Emilia Romagna, prende corpo
la lista civica di Bonaccini
Montano i malumori nel Pd

Emilia Romagna, prende corpo la lista civica di Bonaccini Montano i malumori nel Pd
Martedì 17 Dicembre 2019, 20:24
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Comincia a prendere corpo la lista civica "Bonaccini presidente", che affiancherà il Pd e gli altri partiti della coalizione alle regionali del 26 gennaio. Dopo l'ufficializzazione di due fedelissimi del sindaco Pizzarotti a Parma, la lista, che tiene dentro anche alcuni esponenti di Italia Viva che non si presenta con il proprio simbolo, a Bologna cala un carico da undici: sarà infatti candidato Mauro Felicori, manager culturale per molti anni in Comune, poi direttore della rinascita della Reggia di Caserta. Un nome molto conosciuto e apprezzato in città, da sempre nell'ambito del centrosinistra, vicino a Matteo Renzi anche se non diretta espressione di Italia Viva. E che ha fatto storcere il naso a qualche candidato del Pd.

Il centrodestra e la Lega sanno che rubare al Pd la propria storica bandiera darebbe al governo una spallata che lo farebbe vacillare fino a minarne l'equilibrio. Matteo Salvini ha già battuto la regione palmo a palmo per sostenere Lucia Borgonzoni, giovedì sera sarà di nuovo a Parma e da gennaio dedicherà all'Emilia-Romagna la maggior parte delle proprie attenzioni. Anche se rimane da risolvere la grana Calabria: ha rinnovato, un po' spazientito, l'invito a Berlusconi e Meloni di chiudere in fretta sulla candidatura e partire anche lì con la campagna elettorale, anche per sfruttare le divisioni nel centrosinistra con la spaccatura fra l'imprenditore Pippo Callipo, sostenuto dal Pd e il presidente uscente Mario Oliverio che ha incassato il sostegno dell'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, ma che gode dei favori anche di una parte dello stesso Pd calabrese.

Nel Pd dell'Emilia-Romagna, invece, il mantra che si ripete incessantemente in questi giorni è che la vittoria di Bonaccini è l'unica cosa che conta. Tuttavia non sfugge che la lista civica del presidente, oltre che catturare consensi al di fuori del perimetro classico della coalizione, potrebbe finire per drenare voti proprio al Pd, soprattutto dove ci sono candidati forti come Felicori. E i voti drenati si tradurranno, poi, in posti in consiglio regionale. Senza contare che alla sua sinistra (ma sempre in appoggio a Bonaccini) il Pd avrà anche la concorrenza del rassemblement Emilia-Romagna coraggiosa, guidata dall'ex Europarlamentare Elly Schlein, un'altra figura che gode di un vasto consenso personale.

Se nel centrosinistra emiliano-romagnolo si sta incentrando la campagna elettorale interamente su temi locali, più si avvicinano le urne e più diventa chiara la valenza simbolica e il peso politico che queste elezioni avranno a livello nazionale.
Nel Pd, al momento, i mugugni rimangono a mezza bocca. Perché perdere l'Emilia-Romagna sarebbe un colpo dal quale sarebbe difficile riprendersi. Ma anche vincere senza potersene prendere tutti i meriti non sarebbe indolore, soprattutto pensando ai faticosi equilibri della coalizione di governo.
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