Più facile per i Comuni pignorare i conti correnti per recuperare le tasse

Più facile per i Comuni pignorare i conti correnti per recuperare le tasse
di Luca Cifoni
Giovedì 21 Novembre 2019, 07:58 - Ultimo agg. 14:59
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Per recuperare i tributi non pagati Comuni, Province e città metropolitane potranno usare più facilmente i mezzi della riscossione coattiva (compreso il pignoramento di quota dello stipendio sul conto corrente) grazie alla riforma della materia inclusa nella legge di Bilancio. La novità non riguarda però le multe stradali, che ricadono in una diversa normativa. L'articolo 96 fa parte del testo trasmesso dal governo al Senato, corredato da una relazione illustrativa che ne precisa i contorni. Ma ieri il tema è improvvisamente balzato al centro della discussione politica, con Matteo Salvini che ha tirato in ballo addirittura l'Unione Sovietica, e il presidente del Consiglio che ha voluto rassicurare i cittadini: «Non si devono preoccupare».

LO STRUMENTO
Essenzialmente, il nuovo strumento in mano agli enti locali è l'esecutività degli accertamenti, già prevista a certe condizioni per i tributi statali. Attualmente, i Comuni e gli altri enti locali hanno due opzioni per intervenire sui contribuenti: l'iscrizione a ruolo e l'ingiunzione. Nel primo caso il ruolo di esattore è affidato normalmente ad un soggetto esterno che spesso (ma non sempre) è Agenzia delle Entrate-Riscossione (l'ex Equitalia). Nel secondo può essere svolto direttamente dallo stesso Comune. Le azioni esecutive sono di vario tipo, dal pignoramento immobiliare (per crediti superiori a 120 mila euro, con esclusione della prima casa) al pignoramento dei crediti presso terzi; in questa casistica ricade anche l'espropriazione di una quota dello stipendio che affluisce sul conto corrente della banca, con limiti in proporzione all'entità della retribuzione stessa.

Con il nuovo meccanismo la procedura diventa più semplice, nel senso che si prevede che gli atti di accertamento, una volta decorsi i termini, possano diventare esecutivi in modo da permettere il passaggio alle procedure esecutive e cautelari. L'esecutività scatta dopo tre mesi e al termine di questo periodo ne inizia un altro di sospensione della durata di sei mesi, durante il quale il contribuente ha la possibilità di mettersi in regola. La procedura quindi potrebbe prendere complessivamente sei mesi. È prevista anche la possibilità di rateizzare i debiti mentre al momento non sarebbero previsti altri strumenti tipici della normativa statale come il ravvedimento operoso, anche se sono stati sollecitati emendamenti in tal senso. Come già detto, le nuove norme riguardano i vari tributi comunali (Imu, Tari etc.) e le entrate patrimoniali, ma non le multe stradali; né risulta che al momento siano stati presentati emendamenti per includerle.

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LE CURE
Un altro tema caldo è invece stato introdotto proprio da un emendamento e riguarda le cure odontoiatriche. Una proposta del Movimento Cinque stelle prevede l'erogazione di un contributo annuo di 500 euro «alle fasce di reddito meno abbienti, con un reddito Isee pari o inferiore a 25.000 euro, con particolare attenzione ai minori, alle famiglie monoreddito con figli, alle famiglie numerose, agli anziani e in genere alle categorie deboli». Servirà naturalmente un successivo provvedimento ministeriale per definire i contorni dell'intervento, che dato lo stanziamento di 5 milioni di euro potrà riguardare al massimo 10 mila soggetti. Lo stesso emendamento però punta a vietare dal 2022 l'esercizio dell'attività odontoiatrica in forma societaria alle società diverse da quelle di professionisti. In pratica uno stop alle strutture che si sono organizzate in forma diversa (ad esempio come Spa o Srl). L'iniziativa ha provocato la reazione di queste strutture, organizzate nell'Ancod (Associazione nazionale dei centri odontoiatrici) secondo la quale l'esclusione dal mercato delle altre società metterebbe a rischio circa 17 mila posti di lavoro nel settore.
 

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