Lobby nera, si indaga su rete attorno a Roberto Jonghi Lavarini. Fidanza pronto a rispondere

Lobby nera, si indaga su rete attorno a Roberto Jonghi Lavarini. Fidanza pronto a rispondere
Lobby nera, si indaga su rete attorno a Roberto Jonghi Lavarini. ​Fidanza pronto a rispondere
Mercoledì 6 Ottobre 2021, 21:14 - Ultimo agg. 21:17
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Attorno a Roberto Jonghi Lavarini, soprannominato il «barone nero», si muove una rete di persone molto vasta, tra cui tanti estremisti di destra come lui. Un network in cui l'ex candidato alla Camera per Fratelli d'Italia nel 2018 sarebbe il «perno». È il quadro che è venuto a galla dalla testimonianza di oggi, davanti ai pm di Milano, del cronista di Fanpage che per tre anni si è infiltrato in questo mondo per un'inchiesta giornalistica in più puntate: il primo video è andato in onda tre giorni prima delle elezioni amministrative di domenica scorsa con ovvie conseguenze politiche sul partito di Giorgia Meloni.

Fdi, i pm milanesi aprono un'inchiesta sui finanziamenti irregolari. Fidanza si autosospende

Proprio su questa presunta « lobby nera», in cui è entrato il giornalista, fingendo di essere un imprenditore e filmando tutto all'insaputa degli interlocutori, i pm di Milano Piero Basilone e Giovanni Polizzi, coordinati dall'aggiunto Maurizio Romanelli, hanno aperto un'inchiesta e sono stati già iscritti nel registro degli indagati l'eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza, che si è autosospeso da tutti gli incarichi di partito, e lo stesso Jonghi Lavarini, entrambi accusati di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio.

Contestazioni che, al momento, derivano da quelle parole da loro pronunciate nel primo video, mentre gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf hanno già acquisito anche i filmati integrali, non montati.

Nella sua audizione come teste, durata oltre 4 ore, il giornalista ha elencato tutti i personaggi vicini al «barone nero» e con cui lui l'ha messo in contatto facendo da tramite. È stato sempre Jonghi Lavarini, infatti, come emerge dal filmato, a presentare Fidanza al cronista, che si muoveva come un «agente provocatore», e l'eurodeputato gli avrebbe spiegato che poteva contribuire alla campagna elettorale della neoconsigliera comunale milanese e all'epoca candidata di Fdi Chiara Valcepina (non risulta indagata) versando sul conto corrente o «se è più comodo fare del black», del 'nerò. Tanto, come ha detto Jonghi Lavarini, ci sono una «serie di lavatrici» per il finanziamento. Ora inquirenti e investigatori, al di là delle parole imbarazzanti pronunciate, stanno cercando eventuali riscontri su un presunto «sistema» di finanziamenti opachi.

Da qui le perquisizioni di ieri, con sequestro di documenti e dispositivi informatici per acquisire messaggi e molto altro, nell'abitazione del 'barone nerò. Tra l'altro, Longhi Javarini, oltre a parlare di «un gruppo trasversale, diciamo esoterico, dove ci sono diversi massoni», nel video fa riferimento anche a presunti finanziamenti illeciti per le elezioni regionali e fa due nomi che nel servizio sono stati 'omissatì da Fanpage. Ovviamente, anche su questo fronte sono in corso approfondimenti, così come si stanno verificando profili di apologia del fascismo (reato per cui Jonghi Lavarini è stato già condannato), perché negli incontri ci sono esplicite battute razziste, fasciste, riferimenti a Hitler e saluti romani.

Intanto, Fidanza, attraverso il suo legale, l'avvocato Enrico Giarda, ha fatto sapere ai pm di essere disponibile ad essere ascoltato. Inoltre, a quanto risulta, circa un'ora dopo quel passaggio del video in cui parla di «black» , l'europarlamentare si sarebbe mosso con un messaggio per interrompere ogni rapporto col finto imprenditore di cui non aveva mai avuto intenzione, secondo la versione difensiva, di assecondare le richieste. La visione di tutto il 'giratò, per la difesa, dimostrerà che Fidanza non avrebbe mai dato seguito alla richiesta di finanziamento. In più, viene chiarito dai legali che tra tre mesi la Corte d'appello milanese metterà a disposizione i rendiconti delle spese elettorali di Valcepina, così come degli altri consiglieri. E che la legge sulla rendicontazione di queste spese permette di registrare i soldi in contanti avuti fino a 3mila euro, senza necessità di depositare fatture.

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