Manovra, Salvini apre sul deficit: «2,2 o 2,6%, nessuno si attacca ai decimali»

Manovra, Salvini apre sul deficit: «2,2 o 2,6%, nessuno si attacca ai decimali»
Domenica 25 Novembre 2018, 18:05 - Ultimo agg. 18:09
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«Ieri sera ho sentito Conte dopo il vertice, noi faremo di tutto per applicare buon senso e ragionevolezza» nella trattativa con Bruxelles sulla manovra, «non vogliamo litigare con nessuno ma chiediamo solo di poter fare quello che gli italiani ci chiedono». Così il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un'intervista all'Adnkronos all'indomani della cena tra il premier Giuseppe Conte, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici e il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.

Il 2,4% del rapporto deficit/Pil scritto in manovra è intoccabile? «Penso nessuno sia attaccato a quello, se c'è una manovra che fa crescere il Paese può essere il 2,2, il 2.6... non è problema di decimali, è un problema di serietà e concretezza».

«Il Parlamento è sovrano, c'è una manovra che viene giudicata e bocciata ancor prima che il Parlamento l'approvi. Siccome siamo una repubblica parlamentare, se il Parlamento apporterà modifiche, miglioramenti, cambiamenti, su quello nessuno potrà dir nulla. Sarebbe auspicabile che, prima di promuovere o bocciare, si aspettasse la manovra come il Parlamento, che rappresenta gli italiani, l'approverà, e so che in Parlamento ci sono tante proposte, emendamenti, suggerimenti. Mi auguro che da Bruxelles non arrivi nessuna scelta prima che il Parlamento approvi la manovra».

A chi gli chiede se sia disposto ad andare incontro alle richieste dell'Europa, magari sforbiciando quel 2,4% del rapporto deficit/Pil, «qui non si tratta di venire incontro all'Europa - risponde Salvini - anche perché l'Europa non è che ci abbia preso molto sulle ultime manovre finanziarie. Sto ascoltando quotidianamente italiani, categorie, associazioni, stiamo cercando di fare ancor di più per il mondo dell'artigianato, del commercio, dell'impresa, del commercio. Se ci saranno fondi maggiori a sostegno delle imprese che arriveranno da altre voci ci muoviamo in quella direzione, o penso ai territori colpiti da maltempo: non è che me lo deve chiedere l'Europa di spostare dei fondi dalla spesa corrente alla messa in sicurezza del territorio. Se il Parlamento lo chiede, mi sembra una richiesta legittima».

La riforma della legge Fornero, la cosidetta 'quota 100', non slitta. «Io credo che già da febbraio i primi italiani possano usufruirne. E dico febbraio perché se la manovra l'approvi entro fine dicembre ci vuole il tempo tecnico di far partire la macchina».

«Gli aventi diritti sono 600mila - rimarca Salvini - noi mettiamo a disposizione di questi 600mila una possibilità, se poi la coglieranno in 500mila o 200mila non lo so, sicuramente in tanti l'aspettano come una salvezza». La riforma della Fornero, indica inoltre il vicepremier, libererà «posti di lavoro, dunque si crea maggior ricchezza e maggior lavoro». «Ovviamente è tutto verificabile mese per mese -risponde alla domanda se ci sia disponibilità a inserire dei correttivi in corsa se le riforme scritte dal governo giallo verde non dovessero funzionare - la disponibilità c'è, ma noi siamo sicuri che funzionerà».

 Lo spread è schizzato «da quando è nato il governo, non c'entra la manovra, il deficit, il debito. C'è da parte di un certo mondo finanziario, limitato, un'ostilità a questo governo che speriamo passi. Non è dettata dai numeri, è un giudizio politico».

«Ho un impegno preso con l'Italia, gli italiani e i 5 Stelle, e quell'impegno mantengo, a prescindere da vittorie, sconfitte o sondaggi».  Risponde a chi gli chiede se resterà in piedi il governo giallo verde.
Anche se la Lega nei prossimi test elettorali dovesse superare il 40%, «terrò fede al mio impegno e non ci saranno rimpasti: la squadra resta quella, non cambio idea».
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