo Renzi ha messo la fiducia era l'Italicum con ballottaggio», ha scritto su Facebook l'ex ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera. «Il Rosatellum fu invece frutto di un accordo di PD, Forza Italia e Lega e la fiducia fu messa dal governo Gentiloni». «Anche oggi Enrico Letta invece che di bollette e sanità si occupa di legge elettorale. Eppure sono stati i suoi alleati, oggi compagni di partito di Leu e l'allora minoranza interna, oggi alla guida del Pd, che bocciarono il sistema proporzionale con sbarramento al 5%», è invece la replica di Ettore Rosato, autore dell'attuale legge elettorale. 

Stamattina è intervenuto sul tema anche il capo del M5S Giuseppe Conte, dicendosi a sua volta in disaccordo con le dichiarazioni iniziali dell'ex alleato.«Allarme democartico? Non userei questi toni, l'Italia è una democrazia avanzata e solida. Ma c'è da distinguere tra i programmi», ha dichiarato a Rainews24.

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